Terni, congressi PD: «Ascoltare le donne»

Francesca Olivieri e Roberta Isidori: «La presenza e lo sguardo di genere sono fondamentali per cogliere tutti gli aspetti di una società sottoposta a cambiamenti forti»

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di Francesca Olivieri e Roberta Isidori
Portavoce Democratiche della città e della provincia di Terni

Dopo un’estate segnata dal perdurare della violenza contro le donne e dall’uccisione di una ragazza sedicenne da parte di un diciassettenne, torniamo a parlare di diritti e di politica; torniamo a farlo accingendoci a vivere e partecipare la prossima stagione congressuale che vedrà il rinnovo dei segretari provinciale, comunali e di circolo del nostro territorio.

Nel fare ciò, non possiamo non tenere presente, sia pure sullo sfondo, l’esperienza negativa delle ultime elezioni provinciali, che hanno visto un forte arretramento – in realtà azzeramento – della presenza femminile all’interno del nuovo consiglio.

Il monito e l’impegno è ancora una volta quello di far sì che in queste settimane di congressi e riflessioni politiche i criteri della parità di genere siano attuati con attenzione e sensibilità, come giusto e necessario ancora di più in un momento di perdurante difficoltà della politica e della società, che si trovano a far fronte a una crisi quasi decennale che ha assunto caratteristiche definite da molti analisti ormai per alcuni versi strutturali.

La presenza e lo sguardo di genere sono fondamentali per cogliere tutti gli aspetti di una società sottoposta a cambiamenti forti e a tratti laceranti, in cui almeno due generazioni, più probabilmente tre, hanno sofferto le difficoltà, lavorative e non solo, di questo decennio. Le famiglie e le persone sono state sottoposte a una pressione che, se da un lato ha visto il perdurare di legami e forme di solidarietà e in generale di auto aiuto – soprattutto nella nostra regione – dall’altro ha messo a dura prova la tenuta individuale e familiare e la stessa coesione sociale del nostro Paese.

Il rischio è quello di un allargarsi della forbice, che già si riscontra – ad esempio – nelle scelte relative alla formazione universitaria dei settori meno forti della società, scelte riduttive che rischiano di segnare il percorso successivo di vita di molte ragazze. Definiamo quella attuale una ‘società della conoscenza’, ma dobbiamo riconoscere, purtroppo, che spesso le famiglie non sono più in grado di fornire un percorso formativo completo ai propri figli e alle proprie figlie.

Il dato positivo è invece una lieve crescita dell’occupazione femminile, tradizionalmente molto bassa nel nostro Paese: i dati vanno comunque verificati nel medio periodo e analizzati anche nella qualità dell’occupazione. In Umbria questo anno è stato segnato in senso molto positivo dall’approvazione della Legge Regionale del 25 novembre 2016 Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltà delle relazioni tra donne e uomini, e a livello nazionale dalla grande manifestazione ‘Non una di meno‘, che pure non ha ricevuto un’attenzione proporzionata alle dimensioni e alla varietà delle adesioni, veramente trasversali.

Tenendo presenti questi elementi, luci e ombre dell’anno trascorso, iniziamo un nuovo anno di impegno che ci porti ad essere il più possibile vicine alle donne nella scuola, nei luoghi di lavoro, nella famiglia e nel sociale: perché l’uscita dalla crisi possa inverarsi al di là dei dati sempre fluttuanti degli economisti e possa segnare un reale orizzonte di maggiore positività per le ragazze e le donne in ogni fase della vita.

Parlare di diritti e di Politica vuol dire anche calarsi nel dibattito in corso nel nostro Paese ed assumere una posizione, che non sia semplicemente uno schierarsi, ma che tenga conto di una riflessione politico – culturale seria, basata sulla conoscenza delle proposte e della realtà sociale in cui viviamo.

Con questa consapevolezza la Conferenza delle Democratiche della città e della provincia di Terni intende esprimere con forza la propria convinta adesione al ddl sullo ius soli e all’impegno finalizzato ad una pronta approvazione di questa proposta, che riteniamo essere un imprescindibile traguardo di civiltà per il nostro Paese, troppo spesso frainteso nel contenuto e nel valore, a causa di un dibattito pubblico strumentale, inquinato dalla ricerca del consenso elettorale e da un populismo sempre più dilagante.

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