Terni, Di Girolamo: «Sui Sec troppe urla»

Il sindaco risponde alle critiche sulla riorganizzazione: «C’è chi sa solo strillare. Terni tra i migliori comuni in Italia»

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Pare non piacere proprio a nessuno il progetto di riorganizzazione dei Sec – i servizi educativi comunali – di Terni. Il coro di proteste, infatti, si è alzato subito dopo il passaggio – avvenuto giovedì – in consiglio comunale. Con nuovo intervento del sindaco Leopoldo Di Girolamo dopo quello del 2 agosto e alzata di scudi del M5S: «Terni tra i primi comuni in Italia per la gestione scolastica. C’è solo chi sa strillare», la risposta del primo cittadino agli attacchi.

La protesta del Cosec in consiglio lo scorso 8 giugno

La protesta del Cosec lo scorso 8 giugno

Il ‘bluff’ Il CoSec torna all’offensiva: «Si è messo in evidenza come la delibera del 3 agosto sia stato l’ennesimo atto unilaterale e di eccessiva sufficienza. Perciò, pur apprezzando il lavoro svolto all’interno della II° commissione e l’approvazione di uno degli atti d’indirizzo provenienti dalla stessa, decisamente depotenziato dalla mancata approvazione degli emendamenti da noi promossi, non possiamo che constatare come questa sia la classica ‘Vittoria di Pirro’. Lunedì, alla riaperura delle scuole comunali, la materna di Campitello non esisterà più, mentre il Cucciolo, che ne avrebbe dovuto prendere il posto, riaprirà nella sua stessa sede: si continuerà forse a pagare l’affitto per una scuola vuota?».

Il ‘Borgo Trebisonda’

Il ‘Borgo Trebisonda’

«Riaprire il percorso» Per il CoSec l’unico obiettivo di palazzo Spada è «il progressivo smantellamento dei Servizi educativi comunali, in nome delle esigenze di cassa. Ciò lo conferma il fatto che, nostante il travagliato trasferimento e l’epiteto di ‘fiore all’occhiello’, all’Aula Verde non sia stata più attivata una nuova sezione e mezza, a dispetto delle richieste di iscrizione ricevute e di quanto precedentemente deciso. La giunta a questo punto dovrebbe per lo meno rivedere perentoriamente i contenuti della delibera, sulla base dell’atto approvato in consiglio, sia per garantire la continuità educativa della scuola comunale di Campitello, che per ampliare le sezioni dell’Aula Verde. Quanto meno ci auguriamo che venga riaperto un percorso partecipativo, come sancito dall’atto approvato, degno di tale nome, che possa servire all’istituzione di una ‘Consulta dei Servizi educativi comunali’ e che ci aiuti a capire quanto di vero ci sia nel tanto sbandierato potenziamento della fascia dai 0-3 anni. Ci riserviamo – conclude il CoSec – nuove azioni e frattanto chiediamo che la giunta rispetti quantomeno il minimo sancito dall’atto approvato in consiglio, per la riapertura del nuovo anno scolastico».

Leopoldo Di Girolamo durante il confronto del 2 agosto

Leopoldo Di Girolamo durante il confronto del 2 agosto

Di Girolamo Il sindaco è intervenuto sull’argomento durante il consiglio comunale: «Per le nostre valutazioni siamo partiti da un dato di fatto: non c’era un quadro di sostenibilità adeguata e che rispondesse alle necessità dei cittadini in maniera coerente. Nell’articolazione 0-6 anni, quella che appunto riguarda la responsabilità del comune, noi abbiamo nella fascia delle scuole d’infanzia (3-6 anni) un’offerta complessiva (comprendendo anche quelle statali e private) che è ampiamente soddisfatta: c’è dunque una disponibilità di posti che copre la domanda. Nella fascia 0-3 anni invece noi abbiamo dei problemi: siamo cioè sotto la soglia del 33% di copertura. Non avendo disponibilità di ulteriori risorse da investire – ha continuato il sindaco –  abbiamo così proposto un documento analitico redatto dalle Direzioni, che prevede il parziale disimpegno del Comune su una fascia per investire nell’altra fascia (0-3), anche attraverso un percorso di partecipazione. Nel sistema proposto i bambini non restano fuori dal diritto di accedere alle scuole. Si crea solo un problema di ridistribuzione che causa qualche difficolta, ma non è che non consente l’esercizio di questo diritto. A bilanciamento abbiamo deciso di investire nelle scuole 0-3 sia in termini finanziari che di risorse umane, recuperando le educatrici esistenti nelle scuole d’infanzia. I nidi di infanzia, dunque, saranno potenziati sia in termini di apertura di altri nidi integrativi, come nel caso del Grillo Parlante, che con l’attivazione di percorsi formativi di continuità, laboratori e progetti. Sarà – ha concluso – inoltre incentivata la formazione attraverso gemellaggi con scuole dell’Emilia Romagna per fornire aggiornamenti sul sistema educativo».

Angelica Trenta

Angelica Trenta

Il M5S: «Pd demolitore» Bocciato dunque l’emendamento proposto dal Movimento 5 Stelle: «I consiglieri – le parole di Angelica Trenta – del Partito democratico escono finalmente allo scoperto votando un atto di commissione che dà il via libera alle intenzioni di giunta e sindaco: chiudere ben tre scuole dell’infanzia comunali, da subito. Questo atto poteva essere evitato attraverso un nostro emendamento che tentava di salvare il salvabile, bocciato però dal Consiglio comunale a maggioranza Pd. L’intervento del sindaco non ha tolto dall’imbarazzo la maggioranza. Di Girolamo ha parlato di statistiche, di difficoltà dell’ente, difficoltà che portano a chiudere servizi essenziali per i cittadini, ma non a tagliare invece consulenze esterne di oltre ben 340 mila euro. Questa decisione della chiusura delle scuole dell’infanzia è frutto di una  politica in netto contrasto con la propaganda elettorale delle amministrative del 2014, quando il Pd mentiva – alla luce dei fatti odierni – affermando di voler tutelare i Sec. Una delusione per tutti coloro che credevano ancora che i bambini contassero qualcosa per questo Comune, che credevano che i soldi investiti per il tavolo partecipato con maestre, sindacati e famiglie, dal quale sono uscite proposte e documenti tecnici, venissero integrate nel progetto della giunta. E invece no: la parola d’ordine è chiusura, privatizzazione, abbandono delle famiglie e dei bambini che si erano regolarmente iscritti alla scuola, per esempio, di Campitello, e che il 12 settembre troveranno per loro le porte chiuse. Per le altre, è solo questione di poco, la demolizione delle scuole comunali è ormai la bussola che guida questa maggioranza, in giunta e in consiglio. Per questo – conclude la consigliera – prendiamo le distanze dal voto espresso dai singoli consiglieri di maggioranza, consiglieri che dovrebbero essere espressione delle volontà del territorio e che sono diventati invece carnefici dei pubblici servizi».

Leopoldo Di Girolamo

Leopoldo Di Girolamo

La replica del sindaco: «C’è chi sa solo strillare» Di Girolamo non ha atteso troppo nel rispondere agli attacchi: «In queste ore l’amministrazione comunale è fortemente impegnata ad assicurare la migliore apertura possibile dell’anno scolastico, sia sul fronte dei servizi, che della sicurezza, che della trasparenza. Una attività ancora più intensa all’indomani della gestione post sisma, che ha richiesto doverose verifiche e approfondimenti. Si succedono riunioni operative, atti amministrativi e interventi. C’è invece chi sa solo strillare, provare ad agitare le acque, diffondere dati non veri, forse nel tentativo di coprire la manifesta incapacità nel governare. Terni, lo dicono i report nazionali, è tra i comuni più virtuosi sulla qualità dei servizi scolastici, sulle sue strutture e sull’edilizia.  Ecosistema Scuola 2013 ci pone al 14° posto nelle città capoluogo, di gran lunga primi in Umbria con Perugia al 41° posto.  Per il 2015 saliamo addirittura all’11° posto, in una classifica che tiene conto di tutti gli elementi che vanno a definire l’offerta scolastica: dalle certificazioni sugli edifici, l’accessibilità, gli investimenti, le mense, i servizi, i rischi ambientali. Risultati lusinghieri, pur in un quadro di note difficoltà economiche. Risultati raggiunti grazie a interventi consistenti e costanti nel tempo – 40 milioni di euro nelle ultime amministrazioni –  alla capacità progettuale dell’Ente, come attestato dall’essere stato l’unico comune umbro – insieme a Corciano – ad aver vinto il bando per le scuole innovative, con la messa a disposizione per Terni, da parte del governo nazionale,  di 4 milioni di euro». Un ritorno specifico sulla riorganizzazione: «L’unica chiusura che si registra, nell’ambito della logica di dare risposte laddove servono, è per l’infanzia di Campitello, una chiusura ampiamente compensata  nelle scuole limitrofe.  Per il prossimo anno scolastico si valuterà la situazione delle iscrizioni nelle scuole Grillo Parlante e Trebisonda. Questi i dati di fatto, altre le mistificazioni, come sulle consulenze. Ribadisco che il comune di Terni non ha consulenze fisse, sono stati spesi 340 mila euro esclusivamente per prestazioni professionali nell’ambito dell’estinzione dei derivati, parcelle con percentuali fissati da legge nell’ambito di una operazione che hanno portato vantaggi economici per questo comune ben più consistenti».

La Cgil La prima fase della riorganizzazione dei Sec, secondo Valentina Porfidi, della Fp Cgil di Terni «prevede la chiusura della Scuola di Campitello da subito e la chiusura graduale di altre scuole ed ha prodotto un esubero di circa 10 lavoratrici tra cuoche, ausiliari, educatrici. Manca ancora la stesura del bando di gara per l’appalto dei servizi di Refezione, la cui composizione può determinare ulteriori esuberi».

cosec educativi servizi_0760Gli impegni La sindacalista ricorda che «più volte negli ultimi mesi, negli incontri istituzionali, nei comunicati e nei tavoli tecnici avevamo denunciato il rischio che il combinato disposto tra le esigenze di riduzione del bilancio e la riorganizzazione dei servizi educativi e di refezione scolastica avrebbe portato una diminuzione di ore di lavoro, con conseguente esubero di personale della Cooperazione sociale. Non più tardi dei primi giorni di agosto il sindaco ci rassicurò sul fatto che la riorganizzazione non avrebbe portato esuberi e anche la seconda commissione consiliare, il 30 di agosto, ha votato un atto di indirizzo che ribadisce l’assoluta necessità di garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali».

La richiesta Per questi motivi, secondo la Fp Cgil, «nel bando diviene assolutamente indispensabile inserire la clausola sociale, che assicuri la continuità lavorativa per tutto quel personale che negli anni ha garantito gli alti livelli qualitativi del servizio. Da una lettura superficiale potrebbero sembrare poche unità di lavoro, ma le condizioni sociali in cui versa il territorio, l’inesorabile diminuzione dei livelli occupazionali e il progressivo smantellamento dei servizi di welfare non ci consentono oggi di rinunciare nemmeno ad una sola ora di lavoro. Riteniamo assolutamente indispensabile un chiarimento con il vertice politico dell’amministrazione che possa garantire l’esigibilità degli indirizzi politici che sono stati annunciati.

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