Terni, indagini serrate sulla palazzina esplosa

Proseguono gli accertamenti dei vigili del fuoco e non solo. Due dei tre ustionati sono ricoverati a Terni, il più grave a Roma

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La sensazione diffusa è che sia stata evitata una tragedia di dimensioni ancor più pesanti, pur tenendo presente che fra danni materiali e relativi alle persone coinvolte, il bilancio non può certo definirsi ‘lieve’. Proseguono le indagini in seguito all’esplosione verificatasi sabato pomeriggio a Terni, in una palazzina in via degli Arroni, nella zona di Santa Maria Maddalena. All’origine dell’accaduto, una fuga di gas che ha saturato un appartamento posto al secondo piano, poi letteralmente saltato in aria con tanto di incendio e danni diffusi alle abitazioni vicine. Tanto che sedici interni non sono agibili (è attesa un’ordinanza del sindaco Latini) e le persone che hanno dovuto trovare sistemazioni alternative – assistite dalla Protezione Civile comunale – sono dieci. Sono stati momenti davvero di terrore per i coinvolti e l’intero quartiere. La macchina dei soccorsi – vigili del fuoco, 118, forze dell’ordine – ha però funzionato a dovere.

TERNI, FUGA DI GAS ‘SVENTRA’ PALAZZINA – GUARDA LE FOTO

I feriti

Tre le persone ustionate, presenti nella casa dove lo scoppio è avvenuto, condotte d’urgenza in ospedale. Due di loro – un 40enne nigeriano ed un 45enne originario di Milano ma residente a Terni – vengono curate al ‘Santa Maria’ di Terni. Il primo ha riportato – riferisce l’azienda ospedaliera – ustioni di primo e secondo grado al volto ed agli arti, oltre a fratture multiple per lo sbalzo susseguente la deflagrazione. Il secondo ha invece ustioni diffuse di primo e secondo grado. Attualmente sono sottoposti a terapia antibiotica per evitare l’insorgere di eventuali infezioni. L’uomo che ha invece riportato le lesioni più gravi – un altro cittadino nigeriano – è stato subito trasferito, nella serata di sabato, al centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

Indagini

Il nucleo di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco di Terni sta intanto conducendo, con il coordinamento della procura, le indagini sull’accaduto. Un’ipotesi appare al momento più plausibile di altre: ovvero che l’appartamento – non allacciato alla rete del metano ma rifornito da bombole gpl fisse, esterne e ricaricabili – si sia saturato dopo il rifornimento di gas effettuato sabato, in ragione del fatto che i rubinetti interni l’abitazione erano stati lasciati aperti dopo che il combustibile era finito. Ipotesi che gli inquirenti stanno vagliando al pari di altri aspetti, come le modalità di rifornimento delle bombole in questione e se è presente nello stabile un serbatoio gpl regolarmente denunciato ed in regola con le certificazioni di prevenzione incendi. E non solo. Sul posto era presente anche la polizia di Stato con il capo di Gabinetto Giuseppe Taschetti e il dirigente della squadra Mobile, Davide Caldarozzi. Obiettivo è anche capire a quale titolo i due uomini di origini nigeriane utilizzassero l’abitazione, al pari di altri connazionali costantemente notati dai residenti della zona. Area – quella di Santa Maria Maddalena – già oggetto in passato di indagini da parte delle forze dell’ordine.

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