Terni, Di Girolamo finisce sotto processo

L’accusa è diffamazione per un comunicato pubblicato sul sito del Comune. Il legale: «Atto singolare»

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La faccenda va avanti da un bel po’. Con uno che – un giorno sì e quell’altro, pure – attaccava il sindaco su tutto. E con quest’ultimo che, almeno ufficialmente, non replicava.

L’escalation Poi il primo aveva cambiato ‘ruolo’, tentando la carriera politica e provocando una presa di posizione ‘ufficiale’ del sindaco che aveva fatto discutere. Tanto da finire, in seguito ad una querela, all’attenzione della procura che oggi ipotizza il reato di diffamazione a carico del primo cittadino.

Bartoli vs Di Girolamo A maggio 2012 Francesco Bartoli era stato nominato consigliere regionale di Confimpresa Umbria e da allora era iniziata la sua battaglia – fatta anche di esposti , denunce e atti di diffida nei confronti del Comune di Terni – e culminata con la candidatura a sindaco alle elezioni amministrative del 2014. Candidatura annunciata con largo anticipo, tanto che si era registrata la presa di posizione del sindaco dalla quale, poi, è scaturita la ‘coda’ giudiziaria.

Francesco Bartoli

Francesco Bartoli

Il comunicato Il 30 maggio del 2013, sul sito internet del Comune di Terni, era apparsa questa presa di posizione del sindaco Di Girolamo: «Con l’annuncio di Bartoli di dar luogo a una sua lista in prossimità delle elezioni amministrative mi sembra che sia chiaro il perché di mesi di attacchi immotivati a una amministrazione comunale che è stata accusata in pratica di tutto, da essere la responsabile della crisi economica mondiale a quella di utilizzare la sicurezza stradale per fare cassa e che ha la sola colpa di lavorare con dedizione senza cercare passerelle e di salire sulle barricate. Ho sempre accettato le critiche costruttive, in particolare quelle provenienti dalle associazioni di categoria in quanto rappresentanti della Terni che lavora, produce, che si impegna per la propria città. Le ho sempre prese in grandissima considerazione quando le associazioni si sono evidenziate come portatori di legittimi interessi dei vari settori produttivi della città. Nei mesi scorsi, invece, dal rappresentante di Confimpresa abbiamo registrato prese di posizione e attacchi contro il Comune sui più svariati temi della vita cittadina, peraltro mai in un’ottica di risoluzione dei problemi ma semplicemente quella della polemica sterile, aggressiva, tesa solo a screditare l’Amministrazione Comunale. Ora il perché è finalmente chiaro, si è pensato di utilizzare quelle situazioni per preparare il terreno a una lista di parte che possa determinare nuove carriere politiche. Mi domando se la città ha bisogno di apporti costruttivi o di persone che vogliono solo denigrare, attaccare, tracciando l’immagine di una città morente, non esitando a navigare tra le associazioni di categoria pur di portare avanti questa azione. Chiedo infatti a Confimpresa se si riconosce nelle operazioni politiche del suo rappresentante, se ritiene che ambizioni personali in campo politico e rappresentanza di categoria possano essere coniugate e soprattutto se possano giovare alle istanze e agli apporti costruttivi dei vari associati. Invito ancora una volta ad uscire dalla polemica sterile, Terni ha bisogno di persone che, in ruoli diversi, in ambiti diversi, con sacrosante opinioni diverse, lavorini per il suo futuro. Alzare polveroni, attaccare a testa bassa solo per aver un po’ di riflettori puntati è oltretutto un gioco di corto respiro: appena la polvere si posa, si vedono chiaramente i veri obiettivi degli agitatori di turno».

La denuncia Tre mesi dopo Francesco Bartoli aveva presentato una denuncia presso la procura della Repubblica, definendo la sua iniziativa «un atto di legittima difesa in risposta ad una lunga serie di attacchi diretti ed indiretti, volti a delegittimare, denigrare, calunniare la mia persona agli occhi dell’opinione pubblica».

A giudizio A distanza di due anni dalla pubblicazione del comunicato ‘incriminato’, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, è stato citato a giudizio dalla procura di Terni per il reato di diffamazione. Per il pm Elisabetta Massini il fatto sarebbe stato commesso da quest’ultimo «abusando dei poteri di sindaco, legale rappresentante del Comune, utilizzando il sito web dello stesso». L’udienza è stata fissata per il prossimo 5 novembre di fronte al tribunale in composizione monocratica.

L'avvocato Attilio Biancifiori

L’avvocato Attilio Biancifiori

Il legale Secondo l’avvocato Attilio Biancifiori, che difende il sindaco, «la richiesta di citazione a giudizio introduce un aspetto alquanto singolare per quanto riguarda i reati di opinione che fino ad oggi, secondo un’impostazione abbastanza uniforme della stessa procura, sono stati sempre valutati sotto il profilo della non punibilità in relazione all’esimente del diritto di critica in ambito politico, specie quando questo si lega a manifestazioni anche polemiche e fortemente critiche, ma riconducibili all’ambito della dialettica». Secondo l’avvocato Biancifiori, «nel caso di specie, si assiste ad un’inversione di tendenza, a fronte di affermazioni del sindaco, peraltro molto moderate sul piano della critica, nei confronti di soggetti che svolgono attività politica. Un’interpretazione che in sede di giudizio, riteniamo possa essere ricondotta nei termini del legittimo esercizio del diritto di pensiero». Diversamente, secondo il legale, si rischierebbe «il paradosso in base al quale espressioni oggettivamente equivalenti sul piano della critica politica, se dirette verso il sindaco vengono giudicate lecite e non punibili, mentre se rivolte dal sindaco ad alcuni detrattori, vengono incriminate».

 

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