Terni, eroina in casa: nove anni di carcere

Anche 60 mila euro di multa per i due giovani coniugi pakistani arrestati a borgo Bovio dalla squadra Mobile

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Nove anni di carcere e 60 mila euro di multa: queste le pene complessive per i due giovani coniugi di nazionalità pakistana arrestati lo scorso 4 settembre dagli agenti della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni. Mercoledì pomeriggio il 25enne Amir Muhammad ha patteggiato quattro anni e sei mesi di reclusione, oltre a 30 mila euro di multa, di fronte al giudice Biancamaria Bertan. Stesso magistrato che, con le modalità del rito abbreviato, ha poi inflitto identica pena alla moglie Khan Ancela Ayaz, accogliendo le richieste formalizzate in aula dal pm Cinzia Casciani.

La scoperta della polizia

I due erano stati trovati in possesso, all’interno della loro abitazione di borgo Bovio, di circa un chilogrammo di eroina da cui si sarebbero potute ricavare almeno 3 mila dosi per un valore di mercato vicino ai 200 mila euro. Gli investigatori della Mobile, nel corso della perquisizione domiciliare, avevano subito individuato un bilancino di precisione e tre grossi recipienti, simili a dei frullatori, con dentro residui di polvere biancastra. Oggetti usati per trasformare i ‘sassi’ di droga in polvere: un aspetto immediatamente ricollegato, dalla polizia, alla gestione di grandi quantitativi di stupefacenti. E infatti dietro al frigorifero, nascosti in una busta di plastica, c’erano grossi pezzi di eroina per un peso di circa un chilogrammo. Poi in due borselli trovati in camera da letto, 1.400 euro di banconote di vario taglio. Da qui l’arresto in flagrante disposto dal pm Marco Stramaglia.

Pedine ‘logistiche’

L’ipotesi è che la droga fosse destinata al mercato ternano, fatto di tanti consumatori. Fra l’altro i ‘frullatori’ erano risultati strumenti assemblati – molto probabilmente da mani esperte – proprio per la ‘lavorazione’ degli stupefacenti da spacciare. Strumenti peraltro composti da materiali che sul mercato italiano non è possibile trovare. Segno di un’organizzazione solida, ampia e con ramificazioni anche al di fuori dell’Umbria. E di cui i due coniugi, assistiti dagli avvocati Mauro Chiariotti e Maurizio Ballarini di Macerata, erano forse solo una delle pedine ‘logistiche’. Entrambi si trovano ancora in carcere, il giovane a Terni e la moglie a Perugia, ed è possibile che ora i legali difensori presentino istanza al tribunale per chiedere la revoca o quantomeno la revisione delle misure applicate.

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