Terni, Comune vince causa da 850 mila euro

Nel 2007 l’ente aveva revocato d’ufficio l’appalto per l’ampliamento del cimitero vinto da un’ati. Che ora dovrà risarcire l’ente

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L’appalto – relativo alla realizzazione del 2° stralcio, 1° fase funzionale per l’ampliamento del cimitero di Terni – era stato risolto d’ufficio dal Comune di Terni nel 2007 per presunte inadempienze contrattuali da parte dell’ati che lo aveva ottenuto, composta dalla Giovannini Costruzioni Spa e dalla Ubaldi Costruzioni Spa. Al passo aveva fatto ovviamente seguito l’impugnazione in tribunale e ora, a undici anni dalla revoca, a Suprema Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla vicenda.

Maxi risarcimento

Dopo due giudizi – primo grado e appello – analoghi, la Cassazione ha ribadito come l’ati – in solido con la Compagnia italiana di previdenza assicurazioni e riassicurazioni – debba risarcire il Comune di Terni per i danni legati al riappalto dell’opera e stimati in 850.710 euro. Una manna per le casse dell’ente ‘dissestato’.

La spunta il Comune

L’ati si era difesa ed aveva anzi contrattaccato, affermando che il progetto non era eseguibile. Da qui la citazione, da parte del Comune di Terni, dei diversi professionisti che se ne erano occupati ma che – alcuni di loro si erano affidati all’avvocato Patrizia Bececco – hanno visto riconosciuta la propria estraneità a qualsivoglia contestazione. Vince quindi il Comune di Terni con i suoi legali – Francesco Silvi e Paolo Gennari – che hanno seguito l’annosa vicenda giudiziaria.

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