Emergenza climatica, ‘riconoscimenti’ e polemiche a Terni

Atto Fridays for Future: approvazione all’unanimità in II° commissione consiliare. Focus su Ast, Acea ed emissioni: «Inventario Arpa fermo al 2015». M5S attacca su Carissimi

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di S.F.

Dichiarazione dell’emergenza climatica e ambientale. Inceneritore Acea, Acciai Speciali Terni, traffico veicolare ed emissioni di CO2: sono i principali temi affrontati lunedì mattina a palazzo Spada durante un’affollata II° commissione consiliare con un buon numero di associazioni coinvolte – c’erano anche i giovanissimi di Fridays for Future – per esporre problematiche e possibili soluzioni. Dato certo: il contesto della ‘conca’ è grave e da anni. Oltre due ore per ribadirlo e tornare su temi già trattati ma che, vista l’importanza e l’impatto sulla salute dei cittadini, meritano di essere approfonditi ogni qualvolta ce ne sia la possibilità. Tirata in ballo anche l’Arpa per un inventario ‘obsoleto’ rispetto ai dati: gli ultimi risalgono al 2015. Alla fine via libera all’unanimità con un emendamento della maggioranza.

Barbarossa e Bontempi Ferri

L’atto di indirizzo e le barriere politiche

Al centro dell’attenzione la richiesta avanzata da Fridays for Future – Francesco Barbarossa e Gianni Ferri Bontempi a stretto contatto con Alessandro Gentiletti di Senso Civico, in apertura ha spiegato che è un atto per lo più simbolico – lo scorso 25 settembre e il pensiero delle associazioni del settore ambientale, eco-gastronomico e dell’agricoltura. «Non prevede un indirizzo politico specifico. Ricordiamo Napoli, Lucca, Padova, Regione Liguria e Toscana che hanno già preso questa posizione sul Dec (Dichiarazione emergenza climatica): vuole riconoscere lo status quo della situazione. Speriamo non ci siano scissioni su questo perché il problema dell’emergenza climatica va oltre le barriere politiche. In sostanza si dà atto della crisi in corso, poi le soluzioni vanno trovate in ambito istituzionale. I giovani mettono il rilievo la situazione», hanno commentato i due rappresentanti di Fridays for Future. In Comune presenti anche Pro Natura, Garden Club, la cooperativa Naturalmiele, Fabio Neri per il comitato No Inceneritori, Marco D’Amore per Mi Rifiuto e Terni malandata; nell’elenco degli invitati anche Legambiente, Arpa Umbria, Retake, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Parco tecnologico agroalimentare. «Le associazioni ambientali devono mettersi insieme, collaborare e avere un progetto comune», è stato ribadito in un paio di circostanze sull’argomento. Curioso input da parte di Pro Natura: «Ma non si possono diluire i lavori per abbattimento alberi e strade? Molti cittadini si lamentano, la qualità della vità ha il suo valore». L’esponente di Naturalmiele ha messo sul piatto le questioni apicoltura, scomparsa degli insetti e guai a corredo da tenere d’occhio.

Salvati, Carissimi e Pepegna

Le emissioni e l’inventario Arpa fermo

Poi è toccato a Neri fare il suo punto e tirare fuori elementi incisivi: «Ci sono due punti su quale ragionare in merito all’atto che discutiamo. Il primo è legato all’inventario delle emissioni in atmosfera, c’è quello dell’Arpa fermo al 2015 ma in ogni caso i valori sono indicativi. Lato C02 i valori possono essere ricavati dalle dichiarazioni ambientali prodotte dalle imprese: 300 mila tonnellate annue da Ast (dirette), poi l’inceneritore Acea che si attesta intorno ai 120 mila, cui se ne aggiungono 40 se dovesse rientrare in esercizio l’altro impianto; ci sono poi le fonti classiche come il riscaldamento per il 190 mila e traffico veicolare per 114 mila (indicato nel Pums), ma sull’inventario Arpa si parla di 170 mila tonnellate annue. Importante in quest’ultimi casi analizzare per singole voci i dati perché è fondamentale capire come agire. Il secondo aspetto riguarda invece l’agricoltura, abbiamo una piana che è coltivata con metodo convenziale e ciò è parte del problema, si produce perdita di biodiversità e del mantenimento della risorsa idrica».

D’Amore e Neri

«I dati? Non sempre hanno adeguati presupposti»

In Comune c’era anche un consigliere regionale ternano, Daniele Carissimi, il promotore della neonata commissione d’inchiesta Terni-Narni: il 46enne avvocato ha spiegato la motivazione che lo ha spinto a percorrere questa strada – «cercare di capire, razionalizzare i dati e audire tutte le persone coinvolte» – e la composizione con tre membri della maggioranza e due della maggioranza. «Alla fine del lavoro sarà redatto un documento finale della Regione che certificherà come l’inquinamento in quest’area sia un problema». «Ho sentito – ha proseguito – delle critiche proprio a causa dei dati. Sì, esistono già, ma non sempre hanno adeguati presupposti. Ad esempio di medie delle malattie tumorali: ora possiamo farlo con degli strumenti diversi rispetto ad anni fa. Arpa? L’inventario è bene che sia aggiornato». Quindi una specifica che farà scattare un paio di consiglieri comunali di minoranza: «Massima attenzione alla divisione tra due argomenti simili, sì, ma diversi. Ovvero l’inquinamento e il problema climatico: quest’ultimo attiene ad un profilo molto più astratto e generale sul quale è più complicato fare delle azioni politiche locali. Molto rilevante l’educazione ambientale nelle scuole. Sarebbe bello inoltre pensare a Terni come simbolo di iniziative green».

Le esponenti delle associazioni

L’industria, i rapporti seri e il ‘potere’ di Ast

A stretto giro è l’assessore comunale all’ambiente Benedetta Salvati a rispondere sul tema: «Di dati ce ne sono molti e le sorgenti di inquinamento le conosciamo. Terni è una città industriale e da questo dobbiamo partire: occorre impostare rapporti seri con le multinazionali perché gli inquinanti si possono ridurre: Ast – la ‘difesa’ – ad esempio con il nuovo impianto ha ridotto di 30 mila tonnellate annue di CO2, in generale le aziende iniziano ad intraprendenre percorsi del genere. Il traffico? Siamo in un’area pianeggiante e che permette trasferimenti diversi rispetto a quelli con le autovetture. Punto molto sul Pums». Breve focus sugli abbattimenti: «Gli abbattimenti hanno riguardato solo i pini ed erano necessari. Sono stati posizionati circa 950 alberi nel contempo». A Paolo Angeletti (Terni Immagina) non è sfuggita la frase di Carissimi ed è lui che ci tiene a sottolinearla: «Il collegamento tra inquinamento ed ambiente c’è. Tre punti sostanziali: il primo è purtroppo l’Ast, magari c’è scarso potere contrattuale perché hanno in mano l’occupazione di molti ternani. Si deve forzare la mano con loro. L’inceneritore sembra che abbia passato tutti i test ma serve di più. Infine il traffico veicolare: l’amministrazione deve procedere con una serie di atti impopolari o comunque esercitare più controllo». Michele Rossi (Terni Civica) ha dato appoggio alle associazioni ringraziandoli per l’opera che svolgono sul territorio: «Cerchiamo di dare una visione un po’ più concreta e personalizzare l’atto, è un copia-incollo di quello generale che vale per tutti. Sull’inventario delle emissioni Arpa ha ragione Neri, bisogna sollecitare su ciò. Non è possibile che dei dati così rilevanti siano fermi al 2015. Assurdo». Sergio Armillei (Lega) ha fatto presente che «la razionalizzazione dei dati tecnici va bene, ma anche quella degli studi epidemiologici. Quelli effettuati non hanno portato a conclusioni definitive, anche Sentieri».

I consiglieri di minoranza

L’incisività del Comune e l’atto culturale

Anche Gentiletti – sulla scia di Angeletti – rimarca il concetto espresso da Carissimi per criticare: «Questo è un primo punto positivo per la discussione, l’atto di FFT presenta anche richieste concrete come l’abbassamento delle emissioni. Non sono d’accordo sul fatto che il Comune abbia poco margine di azione in merito all’emergenza climatica e ambientale. La situazione è serie e va affrontata. L’amministrazione può fare ed intervenire». Stesso leitmotiv per Comunardo Tobia del M5S: «Spero si vada in un’altra direzione. Faccio parte di una di quelle famiglie colpite da una morte per tumore al polmone, non era un fumatore. Siamo in grande ritardo, intanto si potrebbe chiudere l’inceneritore e trasformarlo in un impianto di riciclo rifiuti. Per molti anni si è fatto finta di non vedere».  Sentita tutta la discussione, i ragazzi di FFF hanno chiesto di poter intervenire di nuovo: «L’inquinamento – ancora l’avvocato leghista nel mirino – è collegato ai cambiamenti climatici. Personalizzazione della Dec da parte del Comune? Sì, ogni area ha delle proprie prerogative, ma l’obiettivo è il medesimo. Ci vuole una presa di posizione e di una garanzia delle istituzioni. La Dec non sarebbe in qualche modo un atto culturale?».

Carissimi

Carissimi replica. La votazione

Prima della sospensione chiesta dalla maggioranza, è il consigliere regionale a voler rispondere ai vari interventi precedenti: «Non ho detto che il Comune non può far nulla o poco, ma solo spetta allo Stato la predisposizione strategica sul clima. Un conto è la regolazione dei piani e un conto l’amministrazione. Per quel che concerne l’altra questione dico che i cambiamenti climatici e l’inquinamento sono complementari, ci mancherebbe altro, ho specificato che le soluzioni e gli argomenti sono diversi». Alla fine approvazione all’unanimità con un cambiamento: via la parola ‘dichiarazione’ per ‘riconoscere’ e una modifica riguardante l’impegno – coinvoltimento anche di stampo regionale – del sindaco. Riproposta l’esenzione del bollo auto per le auto elettriche e ibride.

Il gruppo M5S

La polemica su Carissimi: «Grave precedente»

Nel pomeriggio arriva una dura nota del gruppo consiliare pentastellato in merito a Carissimi: «Non si è mai visto nella storia del comune di Terni che durante il lavoro delle commissioni – l’attacco – si convocassero consiglieri regionali a presentare a puro titolo propagandistico le proprie iniziative. Un precedente grave, un atto patronale lesivo dei corretti rapporti tra maggioranza e opposizione. Una sgrammaticatura istituzionale che non può essere lasciata cadere nel vuoto. Propaganda pagata a caro prezzo dai cittadini ternani e svilente nei confronti di quelle associazioni ambientaliste che hanno partecipato ai lavori della seconda commissione per discutere un atto dedicato ai cambiamenti climatici, e per cui non comprendiamo la necessità di compiere l’audizione di un singolo esponente politico che non ricopre nessun incarico istituzionale. Pare evidente che il nuovo corso di centrodestra a livello locale e regionale ci farà assistere ad uno svilimento delle istituzioni in modo ancor più palese e partigiano di quanto visto in questi anni». Da segnalare che Gentiletti aveva fatto notare il mancato invito all’unico membro M5S in Regione, Thomas De Luca.

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