Terni: «Opposizioni vogliono contare»

Con gli interventi di Valentina Eusebi (Socialismo patriottico), Luca Proietti Scorsoni (FI) e Marco Cecconi (FdI-AN) riprende il dibattito su un corsivo di Walter Patalocco su umbriaOn

Condividi questo articolo su

Un ‘corsivo’ di Walter Patalocco, nel quale aveva affrontato il tema della politica e del modo di interpretarla da parte delle forze di opposizione a Terni, aveva suscitato una serie di prese di posizione – quelle di Marco Celestino Cecconi (FdI-An), di Luca Proietti Scorsoni, di Francesco Maria Ferranti di Forza Italia e di Giovanni Ceccotti (Progetto Terni). Lo stesso Patalocco, poi, aveva proposto un ulteriore riflessione e qui di seguito riportiamo tre diverse repliche. Perché il dibattito è interessante.

di Valentina Eusebi
Responsabile provinciale di Terni di ‘Socialismo patriottico’

Caro Direttore,

all’affermazione secondo la quale a Terni, come ha scritto Patalocco, l’opposizione non c’è e al dibattito che ne è scaturito, siamo certi che seguirà un’analisi non meno ardita del governo della città: esiste; si basa su cose concrete; si connota in un progetto, un’idea; in sei anni e mezzo di ‘amministrazione Di Girolamo’ ha prodotto qualche buon risultato; c’è un orizzonte definito verso il quale siamo diretti per questi tre anni e mezzo che mancherebbero alla fine naturale del mandato o, piuttosto, navighiamo a vista? Ci sono, da qualche parte, commentatori che vogliano intraprendere anche questa (certamente più scomoda) analisi…?

Un sindaco, per legge, ha poteri che un presidente del Consiglio neanche si sogna. L’opposizione ha solo il potere di proporre, controllare, censurare o condividere. E questa è una prima grande differenza: che merita senz’altro una discesa in campo dei tuoi migliori commentatori, per verificare le idee di chi ci governa e se per caso queste idee siano state tradotte in concreto.

A noi risulta, per esempio, che a palazzo Spada i grandi temi del governare Terni siano stati sollevati solo da parte dell’opposizione. Ambiente, ciclo dei rifiuti, traffico e mobilità alternativa, il ruolo che le istituzioni possono e devono giocare per salvaguardare un patrimonio e un’eccellenza come le acciaierie, rilancio o riconversione degli altri siti produttivi anche in un’ottica di ‘area vasta’ e cioè in collaborazione con i Comuni vicini, diritto alla casa e ai servizi educativi per l’infanzia, diritto alla sicurezza, quale futuro per l’università, quale futuro per le nostre più significative istituzioni culturali (come il Briccialdi, il teatro comunale o il Caos).

Ecco, se fosse stato per le forze di maggioranza, neanche i tuoi commentatori potrebbero smentirlo in alcuna maniera, di tutte queste cose non se ne sarebbe mai parlato. Cosa è accaduto poi? E’ accaduto che la maggioranza, tirata per il collo (un’interrogazione delle minoranze, un atto di indirizzo, una richiesta di consiglio comunale straordinario, sempre delle minoranze), ha fatto buon viso a cattivo gioco. Magari hanno provato a scopiazzare un atto di indirizzo altrui, indorando la pillola e presentandone un altro (sempre il giorno dopo). Magari hanno dovuto cedere alla richiesta di un dibattito in aula (purché rigorosamente a porte chiuse, come nel caso dell’ambiente). Dopo di che, il nulla totale: proprio come per l’ambiente, questione sulla quale stiamo ancora aspettando che sindaco e giunta mantengano la promessa di convocare quegli ‘stati generali’ che, finora, sono rimasti solo sulla carta.

Il gioco deprimente del ‘copia e incolla’, ormai, è diventato quasi una roba da caricatura…: con una maggioranza che – completamente a corto di idee ed in forte imbarazzo su tutti i fronti – insegue l’opposizione atto dopo atto, per non farsi scavalcare, per non essere da meno, insomma per fare leva sui numeri e portare a casa l’approvazione di un ‘proprio’ documento sulle questioni aperte dalle minoranze, salvo lasciarli tutti nel dimenticatoio. Diciamo che, se le opposizioni, e solo le opposizioni, non fossero così attive e propositive come invece sono, su tanti e tanti temi caldi la produzione di atti politici da parte della maggioranza (in assenza di materia prima da copiare) ne risulterebbe dimezzata… E per fortuna che ‘l’opposizione non c’è’.

Cercare di coinvolgere la maggioranza che ci governa in una discussione fattiva su tante questioni è come rimbalzare su un muro di gomma, autentica specialità di Di Girolamo, Cavicchioli e giù a cascata. Nel frattempo, i soldi dei ternani vanno in fumo: nella deriva di società e consorzi pubblici usati come carrozzoni; nella maxi-bufala milionaria delle varie Atc; nel fallimento dell’Isrim; nell’aborto di Asm-Lab; nella chiusura dell’Usi; nella morte annunciata di Terni reti (magari a fine mandato, tanto ormai…); negli anni e anni di bilanci in rosso delle farmacie comunali (le uniche a Terni a non fare utili per svariati lustri). I soldi dei ternani andranno in fumo adesso che sta arrivando al pettine la natura del tutto virtuale di entrate con le quali si è cercato sulla carta di chiudere in pareggio gli ultimi bilanci. Tutte cose che le opposizioni, mentre la maggioranza faceva spallucce, hanno denunciato in ogni modo, restando inascoltate.

Alle forze di governo interessa tirare a campare, coltivare piccole clientele, arrivare più o meno in piedi alla scadenza della consiliatura e magari continuare a tenere le mani sulla città grazie alle decine di migliaia di ternani che, ormai delusi e disgustati, si tengono lontani dalle urne. Certo, l’area ‘anti-governativa’ ha bisogno di una nuova casa. Ha bisogno di un salto di qualità del centrodestra ternano, al quale sicuramente manca ancora molta strada per raggiungere la necessaria coesione, ma certo non mancano né le idee, né le persone. Dalla nostra, abbiamo anche un’altra marcia in più: la passione. Tra di noi, tra l’opposizione, nelle sue rappresentanze politiche e consiliari, nel movimento di opinione che io insieme ad altri rappresento, di professionisti della politica non ce ne sono, né c’è gente che vive o è vissuta di carriere garantite dal partito.

C’è invece tanta voglia di non rassegnarsi a che il San Lucio diventi un ghetto di proprietà di una delle più grosse coop sociali della città; c’è disponibilità a prendere una sala del Gazzoli per esprimere un’opinione fuori dal coro e pagarsela di tasca propria senza chiedere contributi e patrocini. L’opposizione c’è quando qualcuno partecipa a una gara anche se sa che perderà nonostante sulla carta avrebbe vinto. L’opposizione c’è ogni qual volta ti alzi e decidi di fare qualcosa per il bene della città senza pensare se la cosa andrà a vantaggio di questo o quello. L’opposizione c’è stata quando una certa città si è rifiutata di farsi prendere in giro da candidature surreali come quella di Terni a capitale della cultura. Di materiale sul quale scrivere editoriali e corsivi ce n’è in abbondanza. A quando le prossime puntate?

di Luca Proietti Scorsoni
Segreteria Comunale Forza Italia Terni – Responsabile Comunicazione

Gent.le Walter Patalocco, inizio tale missiva porgendole i miei personali ringraziamenti. Ed il perché è presto detto, oltre che facilmente intuibile. Grazie al suo corsivo, riguardante i destini dell’opposizione ternana, non solo è riuscito ad affrontare degnamente un tema molto delicato, specie in questa particolare fase culturale e sociale della città, ma ha permesso anche l’avvio di un dibattito che mi auguro possa assumere i connotati di un ragionamento collettivo e di ampio respiro sulla destra locale e non solo.

Chissà, magari potremmo fissare alcuni concetti e tentar di scorgere almeno uno squarcio di luce in fondo al tunnel. Nonostante, o magari proprio in quanto, la sua collocazione politica è distante dalla mia reputo il suo contributo decisamente stimolante. In primo luogo perché non viziato da alcuna faziosità preconcetta e poi in quanto la sua penna ha toccato corde assai dolenti. Dolenti per me, per l’opposizione, per la destra. Per Forza Italia. Anche se, giunti a leggere fino a questo punto, alcuni potrebbero storcere il naso nel vedere accostato il nome del mio movimento a quella che io considero una categoria dello spirito piuttosto che un mero contenitore partitico. Ma tant’è.

Vede, Patalocco, chi le scrive era poco più che imberbe ai tempi di Ciaurro. Eppure, a distanza di anni, ogni volta che un protagonista dell’epoca mi rende l’onore di condividere un qualche aneddoto di quell’avventura, umana ancor prima che politica, non mi risulta difficile percepire l’importanza del progetto che fu, di sentire quasi fisicamente l’impronta plastica che il professore impresse sul tessuto civile ed economico della mia città. Insomma, se perfino lei ha sentito la necessità di vergare delle righe in ricordo di quella parentesi temporale un motivo ci sarà.

Affrontare in maniera minuziosa le dinamiche di cambiamento che hanno travolto o coinvolto Terni, da un ventennio a questa parte, mi porterebbe via troppo tempo. Di certo, nella mia area partitica, vi è stata indubbiamente una narrazione che, durante il suo dipanarsi nelle varie fasi politiche che hanno caratterizzato Terni, pian piano si è sfilacciata, ha perso smalto e vigore. In pratica ci siamo trovati con un racconto dove la trama era assente ed il protagonista latitante. Le colpe, direbbe Pirandello, sono di uno, nessuno e centomila. Voglio dire: nulla da obiettare sulle tattiche consiliari dei nostri rappresentanti, anzi: chapeau!

Parimenti vi sono delle intuizioni propositive davvero valide. Il problema sta, se così si può dire, a monte: in sostanza manca una visione corale, un sogno, uno slancio onirico che funga da collante tra le differenti sensibilità liberali e conservatrici annidiate nella nostra porzione di mondo. Al pari di Ciaurro dovremmo coagularci attorno ad un disegno di stampo fusionista, ovvero una costruzione unitaria nella quale Forza Italia e le altre compagini assolvano un ruolo funzionale ed essenziale. La grande lezione di Ciaurro è stata quella di riversare in ambito politico il concetto di ‘sinergia industriale’. Ovvero fare in modo che l’unione delle forze abbia un peso maggiore rispetto alla semplice sommatoria delle singole sigle. Per quel che mi compete tenterò di completare questo disegno lasciato a metà. Cordialmente.

di Marco C. Cecconi
Capogruppo FdI-AN in consiglio comunale

Noi non sappiamo cosa avrebbe fatto Keynes di fronte alle nostre Acciaierie, così privatizzate, tra Bruxelles e Berlino, da essere diventate una faccenda privatissima del signor Krupp e pochi altri, pur se l’acciaio per l’Italia continua ad avere una rilevanza tale da collocarsi senz’altro nella sfera degli interessi collettivi e, quindi, in un certo senso pubblici.

Sappiamo quello che non ha fatto il governo nazionale al riguardo: ovvero, dotarsi di una politica industriale e far valere in qualche modo la strategicità della produzione ternana. E sappiamo quello che abbiamo fatto noi, nel nostro piccolo: ovvero sostenere in tutti modi, dall’aula consiliare a quelle parlamentari, a Terni come a Roma, mettendoci più della faccia, la necessità di un intervento correttivo dello Stato (contro le storture del mercato e dell’Ue), per dirla con Patalocco o Keynes che sia.

L’abbiamo fatto da forza di opposizione, con toni quantomai pacati. Fatto sta che l’argomento non è mai stato neanche messo in agenda come tema di discussione.
Vivibilità urbana, sistema dei rifiuti, mobilità (proprio le questioni a causa delle quali in queste ore Legambiente e Sole24ore ci bollano come città ‘ingessata e incapace di rinnovarsi’; questione morale; politiche culturali; prospettive di sviluppo o regressione (area di crisi complessa sì, area di crisi complessa no). Sono altrettante ‘cose’ (come le scelte mancate sull’acciaio italiano) che le opposizioni e solo le opposizioni hanno portato a Terni, nell’arco dell’ultimo anno, all’attenzione del consiglio comunale e della città: salvo vederle trattare ad una ad una come la classica spazzatura che si nasconde sotto al tappeto.

E allora, se le cose stanno così (e come risulta persino agli atti, se uno avesse la pazienza di consultarli), non solo non si capisce quali siano queste ‘cose’ del mancato dibattito sulle quali (?) si lamenta Patalocco ascrivendone la responsabilità, tanto per cambiare, alle forze di minoranza.

Semmai, ci si chiede quand’è che Patalocco dedicherà la sua attenzione a quel ‘progetto che non c’è’ in chi ci governa da sei anni (solo per parlare del sindaco attuale e le sue giunte) e si è impegnato a farlo per altri quattro anni ancora. Il problema, insomma, non è chi sarebbe il candidato del centrodestra se si votasse ora e non nel 2019 come invece dev’essere. Non siamo a un telequiz. Il problema è l’assenza di un ‘obiettivo generale chiaro e definito’ che, come Patalocco si è lasciato sfuggire, manca alla maggioranza: la quale, oltretutto, come se non bastasse, si permette pure di essere per lo più cieca e sorda alle richieste e proposte altrui. Siamo certi che, al riguardo (per quanto poco o tanto possa entrarci tutto ciò con Keynes o chi per lui), d’ora in avanti tra i corsivi settimanali di UmbriaOn ne leggeremo delle belle.

PS: La struttura polifunzionale per sport motoristici che abbiamo proposto non è ‘una bella cosa per chi è appassionato di motori’, così come le acciaierie non sono una cosa importante per i soli appassionati di acciaio, ma anche per un sacco di altra gente. E forse è questo angusto orizzonte, sommato a metodi da strapaese, che finora ha fatto scontare a progetti come questo e tanti altri solo il destino annunciato del fallimento, di un’idea e di un sistema.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli