Terni, covid e dissesto: appello Latini a Conte

Il sindaco scrive al premier: «Doppio impatto non sostenibile, si rischia seriamente nuovo default». La richiesta: «Mi dia strumenti per aiutare la comunità»

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Una lettera per richiedere interventi specifici a favore dei Comuni dichiarati in precedenza in dissesto finanziario, più in difficoltà degli altri nella lotta al contenimento del covid-19. Ad inviarla al presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato il sindaco di Terni, Leonardo Latini: «La prego, sinceramente, di mettermi nelle condizioni di avere a disposizione gli strumenti necessari per aiutare la mia comunità a superare questa crisi, per sostenere la città in un nuovo sforzo colossale. So che i ternani ne saranno capaci, come già lo sono stati nel passato; ma per riuscirci, stavolta, dobbiamo quantomeno essere posti sullo stesso livello delle altre città, per questioni di equità e di dignità», la conclusione della missiva.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON
1° MARZO 2018: IL COMUNE DI TERNI UFFICIALMENTE IN DISSESTO FINANZIARIO

Leonardo Latini

I margini di manovra e il dissesto

L’obiettivo è consentire agli enti in dissesto di poter affrontare la situazione attuale allo stesso livelli degli altri. In sostanza avere margini di manovra e di progettualità nel periodo di emergenza: «Come sindaco del Comune di Terni – l’incipit – mi rivolgo a Lei, signor presidente del Consiglio, per rappresentare la situazione della mia città, confidando che, una volta avutane contezza, possa assumere le conseguenti, necessarie e urgenti decisioni in queste settimane concitate durante le quali si giocano i destini della nostra Nazione e del nostro popolo». Poi un breve resoconto sulla situazione di palazzo Spada: «A fronte di istanze creditorie per circa 87 milioni, l’Organo straordinario di liquidazione ha determinato ad oggi la massa passiva dell’ente in quasi 45 milioni di euro, con ulteriori 20 milioni relativi a rapporti del Comune ancora da valutare. In fase di approvazione del consuntivo 2018 è stata poi accertata la sussistenza di un disavanzo derivante dalla applicazione di regole tecniche disciplinanti i rapporti tra l’ente e l’Osl, con conseguente obbligo di copertura in tre anni e limitazione delle possibilità dell’utilizzo degli avanzi vincolati alla quota parte annuale del ripianamento del disavanzo medesimo. Dal dissesto sono derivate tutte le conseguenze previste dalla normativa vigente, tra le quali la determinazione delle aliquote per imposte e tasse locali al massimo consentito e l’aumento delle tariffe nelle misure previste per legge per cinque anni. Con decreto del ministero degli Interni del 26 febbraio 2019 è stata poi riconosciuta la validità dei provvedimenti di risanamento adottati dalla mia amministrazione, con contestuale imposizione di ulteriori prescrizioni volte a garantire la tenuta dei conti».

IL DEBITO EFFETTIVO CALCOLATO DALL’OSL

Giuseppe Conte e Rocco Casalino a Terni il 25 ottobre 2019

Il doppio impatto e il rischio default

Al premier Conte Latini puntualizza che «se questa è la situazione ereditata, con la quale l’amministrazione sta facendo duramente i conti, ora di fronte alla imprevedibile e inedita emergenza conseguente alla pandemia, occorre prendere atto che l’impatto di questa nuova crisi sulle finanze degli enti locali sarà devastante in conseguenza della riduzione di gettito di una parte significativa degli attuali tributi, delle mancate entrate provenienti dai servizi a domanda individuale, del mancato incasso di una parte significativa delle sanzioni per la violazione del Codice della strada e così via per altri introiti rilevanti (tassa di soggiorno, proventi degli attrattori culturali, ecc.) ed avrà pesanti riflessi sui bilanci delle aziende partecipate. Tutto ciò sarà un problema enorme con il quale dovranno confrontarsi tutti gli enti locali italiani e per il quale il Governo dovrà predisporre misure emergenziali senza precedenti, ma estremamente più grave e complessa risulta essere – alla luce dei dati e dei fatti – la situazione del Comune di Terni. Evidente fin d’ora che il Comune di Terni non potrà sostenere il doppio impatto delle conseguenze del dissesto del 2018 e delle conseguenze economiche dell’attuale emergenza, che tra l’altro s’innestano su una più ampia crisi strutturale del territorio, già area di crisi complessa, con un tasso di disoccupazione, specie giovanile, molto elevato. Non solo l’ente, ma l’intera città e il suo comprensorio rischiano seriamente un nuovo e ben più grave default con effetto moltiplicatore su quello precedente».

ARRIVANO I SOLDI PER I CREDITORI

Palazzo Spada (foto Nicola Severino)

Le richieste

Il sindaco continua: «Si verificherebbe così una doppia penalizzazione dei miei cittadini e delle imprese ternane che si verrebbero a trovare in una condizione di gran lunga più svantaggiata rispetto ai cittadini e alle imprese di altre realtà locali non soggette alle medesime regole e ai medesimi oneri». Latini chiede di sospendere o superare le conseguenze del dissesto: «Avverto forte la responsabilità e l’obbligo morale nei confronti della comunità locale di chiedere al Governo un’analisi e delle soluzioni mirate, con un intervento deciso sulle normative che regolano le conseguenze del dissesto». In definitiva l’input è affinché «gli effetti economici e normativi del dissesto siano sospesi, posticipati, o sperabilmente superati, anche attraverso uno stanziamento straordinario, come già in passato accaduto per altre città. Ovvero, qualora ciò non fosse attuabile nell’immediato, che venga disposto sin da subito un trasferimento di liquidità pari alle minori entrate per l’anno corrente, la rinegoziazione integrale di tutti i mutui in quota capitale e interessi, l’applicazione graduale del Fcde per tutto il periodo di durata del dissesto con una quota iniziale non superiore al 50% e la conferma del Fondo di solidarietà nella misura massima già assegnata senza decurtazioni per lo stesso periodo».

La speranza

«Provvedimenti di questo tipo – chiude Latini – mi permetterebbero di agire al pari dei sindaci degli altri Comuni con tutti gli strumenti a disposizione, al fine di favorire la ripresa delle attività economiche, andando incontro alle esigenze dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese. In mancanza, temo che non ci saranno le condizioni per garantire la tenuta di un sistema territoriale non supportato come necessario dall’amministrazione di maggiore prossimità».

Il sostegno di Nevi (FI)

Così il deputato ternano di Forza Italia, Raffaele Nevi, dopo la missiva del primo cittadino al capo del Governo: «Condivido il grido di allarme lanciato da Latini – afferma Nevi – circa le difficoltà finanziare a cui l’ente comunale deve far fronte. Non dobbiamo dimenticare che la nuova amministrazione ha ereditato lo status di ‘dissesto finanziario’ certificato nel marzo 2018. Ora lo stesso ente si trova a dover far fronte anche alle minori entrate, causate dall’emergenza Covid-19. Il Comune di Terni non potrà reggere questo doppio impatto negativo. Il rischio serio – prosegue il parlamentare – è di veder compromessi i servizi essenziali per la collettività e l’impossibilità di dare risposte alle famiglie e alle imprese per la ripresa economica del territorio nel post emergenza. Per questo auspico che il Governo intervenga per aiutare tutti quei comuni che si trovano in dissesto e che la richiesta inviata dal sindaco Latini non diventi lettera morta. Da parte mia annuncio che mi farò promotore in parlamento di azioni per mettere l’amministrazione comunale nelle possibilità di poter continuare ad operare alla pari delle altre istituzioni locali».

I parlamentari umbri della Lega: «Governo, svegliati»

Pieno sostegno al primo cittadino di Terni arriva anche dai parlamentari umbri della Lega: «Il Governo ascolti le richieste del sindaco di Terni, Leonardo Latini e agisca quanto prima con interventi mirati che consentano al Comune di Terni e agli altri comuni in situazioni analoghe, di superare le conseguenze del dissesto economico e disporre quindi degli strumenti necessari a superare la crisi derivante dall’emergenza sanitaria in corso». Ad affermarlo sono Barbara Saltamartini, Valeria Alessandrini, Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Luca Briziarelli, Stefano Lucidi e Simone Pillon. «Sosteniamo convintamente le richieste del sindaco di Terni – affermano – già ampiamente sollevate in passato e rese ancora più attuali dalla necessità di evitare il collasso economico post coronavirus. Ci auguriamo che l’esecutivo nazionale abbandoni gli annunci e lavori seriamente per affrontare le problematiche emerse senza far ricadere un peso ulteriore sulle spalle dei sindaci e dei presidenti di regione. In particolare rivolgiamo un plauso all’operato del sindaco Latini che, seppur nel pieno del dissesto finanziario, in accordo con l’assessore al welfare Cristiano Ceccotti ha saputo mettere in campo importanti misure di sostegno alle famiglie e alle imprese».

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