Terni ‘malata’: «C’è ancora chi minimizza»

Pierluigi Rainone del circolo Vas torna sulla situazione ambientale della Conca: «Tutelati interessi diversi da quelli dei cittadini»

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«Perché insisto sulle problematiche ambientali della città di Terni? Perché la situazione è pesante, l’aggiornamento dello studio Sentieri lo ha dimostrato, e di provvedimenti strutturali negli ultimi anni non ne sono stati presi. I tumori e le malattie neuro degenerative sono in aumento e il brutto è che si continua a minimizzare».

«La solita storia»

A parlare è Pierluigi Rainone, responsabile del circolo ‘Verdi, ambiente e società’ (Vas) di Terni. «Da anni sosteniamo che la situazione ambientale e sanitaria della Conca ternana è molto seria. I sindaci che si sono succeduti e tutte le istituzioni ad ogni livello, non sempre – anzi raramente – hanno agito in favore della collettività. Troppi interessi di mezzo, troppe posizioni ‘schiacciate’ sull’industria pesante. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, checché ne dica l’ordine dei medici che invece di spingere per provvedimenti netti da parte della autorità, continua a puntare il dito sul traffico e gli impianti di riscaldamento».

«E i metalli pesanti?»

«Non dico che traffico e impianti privati non rappresentino un problema, anzi – prosegue Rainone -. Ma oltre a non aver mai visto misure risolutive su questi fronti, come ad esempio investimenti e provvedimenti per favorire il trasporto pubblico, meglio se elettrico, allo stesso modo non posso che rimarcare come le polveri sottili sono solo un elemento dell’inquinamento. I metalli pesanti, il cromo, il nichel e l’arsenico a chi li addebitiamo? Alle auto? Per questo bisogna, a mio giudizio, dire basta all’incenerimento di rifiuti nella Conca ed occorre un monitoraggio in continuo delle emissioni di Ast. Senza dimenticare la discarica siderurgica di Valle, in larga parte a cielo aperto, che secondo noi va chiusa».

Il convegno

«Dal convegno del 14 settembre, su ambiente e salute a palazzo Gazzoli, ci attendiamo una presa di coscienza e misure tanto nette quanto necessarie. Ad esempio l’interruzione delle attività immediata per le aziende che superano le emissioni consentite da una legge già di per sé permissiva. Chiediamo che a Terni si possa tornare a vivere senza avere sulla testa la mannaia delle patologie. Il parallelismo con Taranto, facendo le debite proporzioni, non è campato in aria. Anzi».

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