di Francesco Fossati Presidente del Circolo Legambiente Amerino, Alessandra De Simone del CSP della Tuscia e Laura Ferri dell’associazione Naturis di Penna
Nonostante la torrida estate di quest’anno, fra luglio e settembre sono state raccolte più di mille firme che richiedono la revoca del nulla-osta per la costruzione di una centrale a biomassa nel territorio di Giove.
Le associazioni (Legambiente di Amelia, CSP della Tuscia, Naturis di Penna, Club della Teverina, Meetup Le stelle non stanno a guardare di Amelia e valle del Tevere) e alcune aziende agricole locali che hanno promosso questa iniziativa, hanno consegnato venerdì pomeriggio al Comune di Giove 1300 firme raccolte nei 7 comuni che maggiormente sarebbero danneggiati dagli effetti nocivi dell’impianto in progetto.
Se si pensa che in Italia si può proporre una legge di iniziativa popolare con meno dello 0,1% di firme della popolazione e un referendum abrogativo con l’1% di firme della popolazione, qui siamo molto oltre, siamo oltre il 5% della popolazione dei comuni coinvolti. Come minimo dovrebbe essere rimessa in discussione l’autorizzazione.
Venerdì pomeriggio una delegazione colorata di persone di varie età e provenienze, si è ritrovata a Giove per la consegna delle firme, indossando tutti almeno un indumento di colore bianco per identificarsi e produrre curiosità nel resto della popolazione.
Poi si è diretta a piedi in Comune affollando festosamente per alcuni minuti l’ufficio dove il plico di fogli è stato quindi protocollato.
Con la consegna di queste firme non finisce niente. Inizia in realtà un nuovo periodo in cui le forme di informazione della popolazione e di persuasione o pressione verso le istituzioni locali, saranno diversificate e si intensificheranno.
Non è possibile che, a tre anni dallo scadere degli incentivi europei per questo tipo di impianti, che sono praticamente dei piccoli inceneritori dato che possono bruciare anche i rifiuti, degli imprenditori pretendano di mettere a rischio la salute della gente proprio ora che l’Europa sta prendendo una direzione diversa dissociando la produzione energetica dallo smaltimento dei rifiuti.
I sindaci, come tutori della salute dei propri concittadini, non possono permetterlo. Perciò chiediamo al sindaco di Giove di ritirare il nulla-osta concesso.