Terni, ex Milizia: «Danno da risarcire»

Discusso in Corte dei Conti il procedimento legato all’edificio che avrebbe dovuto ospitare la fondazione sulle cellule staminali

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È rimasta sulle proprie posizioni la procura regionale della Corte dei Conti dell’Umbria che mercoledì mattina, a Perugia, ha ribadito il punto di vista maturato nell’ambito degli accertamenti attivati sull’annosa vicenda dell’edificio dell’ex Milizia di Terni. In aula il procuratore generale Antonio Giuseppone ha contestato un danno erariale complessivo di oltre 7 milioni di euro a due ex direttori generali dell’azienda ospedaliera di Terni, Gianni Giovannini e Leonardo Macchitella, altrettanti ex direttori amministrativi del Santa Maria, Roberto Noto e Giuseppe Legato, ed all’ex direttore di Ater, Alfredo Di Patrizi.

Il procuratore Antonio Giuseppone

La cifra corrisponde a quanto investito nel corso degli anni da Ater e Regione Umbria per rimettere a nuovo l’edificio, rendendolo operativo come centro di ricerca sulle cellule staminali. Un progetto nato nel 2004, naufragato fra mille ‘tira e molla’ e che ha lasciato spazio al passaggio di mano della struttura dall’Ater all’azienda ospedaliera – tecnicamente non ancora concluso – per spostare lì i laboratori di anatomia patologica.

La contestazione Per la procura l’investimento – stante il mancato utilizzo dell’edificio nel corso degli anni – ha rappresentato uno sperpero di denaro pubblico. Di contro per l’azienda ospedaliera, in particolare per gli ex dirigenti citati a giudizio, non sarebbe stato possibile dare seguito a qualsiasi contratto di locazione, a fronte di una struttura, di fatto, non ancora terminata. In aula la discussione è stata accesa e particolarmente articolata. Per l’esito, ergo il giudizio di primo grado da parte del collegio presieduto da Salvatore Nicolella, si dovrà attendere ancora qualche settimana. Per le difese, in campo gli avvocati Federica Pasero (Macchitella), Patrizia Bececco (Giovannini e Noto), Mario Rampini (Legato) e Folco Trabalza (Di Patrizi).

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