Vigili urbani, scontro sul salario accessorio

Terni, sindacati divisi sulla firma del contratto collettivo integrativo. Cgil, Ospol-Csa e rsu: «Non graverà sugli altri dipendenti comunali»

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Tre anni di spettanze per i servizi notturni bloccate, spray al peperoncino ‘assente’ da novembre – all’appello mancano i 2.500 euro necessari a comprare le ricariche -, organico carente di 50 unità, a fronte di un’età media del personale in servizio che è arrivata a raggiungere i 56 anni: sono numerose le problematiche con cui devono convivere gli agenti della polizia locale di Terni, ora chiamati anche a far fronte ad una polemica nata in occasione della firma, avvenuta martedì pomeriggio, dell’ipotesi di accordo tra organizzazioni sindacali e Comune relativa al contratto collettivo decentrato integrativo 2019-2021 di tutti i dipendenti di palazzo Spada. Documento sottoscritto da rsu (una parte), Fp Cgil e Ospol-Csa, ma non da Cisl e Uil, e che ora dovrà passare al vaglio dell’assemblea dei dipendenti stessi

La querelle tra sindacati

Un accordo che per la prima volta, in linea con tutte le altre realtà italiane, ha riconosciuto al suo interno un titolo specifico per il personale della polizia locale, prevedendo alcune indennità per il servizio esterno, di funzione e per l’area vigilanza. «Ma solo a Terni – hanno detto mercoledì pomeriggio in una conferenza stampa Desiré Marchetti, Giovanni De Angelis e Alberto Bonifazi, in rappresentanza dei firmatati dell’accordo, rispondendo ad alcune notizie di stampa – si sta cercando di mettere i dipendenti comunali gli uni contro gli altri, facendo passare il messaggio che per avere questi benefici, previsti dal contratto, i vigili urbani dovranno gravare sulle spalle di tutto il resto del personale di palazzo Spada. Non è così». Il riferimento è a parte della produttività a cui potrebbero essere chiamati a rinunciare gli altri dipendenti comunali per far fronte al pagamento di queste indennità a favore della polizia locale. «Ma questo non possiamo ancora dirlo, perché non conosciamo ancora l’entità del fondo accessorio 2019, che quest’anno anzi si incrementerà grazie alle somme che entreranno per effetto dei tanti pensionamenti previsti» ha sottolineato Marchetti, della Cgil.

Il ‘nodo’ servizi notturni

«Rifiutiamo contrapposizioni e spaccature, ogni lavoratore è pagato per i servizi che svolge: il vigile urbano, nello specifico, è chiamato sempre più ad essere un poliziotto a tutti gli effetti, venendo utilizzato, tramite protocolli, anche a svolgere funzioni di controllo del territorio notturni, con le altre forze di polizia, soprattutto nel fine settimana» ha precisato De Angelis, responsabile regionale dell’Ospol-Csa polizia locale. E qui entra in gioco la seconda ‘vertenza’ che vede protagonisti gli agenti, quella relativa ai proventi delle sanzioni amministrative pecunarie che dovrebbero essere utilizzati proprio per pagare questi servizi, ma che il Comune ha bloccato giustificando la scelta con il dissesto economico. Ad ogni vigile impegnato nei controlli spettano circa 1.500 euro l’anno, ma è dal 2017 che il personale non percepisce un euro, continuando dunque a svolgere gratuitamente il proprio lavoro. Su questo fronte è destinato ad aprirsi un contenzioso (giovedì pomeriggio è intanto in programma un tavolo davanti al prefetto per cercare di avviare una trattativa). «Se necessario andremo davanti al giudice per veder riconosciuti i nostri diritti, di sicuro non verrà meno il nostro senso di responsabilità» ha chiarito Bonifazi. «Dal primo novembre – ha continuato – siamo tra l’altro costretti a lavorare senza spray, affrontando i servizi a mani nude. Ora veniamo umiliati da chi fa uscire numeri non reali. Ma noi abbiamo solo chiesto quello che ci spetta».

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