Terni, Pasculli (M5S): «Chi controlla il Caos»

I pentastellati hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare i problemi che la quarta commissione Controllo e Garanzia ha rilevato sulla gestione del Caos

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«La quarta commissione Controllo e Garanzia ha condotto a degli approfondimenti circa la convenzione e la gestione del sistema museale Caos». Questo si legge nella premessa della relazione della commissione presieduta dal pentastellato Federico Pasculli. «A seguito delle discussioni e delle audizioni sono emersi argomenti di interesse», continua la premessa.

Le motivazioni «Ho organizzato questa conferenza stampa perché il presidente del consiglio comunale, in aula, ha letto soltanto l’esito della votazione, senza leggere le motivazioni e le questioni sollevate. La discussione non c’è stata. Mi sembrava quindi doveroso fare il punto della situazione del sistema museale», dice Pasculli. I problemi sollevati dalla quarta commissione sono diversi: la situazione della Tari (tassa sui rifiuti) del Caos, il pagamento dei lavori effettuati da Civita all’interno del sistema museale Caos, il contenzioso relativo ad alcune fatture del teatro Verdi, la canna fumaria del Fat, la sicurezza dei locali, la situazione debitoria di Civita verso il Comune e il controllo sull’operato di Civita da parte del Comune.

FEDERICO PASCULLI SPIEGA I MOTIVI DELLA CONFERENZA – VIDEO

Il bando La gestione del Caos è stata affidata alla società esterna Civita che se l’è aggiudicata un bando da 2.624.509 euro (+Iva) per la durata di cinque anni. «L’amministrazione comunale ha scelto l’offerta culturale di questo gestore. A noi – dicono i 5 Stelle – non interessa giudicare se la scelta è stata fatta bene o male, ma quello che ci interessa sapere è se il gestore si è effettivamente attenuto a quello che aveva proposto. Ad esempio il famoso caso del Capodanno al Caos del 2014. Il problema non è che hanno fatto la festa, il problema ci sarebbe stato se la festa non si fosse fatta perché nell’offerta culturale erano previsti i festeggiamenti in quella location. Fin qui tutto bene. La questione che solleviamo è quella della sicurezza. E quando diciamo sicurezza non ci riferiamo solo alla sicurezza delle opere, ma soprattutto a quella delle persone».

LA RELAZIONE DELLA QUARTA COMMISSIONE CONSILIARE

Il Cpi Il Certificato protezione incendi è un documento che viene rilasciato dai Vigili del fuoco che certifica il rispetto della normativa, cioè certifica la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio. Ma nella relazione presentata dai pentastellati si legge chiaramente che questa certificazione per il Capodanno del 2013/14 (anno della festa) non c’era e le valutazioni erano ferme al 2009. In questi casi un minimo di copertura è garantito, ma per massimo 99 persone e sicuramente a quella festa le persone erano più di 99. Per avere un’idea dei partecipanti bisogna tenere conto del fatto che il gestore richiedeva un’autorizzazione al pubblico spettacolo prevedendo un afflusso di 700 persone. Ora il certificato c’è; è stato rilasciato il 16 giugno 2016, ma comunque copre la presenza di 200 persone. «Se la copertura non c’è il gestore è obbligato a chiedere alla pubblica amministrazione il certificato altrimenti non potrebbe adempiere il suo compito, cioè fare la festa. Ma la festa è stata fatta e senza certificato. Però per questioni relativamente meno importanti Civita non ha tentennato un attimo a scomodare il Comune».

Le bollette Civita richiede al Comune un rimborso di 80 mila euro per i maggiori consumi di acqua e di gas dovuti a una perdita dell’impianto idrico del Caos. Il Comune è intervenuto e ha riparato la tubazione e il SII ha riconosciuto a Civita il guasto stornando dalle bollette 17 mila euro, da un totale di 49.750 euro. «Nonostante ciò – spiega la relazione – la società Civita sostiene, dopo un confronto con altre fatture emesse a proprio carico, di aver pagato circa 13 mila euro in più per quanto riguarda il consumo dell’acqua e di circa 67 mila euro in più per quanto attiene il consumo del gas». Secondo la società il consumo eccessivo di gas deriverebbe proprio dalla perdita perché a causa di questa il gas consumato per il riscaldamento dell’acqua sarebbe stato più del normale. «Chiediamo con quali modalità l’amministrazione comunale abbia richiesto il pagamento degli importi a Civita dovuti al Comune di Terni e come l’amministrazione ha intenzione di procedere», dicono i pentastellati. «Inoltre – continuano – a casa nostra per la stima di quanto consumato serve un perito, non si può fare una stima sulle bollette dell’anno precedente».

Il controllo A questo punto è sembrato lecito ai Cinque stelle chiedere qual è il controllo sull’operato del gestore da parte del Comune. «Il dirigente comunale Zaccone – dicono – ci ha risposto che ha mandato una nota al gestore con i punti dell’offerta culturale che erano indicati nel bando chiedendo di indicare quali sono stati rispettati e quali no. Non ci pare il modo giusto per controllare. L’amministrazione ci pare, quindi, incapace di controllare le cose che dà in gestione a società esterne e se è così per il Caos, è così anche per i parcheggi eccetera». Il grande punto interrogativo stampato nelle loro teste rimane: «È giusto far vincere un bando per la seconda volta a una società che ha già aperto un primo contenzioso con il Comune?»

Il primo contenzioso È emerso sul pagamento della Tari (tassa sui rifiuti). I pentastellati nella relazione scrivono che «dalla lettera protocollo 3747 del 2015 emerge come Civita debba pagare un totale di 80.071,95 euro di Tari arretrata». Il dottor Zaccone, durante l’audizione, aveva spiegato che nel «momento della stipula del primo contratto era previsto che i musei non pagassero la tassa rifiuti, ma era sancito che qualsiasi nuova tassa sarebbe stata a carico del gestore degli impianti. Con il cambio di normativa la nuova tassa viene imposta a carico del gestore. L’amministrazione comunale quindi ha deciso di intestare a se stessa gli spazi museali e culturali e quindi il pagamento della Tari. In conclusione il debito con Asm riferito al primo contratto stipulato e prima che cambiasse la normativa spetta al gestore, il quale deve assolutamente assolvere questo debito». I Cinque stelle hanno spiegato che quindi per Civita il fermo amministrativo è di 48.024,27 euro. Fermo che poi è stato rimosso per sei mesi per dare la possibilità a Civita e Comune di mettersi d’accordo sul pagamento e nonostante il dottor Zaccone abbia detto che la somma da pagare spettasse al gestore questi non ha pagato. «Vi confermo che il blocco è scaduto e non è stato assolutamente rinnovato e che Asm ha proceduto con le attività di riscossione coattiva», si legge nella relazione.

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