Terni, diagnosi errata: «Paghi 5 mila euro»

In appello la Corte dei conti ha condannato un radiologo – assolto in primo grado – a versare la somma all’ospedale ‘Santa Maria’

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Nell’ottobre del 2016 la Corte dei conti dell’Umbria lo aveva assolto nonostante la richiesta della procura contabile di risarcire l’azienda ospedaliera di Terni con 30 mila euro. In appello quella sentenza è stata riformata, parzialmente, ed ora un radiologo ternano dovrà versare al ‘Santa Maria’ 5.261 euro a titolo di danno per le casse dell’ospedale. Il professionista era finito a giudizio per un presunto errore nell’interpretazione diagnostica delle immagini, relative ad un ternano – oggi 57enne – che nel gennaio del 2013 era caduto in scooter.

La vicenda

Dagli accertamenti a cui era stato sottoposto dopo l’incidente, erano emerse solo contusioni e non la lussazione posteriore gleno-omerale che invece aveva riportato e che successivamente – una volta accertata, venti giorni dopo il fatto – lo avrebbe costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico ad Arezzo. Di fronte alla contestazione da parte del paziente, quest’ultimo e l’azienda ospedaliera di Terni si erano accordati in via stragiudiziale per un risarcimento danni pari a 30 mila euro. Somma che la magistratura contabile ha poi contestato al radiologo, ‘colpevole’ dell’errata diagnosi che avrebbe prodotto conseguenze anche sulla terapia, non essendo stata posta in atto la riduzione della lussazione e la necessaria immobilizzazione della spalla.

Le motivazioni

I giudici di prima istanza avevano evidenziato, nella sentenza di assoluzione, come l’eventuale errata diagnosi non avrebbe contribuito ad aggravare le conseguenze del sinistro. I colleghi della seconda sezione centrale d’appello della Corte dei conti, invece, hanno ribaltato quel punto di vista, ritenendo che la condotta posta in essere dal medico «non possa ritenersi evidentemente improntata a quella perizia minima esigibile da un professionista, munito della richiesta specializzazione. Appare pacifico – si legge nella sentenza – che il radiologo abbia reso, nel caso di specie, un referto palesemente errato e, per di più, in termini di certezza, quando avrebbe potuto esprimersi in termini quantomeno dubitativi risultando del tutto evidente, alla luce delle successive refertazioni sulla medesima radiografia, la lussazione della spalla destra del paziente. Emerge quindi, alla luce degli accertamenti condotti, che il ritardo nella diagnosi ha determinato un aggravamento della patologia con effetti pregiudizievoli permanenti».

La decisione

Alla fine per il collegio d’appello, solo una quota del danno erariale contestato – 30 mila euro – va addebitata al radiologo ternano, 5.261 euro appunto, alla luce del danno riportato dal paziente e dell’età di quest’ultimo al momento dell’incidente.

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