Terni, l’ex primario ci ricasca: condannato

Pasqualino Ciappetta era stato ‘stangato’ dalla corte dei Conti dell’Umbria. Stessa sorte anche in Puglia, a dieci anni di distanza

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L’ex primario del reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Terni, Pasqualino Ciappetta, è stato condannato dalla corte dei conti della Puglia a versare un risarcimento di 80 mila euro all’università degli studi di Bari e al policlinico di Bari. Il motivo è lo stesso che lo aveva già fatto finire nei guai quando operava in Umbria, ovvero l’aver continuato a svolgere attività di libero professionista nonostante i vincoli di legge imposti dal lavoro di dirigente medico in regime di intramoenia e di docente universitario.

Stesso metodo Pasqualino Ciappetta, 66 anni, è stato primario del reparto di neurochirurgia del Santa Maria dal novembre 2000 al dicembre 2003 e docente, nello stesso periodo, presso l’università degli studi di Perugia. Il fatto che, nonostante gli impegni assunti con ospedale e ateneo, avesse continuato a svolgere attività libero professionale presso la clinica ‘Villa del Rosario’ di Roma, era emerso in seguito alle indagini attivate dalla guardia di Finanza di Terni. A queste aveva fatto seguito una condanna nel 2005, da parte della corte dei Conti dell’Umbria, con un risarcimento complessivo di oltre 120 mila euro in favore dell’azienda ospedaliera ternana e dell’università di Perugia.

L’indagine Nell’aprile del 2010 Ciappetta era finito ai domiciliari in seguito all’indagine sulla ‘sanitopoli pugliese’, incentrata sui presunti favori che l’imprenditore Giampaolo Tarantini avrebbe elargito allo stesso professionista – indagato per concorso continuato in concussione, corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, falso materiale e truffa – in cambio di appalti all’interno dell’ospedale di Bari.

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