Terni, mense e servizi: ancora alta tensione

Piacenti d’Ubaldi attacca: «La petizione non ha ragione d’esistere, qualcuno cerca visibilità politica». Il CoSec: «Il bluff continua»

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Nemmeno 24 ore e il botta e risposta riparte. Da un lato il CoSec, che giovedì ha abbandonato la sala del Gazzoli (con loro diverse associazioni dei consumatori, Uil, Usb e Rsu del Comune – in segno di protesta durante l’illustrazione il percorso decisionale per la riorganizzazione dei servizi di refezione scolastica, dall’altro il Comune. L’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi mette sul tavolo i dati, dall’altro lato ancora accuse e un annuncio: martedì, al primo gruppo di lavoro in Siviera, il CoSec ci sarà. Ma solo per un «presidio democratico», specifica Rodolfo Graziani.

D'Ubaldi Malafoglia mense FarinacciLa vittoria della città L’assessore al bilancio parla del mantenimento delle cucine in loco come «una vittoria della città, un obiettivo raggiunto con il confronto costruttivo, senza posizioni preconcette, un primo traguardo che supera posizioni e dichiarazioni a dir poco premature».

Ritirare la petizione: «Non siamo intimoriti» Poi la prima stoccata: «Ecco, a tal proposito, mi aspetto che ora venga ritirata la petizione avanzata da alcuni elementi sindacali, perché ora non ha più alcuna ragione d’essere. Perché c’è chi ha colto l’occasione per strumentalizzare, ribadire posizioni preconcette, per utilizzare il tema, effettivamente delicato, della sana alimentazione e dell’educazione alimentare, perché alla ricerca di visibilità politica o di ruolo sindacale. Noi non ci lasceremo intimorire, proseguiamo nel lavoro avviato, nel confronto con i tanti soggetti interessati, nella convinzione che arriveremo a costruire un nuovo servizio mensa che possa essere un modello per tutto il Paese, sicuramente tra le prime cinque città di Italia».

COMITATO COMMISSARI MENSE A GAMBA TESA SUL COSEC

Rodolfo Graziani durante l'incontro

Rodolfo Graziani durante l’incontro di giovedì

Migliorare e adeguare Su chi non ha aderito alla contestazione, D’Ubaldi aggiunge che «le posizioni a questo punto sono molto chiare. Ci sono molti genitori, operatori della scuola, organizzazioni sindacali, che sono realmente interessate alla qualità del servizio mensa e che hanno colto il senso della riorganizzazione quale scelta riformista e di innovazione per migliorare e adeguare un servizio pensato 40 anni fa; c’è l’amministrazione comunale che ha posto il tema dell’innovazione nei servizi scolastici e del servizio mensa perché fermamente convinta che occorra adeguare alle nuove esigenze i servizi pubblici e perché ritiene che sia possibile coniugare la politica della qualità con quella dell’equità dei costi».

I numeri Ed eccoli i dati tanto invocati. La modalità diretta (prevede la cucina in loco con personale comunale e/o operatori delle cooperative organizzate in associazione temporanea d’Impresa) 14 scuole; 106 mila e 258 pasti annui. La modalità indiretta (prevede la cucina in loco con personale della ditta, gestore esterno del servizio, o la cucina centralizzata con pasto trasportato) 392 mila e 166 pasti annui (con cucina in loco: 27 scuole; 336 mila e 588 pasti annui – con pasto trasportato: 9 scuole; 55 mila e 578 pasti annui. Totale in loco: modalità diretta più indiretta: 41 scuole, 442 mila e 96 pasti annui. Totale pasti consumati anno scolastico 2014/15: 498 mila e 425.

mensa scuolaLe spese Il costo totale – si legge nei dati del Comune – della refezione scolastica ammonta a 3.038.000 milioni di euro, di cui 1.801.000 per la modalità indiretta (in loco e trasportato) e 1.237.000 per la modalità diretta (comprensiva delle spese di derrate alimentari, personale dipendente (cuoche ed amministrativi) ed ausiliari esterni, utenze.

Le entrate infine ammontano a 1.159.000 milioni di euro: 1.043.000 per le rette, 108 mila di contributi statali e 8 mila di contributo comunitario.

Il CoSec si dice soddisfatto del mantenimento delle cucine in loco. Poi sul resto è battaglia: «L’unico dato positivo è che le cucine restano in loco, parola di assessore. Questo punto, dopo mesi di contestazioni iniziate il 21 dicembre 2015 al consiglio comunale, lo abbiamo ottenuto. Su parola d’onore dell’assessore. Ma tutto inizia e finisce qui. Il Comune è rimasto solo con se stesso: in sala sono rimasti solo dirigenti e funzionari del Comune, la Asl, qualche dirigente scolastico, ma non gli operatori scolastici che sono usciti tutti, e, purtroppo, la Cisl e Cgil aprendo qualche problema con le proprie rappresentanze nelle Rsu del Comune».

Stefano Romani e Chiara Dottori del CoSec

Stefano Romani e Chiara Dottori del CoSec

La replica Accuse di strumentalizzazione politica: «Ne è il segno il cinguettare degli Assessori Piacenti e Malafoglia su presunte strumentalizzazioni politiche e su fantomatici ‘strumenti tecnici di partecipazione’. Invitiamo gli assessori ad essere sereni e a mantenere la calma. Ripetiamo: il CoSec non è strumentalizzato e non è facilmente strumentalizzabile. Aderiscono i genitori e, come cittadini con diritti civili, ognuno ha la sua storia personale e la propria professionalità. Ogni atto è il prodotto di un processo decisionale democratico proprio. Il CoSec è aperto a tutti gli operatori scolastici e a tutti i cittadini che sono sensibili e si riconoscono nei nostri obiettivi, quindi invitiamo anche la Cgil e la Cisl a partecipare alle nostre riunioni allargate e assemblee. Tale partecipazione è una libera scelta di ogni organizzazione».

Operazione di marketing  «Gli strumenti tecnici – prosegue il CoSec – di partecipazione sono uno specchietto per le allodole. Non solo il processo partecipativo è in ritardo, ma si apre e si chiude in piena festività pasquale: 24 marzo – 30 marzo. Eventuali proroghe sono ‘a concessione di‘, per ‘grazia ricevuta’. Le istituzioni in uno Stato democratico parlano per ‘atti concreti’, delibere. Questa rappresentazione della partecipazione puzza di comunicazione istituzionale. Una grande operazione di marketing del Comune. La società di consulenza pagata per ‘facilitare’ serve a produrre solo una pubblicazione, una comunicazione efficace per il Comune, pagata dai soldi dei contribuenti. Ma nulla di più, non serve per risolvere i veri nodi del problema refezione scolastica e dei servizi educativi comunali. Se il Comune avesse fato partire il processo partecipativo nei tempi giusti e su un piano di trasparenza e di rispetto reciproco poteva risparmiarsi i soldi della consulenza e della successiva pubblicazione che, in tempo di tagli sarebbe stato un segnale, con risultati certamente più efficaci e condivisi».

I tavoli tecnici

I tavoli tecnici

«Presidio democratico» Caos e abbandoni, ma il 29 marzo il CoSec sarà presente in Siviera: «Per questi motivi nella riunione – si chiude il comunicato – di giovedì il CoSec ha deliberato di essere presente martedì 29 marzo alle ore 15:00 per l’inizio dei lavori del tavolo tecnico alla Siviera. Noi del CoSec continuiamo a essere nel dibattito cittadino per il bene delle future generazioni contro chi specula anche sul cibo da dare ai bambini». Dietrofront dunque? Non proprio: «Noi ci saremo – specifica Rodolfo Graziani – per un presidio democratico, d’altronde la Siviera è un luogo pubblico». Magari sarà l’occasione per mostrare le 40 pagine della documentazione prodotta sul tema. La ‘partita’ prosegue.

Palazzo Spada

Palazzo Spada

Sindacati e Rsu Comune di Terni sono in appoggio al CoSec: «Giovedì è stato esperito, c/o la Prefettura di Terni, il tentativo di conciliazione tra l’amministrazione Comunale di Terni, la Rsu e le OO.SS. Uil, Csa, Usb, Cgil, Cisl (Lucci e Diamanti, rimasti ad ascoltare i ‘facilitatori’, ndr) a seguito della dichiarazione dello stato di agitazione del personale dei Servizi Educativi Comunali, deciso dall’assemblea del 16 u.s., in riferimento ai contenuti della Del. G.C. n.25/24.02.2016. L’assemblea, la Rsu e tutte le OO.SS. avevano chiesto il ritiro della suddetta delibera in quanto in primo luogo mette insieme, in maniera impropria perché si rischia di sottrarre dignità ad entrambe le questioni, la riorganizzazione dei Servizi Educativi Comunali e quella del servizio di refezione scolastica, peraltro istituendo solo per quest’ultimo, un tavolo di lavoro partecipato. L’amministrazione comunale, ad agosto 2015, aveva attribuito alla impossibilità ad assumere personale in sostituzione di quello collocato a riposo, la momentanea riduzione/chiusura di alcuni servizi. Con la delibera di febbraio, (oggetto della nostra richiesta di ritiro), invece si scoprono i veri intenti. Vi è infatti scritto che ‘evitare nuove assunzioni’ non è  impossibile ma è un chiaro intento di questa amministrazione: questo atteggiamento ne dimostra l’inaffidabilità rispetto agli impegni assunti e alimenta le preoccupazioni degli utenti e del personale, anche in relazione alle ricadute occupazionali. Pertanto, a fronte della totale chiusura, da parte dell’amministrazione comunale, rispetto alle richieste sindacali di ritiro di quella delibera di Giunta e dell’avvio di un percorso di partecipazione trasparente e condiviso per una riorganizzazione dei Sec. incentrata su un concreto potenziamento ed ampliamento dei Servizi Educativi, la Rsu e le OO.SS. hanno confermato lo stato di agitazione del personale dei Servizi Educativi Comunali». Annunciate iniziative di protesta nei prossimi giorni.

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