Terni: «Cosentino? Salvato dall’orgoglio»

Il senatore Compagna in visita all’ex parlamentare detenuto: «L’ho trovato bene nonostante una custodia cautelare in ‘dosi da cavallo’»

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«Nicola Cosentino? L’ho trovato bene, orgoglioso come sempre e per nulla abbattuto dalla volgarità di una decisione che lo priva anche del diritto di colloquio con la moglie. Oggi era in attesa dei figli e mi ha molto rinfrancato poterlo vedere così. Mi ha detto che i suoi processi stanno andando bene ma resta l’amarezza, come cittadino, per questa somministrazione di custodia cautelare in ‘dosi da cavallo’». A parlare è il senatore Luigi Compagna (Gal) che venerdì mattina, insieme al presidente dell’associazione radicale ‘Per la Grande Napoli’ Luigi Mazzotta, ha visitato il carcere di Terni e l’ex deputato di Forza Italia, Nicola Cosentino, detenuto da oltre 700 giorni.

IL BILANCIO DELLA VISITA – VIDEO

«Terni? Buon carcere» «Rispetto alla scorsa primavera – ha aggiunto il senatore Compagna – le condizioni del carcere forse sono meno brillanti. la direttrice ha dovuto aprire le porte a tipologie particolari di detenuti, piuttosto ‘complicati’. Si tratta comunque, nell’insieme, di un buon carcere. La problematica più aspra è quella a cavallo fra l’infermeria e i mancati ricoveri ospedalieri. Aumentano i malati e spesso si torna in carcere troppo presto, anche dopo interventi chirurgici complessi. Una lacuna, questa, emersa drammaticamente a seguito della sciagurata riforma della sanità del 1998».

Numeri «A Terni ci sono 430 detenuti su numero massimo previsto di 411. Il dato è in eccesso ma non drammatico. Non è questo, comunque, l’aspetto più importante per dire come si sta realmente in carcere». A gravare, secondo il presidente dell’associazione ‘Per la Grande Napoli’ Luigi Mazzotta è soprattutto «la carenza di sottufficiali che a Terni si fa particolarmente sentire, anche se la direttrice spera in alcune prossime assegnazioni. A noi preoccupa soprattutto la salute dei detenuti e a Terni abbiamo sei persone affette dal virus dell’Hiv, oltre sessante che hanno contratto l’epatite C e questo non può che gravare sulle condizioni di detenzione».

Aggressioni Sulle aggressioni Mazzotta divide le responsabilità: «Carenze organiche nella polizia penitenziaria, che svolge ottimamente il suo lavoro, unite alla pericolosità di alcuni detenuti, finiscono per produrre situazioni come quelle verificatesi di recente a Terni. Su questo tutti, a partire dall’amministrazione, devono fare la propria parte».

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