Terni, No Inceneritori: «Conta morti? Basta»

Fabio Neri e Carlo Romagnoli (Isde) partono dalle risultanze di ‘Sentieri’ per chiedere a Comune, Regione, Arpa e Usl azioni precise

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Torna alla carica il comitato No Inceneritori che, insieme a Isde – Medici per l’Ambiente, chiede alle istituzioni (Comune, Regione, Arpa e Usl) di attuare quella prevenzione che finora non c’è stata sull’area di Terni, per prevenire le gravi patologie date in aumento – anche fra i più giovani – dall’aggiornamento dello studio ‘Sentieri’.

«Il territorio è inquinato»

«Durante la presentazione dello studio Sentieri aggiornato – afferma Fabio Neri del comitato No Inc – è stato più volte affermato come le attuali evidenze siano di per sé già sufficienti per operare scelte chiare rispetto alle diverse fonti di emissioni. Quanto dicevamo già anni fa insieme a Medici per l’Ambiente ha finalmente raggiunto il consenso generale necessario. Ora Isde Umbria e lsde Temi hanno aggiornato la loro valutazione sulla situazione del Sin di Temi – Papigno a partire dai dati di emissione di Ast presenti nel sito del Registro europeo delle sostanze inquinanti e di ‘Sentieri’».

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«Il focus fatto sull’incidenza di patologie in età pediatrica e adolescenziale deve suonare come chiaro segnale di un punto di non ritorno rispetto alle priorità da assumersi come comunità e istituzioni. È evidente – osserva il comitato No Inceneritori – come tra i determinanti di salute dei ternani, oltre agli stili di vita e ai fattori socio economici, giochino un ruolo fondamentale i contaminanti originati dal compatto siderurgico, traffico, riscaldamento e inceneritori, cioè quindi dalle esposizioni involontarie rispetto alle quali come esposti sappiamo ben poco su come difenderci. Sappiamo ben poco perché negli ultimi venti anni nessuna delle agenzie deputate alla prevenzione e al controllo ha dato alcuna indicazione rispetto alle esposizioni involontarie, anzi spesso sono state, insieme alla politica, tra i soggetti che negavano il nesso tra inquinamento e salute nella conca».

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L’Ecodistretto «per dire basta alla conta dei morti»

Comitato e Isde mettono in fila alcuni punti prioritari, chiamando in causa chi decide. Sia sul piano della prevenzione che della diffusione delle corrette informazioni: «Regione Umbria e Comune di Terni dovranno definire in chiave un quadro entro cui sarà possibile operare dei vincoli all’uso delle matrici ambientali, per mantenere la stabilità e l’equilibrio dell’ecosistema (suolo, aria, acqua e quindi gli alimenti), in una prospettiva ecologica ampia volta più alla prevenzione piuttosto che alla ‘cura’. Tutto ciò per raggiungere l’obiettivo che non si basi più sulla conta dei morti, di cui ci si accorge a volte a distanza di molti anni, ma concentrandosi sull’esposizione della popolazione a potenziali danni conseguenti alle attività umane (uso della chimica in agricoltura e altre attività quotidiane, produzioni industriali impattanti, traffico veicolare, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e speciali…). A questo quadro generale diamo il nome di ‘Ecodistretto’ alla cui definizione parteciperà la cittadinanza attraverso assemblee, convegni e mobilitazione, ma saranno Regione e Comune a doverne dare una formulazione vigente e cogente».

SCARICA L’AGGIORNAMENTO DELLO STUDIO ‘SENTIERI’

I ‘richiami’ ad Arpa e Usl: «Perchè non informano?»

«Arpa Umbria – prosegue il comitato rappresentato da Neri – dovrà rendere pubblico sul suo sito istituzionale un report trimestrale delle analisi svolte presso gli impianti inquinanti ed eventuali anomalie riscontrate sulle matrici aria, acqua, terra, nelle more ovviamente della normativa vigente sulla pubblicazione dei dati. Non è pensabile che solo nel momento in cui una anomalia è visibile dai più, se ne venga a conoscenza, altrimenti nulla si sa. Così come è necessario un piano di caratterizzazione dei contaminanti e relative fonti di emissioni. Esistono diverse esperienze in questo senso. La Usl dovrà comunicare alla cittadinanza quali misure di prevenzione vanno prese rispetto alle esposizioni involontarie. Riprendendo il focus fatto da ‘Sentieri’ su incidenze in età pediatrica e adolescenziale, è bene che l’azienda indichi quali siano i luoghi e i comportamenti a rischio per i bambini, oltre ovviamente per la popolazione adulta».

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