Terni, omicidio Bellini: sentenza più vicina

Illustrati gli esami genetici: Andriy Halan avrebbe agito da solo. Sotto la lente impronte digitali e telefonino. Udienza a febbraio

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Dna, impronte digitali e analisi dei dati trasmessi con il telefonino da Andriy Halan, il 44enne ucraino accusato dell’omicidio del 53enne ternano Sandro Bellini, avvenuto lo scorso maggio. Il cadavere dell’uomo, con la testa fracassata, era stato ritrovato nelle acque del Velino – fra Marmore e Greccio – undici giorni dopo la scomparsa. Ciascuno dei tre tasselli, parte integrante del processo con rito abbreviato in corso di fronte al tribunale di Terni, è destinato ad andare al proprio posto. Al momento solo il primo – quello genetico – ha visto concludere il lavoro del perito incaricato dal giudice Massimo Zanetti, la professoressa Carla Vecchietti dell’università La Sapienza, e lunedì mattina i contenuti dell’analisi sono stati illustrati in aula.

Il recupero del corpo

Dna Dalla perizia emerge che, al di là di una macchia di sangue individuata sul corpo della vittima – da cui però non è stato possibile estrarre il Dna per la lunga permanenza del cadavere in acqua – gli unici elementi ‘genetici’ giungono dal coprivolante dell’auto del presunto omicida: lì ci sarebbe solo il suo ‘profilo’ e nessun altro. Un aspetto che spinge l’accusa ad ipotizzare, come fatto finora, che Andriy Halan abbia fatto tutto da solo. Senza le ‘complicità’ che lui stesso aveva genericamente indicato nei momenti successivi l’arresto, cioè che il delitto era stato compiuto da alcuni non meglio identificati soggetti di nazionalità straniera, ‘ingaggiati’ in un bar dal 44enne ucraino per dare una ‘lezione’ a Sandro Bellini, ‘colpevole’ di frequentare l’ex compagna a cui Halan era ancora legato.

L’avvocato Francesco Mattiangeli

Telefonino e impronte Gli esiti delle perizie sul telefonino Samsung dell’imputato – quello con cui avrebbe comunicato con i ‘sicari’ via bluetooth – così come sulle impronte digitali individuate su alcuni reperti, fra cui lo stesso cellulare, verranno illustrati nella prossima udienza fissata per il 23 febbraio, data in cui il giudice Massimo Zanetti potrebbe emettere la sentenza. Andriy Halan è accusato di omicidio volontario – aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dall’aver agito per motivi abietti e futili -, di occultamento di cadavere e dell’incendio dell’auto di Sandro Bellini, data alle fiamme in un bosco nei pressi di Marmore. Il presunto omicida è difeso dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini mentre i familiari della vittima si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Renato Chiaranti di Terni.

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