Terni: associazione per delinquere truffa malati gravi. Cinque condanne per 7toStand

A sei anni dagli arresti, il tribunale ha emesso la prima sentenza. Anche l’Aism parte civile

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Cinque condanne e un’assoluzione e, soprattutto, il riconoscimento – da parte del tribunale di Terni in composizione collegiale – del reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe nei confronti dei pazienti, affetti da sclerosi multipla e artrite reumatoide, che si erano affidati a loro per trovare una speranza di cura, finendo invece per spendere soldi inutilmente. A poco più di sei anni dagli arresti, scattati per mano della squadra Mobile della questura di Terni e a seguito delle indagini condotte dalla procura nella persona del pm Marco Stramaglia, il processo denominato ‘Seven to Stand’ – dal nome del metodo di cura applicati dal gruppo – è arrivata la prima sentenza, emessa nella serata di giovedì dal tribunale di Terni presieduto da Rosanna Ianniello e composto dai giudici Dorita Fratini e Marco Di Tullio.

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La sentenza

Fabrizio De Silvestri, avvocato 50enne di origini torinesi e residente a Rieti, indicato dagli inquirenti come ideatore del metodo di cura e primo organizzatore della presunta truffa, è stato condannato a cinque anni di reclusione oltre all’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Le altre quattro condanne – tutte a quattro anni di reclusione – riguardano invece la fisioterapista Annalisa Grasso (45 anni di Rieti), l’ingegnere biomedico Edoardo Romani (43 anni di Terni), il medico Pierluigi Proietti (76 anni di Narni) e il farmacista Giovanni Domenico Petrini (65 anni di Rieti). Assolto per non aver commesso il fatto il collaboratore Simone De Marco (42 anni di Cittaducale).

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I risarcimenti

Contestualmente i giudici hanno condannato i cinque a liquidare provvisionali nei confronti di dodici parti civili: 15 mila euro in favore dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e 10 mila euro per ciascuno degli undici pazienti che hanno inteso far valere le proprie ragioni nell’ambito del processo penale. Le somme definitive dovranno essere stabilite, invece, in sede civile.

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I legali

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Francesco Ciabattoni e Daniele Bertaggia (De Silvestri), Lino Ciaccio (Grasso), Alberto Patarini (Edoardo Romani), Manlio Morcella e Marco Gabriele (Proietti), Alberto Trinchi ed Enrico Paroncilli (Petrini), Antonella Santoprete (De Marco). Scontato l’appello da parte del legali difensori dei cinque, anche alla luce delle motivazioni della sentenza che verranno depositate entro i prossimi 90 giorni. Fra gli avvocati di parte civile figurano invece Fabio Fossati (Aism), Francesco Montalbano Caracci, Roberta Marroni.

Perchè l’associazione per delinquere

Secondo l’accusa, l’associazione per delinquere era finalizzata «a commettere una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio e contro l’incolumità pubblica, consistenti in numerose truffe nei confronti di una cospicua pluralità di soggetti affetti da gravissime patologie neurodegenerative (tra cui sclerosi multipla e artrite reumatoide), indotti a versare in loro favore ingenti somme di denaro in cambio dell’applicazione di un asserito ‘protocollo terapeutico’ di loro ideazione denominato ‘7toStand’, falsamente rappresentato come idoneo a garantire chance terapeutiche o comunque di miglioramento delle condizioni di vita in relazione alle suddette patologie, anche attraverso l’assunzione di farmaci (antibiotici, antimicotici, antistaminici) somministrati in specie, qualità e quantità non corrispondenti alle ordinazioni mediche, e per periodi prolungati e reiterati, così da essere nocivi per chi li ha assunti e altresì pericolosi per la salute pubblica».

Parlano le difese

I legali difensori di Pierluigi Proietti, gli avvocati Manlio Morcella e Marco Gabriele, interpellati, criticano il verdetto senza attendere di leggere le motivazioni: «Sin da ora emerge un assurdo – affermano – perché è stata emessa una sentenza di condanna senza che le indagini preliminari e le innumerevoli udienze dibattimentali, abbiano appurato se il protocollo incriminato fosse o meno nocivo. Né il gup, né il tribunale hanno infatti ammesso una perizia volta a dirimere l’essenza della problematica, nonostante in contenziosi civili sia stata acclarata la non lesività del protocollo. Omissione, questa innegabile, di stampo logico prima che giuridico. La concessione delle attenuanti generiche a taluno, piuttosto che la loro non concessione a tutti gli altri imputati – aggiungono – fa poi il resto. Il grado di appello renderà giustizia sul caso mediatico». L’avvocato Alberto Patarini, difensore di Edoardo Romani, oltre a condividere tali critiche, ribadisce «l’infondatezza della condanna e massimamente sulla riconosciuta associazione per delinquere, sebbene priva degli elementi essenziali del reato». L’avvocato Antonella Santoprete, difensore di Simone De Marco – unico imputato assolto – esprime tutta la propria soddisfazione: «Le numerose risultanze probatorie dibattimentali mi hanno consentito di concludere chiedendo l’assoluzione di De Marco. Sono contenta per il mio cliente, che ha dovuto affrontare un processo lungo e delicato che ha portato alla luce la sua reale posizione e l’assoluta e totale assenza di responsabilità penale».

L’avvocato Marco Gabriele

L’avvocato Manlio Morcella

Gli inquirenti

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