Terni, Telfer: arriva gru da 500 tonnellate

Si allungano i tempi per la messa a terra della parte restante, Melasecche: «Qui in notttata. Confidiamo di concludere la discesa a terra del 75%, in termini di lunghezza, del manufatto, domenica»

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Contrordine su contrordine. «Al momento per smontare la Telfer non serve un’altra gru aggiuntiva. Sono in corso verifiche perché si deve lavorare in totale sicurezza e quindi essere certissimi, non certi, del peso di ciò che resta del manufatto» era stato detto in un primo momento. E invece no, si cambia: niente ipotesi legata all’operazione con le tre gru presenti in loco, tagliando il moncone nella torre che si trova sopra il centro rafting, uno o due metri al massimo, per poi dividere in due parti ciò che resta e procedere di conseguenza. A Terni è arrivata una gru da 500 tonnellate per completare la messa a terra: domenica proseguirà l’operazione, a partire dalle operazioni propedeutiche legate al posizionamento delle zavorre e agli spostamenti. «Si confida di concludere la discesa a terra del 75%, in termini di lunghezza, del manufatto per poi procedere al taglio previsto ed al deposito delle tre parti complessive», annuncia l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche.

Il primo annuncio e i tempi

A parlare, sabato mattina, era stato proprio Melasecche, in stretto contatto con i tecnici che stanno procedendo alla rimozione della storica passerella che incombe sulla Valnerina ternana, della quale sia i vigili del fuoco che il perito Francesco Ansuini – e prima di lui l’ingegner Gianni Capra nel 2009 – ne hanno dichiarato la pericolosità. «Abbiamo fondati motivi per sperare di restare nella previsione iniziale di conclusione dei lavori, con riapertura della strada (che dal 1° ottobre, dalla Provincia di Terni, passerà sotto la competenza di Anas, ndR) fra lunedì e martedì prossimi».

Sabato di lavoro e ipotesi

Ma cosa non è andato secondo previsioni, finora? La stima del peso della Telfer integra – si è parlato di circa 90 tonnellate – o la necessità di una maggiore portata da parte di una delle gru che, in ragione di uno ‘sbraccio’ importante per gestire l’operazione, ha finito per sbilanciarsi attivando tutti i meccanismi di sicurezza? «La complessità dell’opera, datata 1929, e dell’intervento – afferma Melasecche – richiedono un’analisi accurata e possono comportare imprevisti. Ciò che è certo è che anche per tutta la giornata di sabato si lavorerà, in termini analitici ed operativi, per portare a terra la passerella».

Costi in più?

L’ipotesi della gru in più, aveva anche messo in allarme su possibili costi aggiuntivi per completare l’operazione, aggiudicata alla narnese Gefim con un ribasso di circa il 22,5% sul prezzo base ed un importo di 165 mila euro: «Posto che saremmo comunque nei limiti del ribasso d’asta e quindi ‘coperti’ dal punto di vista dei costi – afferma Melasecche – è chiaro che il Comune non intende regalare nulla a nessuno. Ma non è detto, fatti salvi gli imprevisti che in un’operazione così complicata possono starci, che si rendano necessarie spese aggiuntive». Poi la decisione.

L’aggiornamento post prova di sollevamento: «A terra domenica»

Alla fine la messa a terra della parte restante slitta ancora. Lo annuncia Melasecche alle 19 inoltrate di sabato: «Lieve slittamento rispetto al programma che prevedeva il calo a terra nella giornata odierna. Si tratta di uno slittamento di una giornata in quanto attraverso una prova di sollevamento si è potuto constatare che la parte terminale che poggia su rulli ormai ovalizzati dal peso e dagli anni,  in prossimità del centro rafting, ha un peso superiore rispetto a quello teorico verificato con la prima parte già smontata. La prova ha evidenziato che per portare a termine le operazioni in condizioni di  assoluta sicurezza è necessario disporre del supporto di una gru di maggiore portata che consentirà di eseguire tutte le operazioni con i necessari margini di sicurezza. La gru da 500 tonnellate è già in viaggio per Terni ed arriverà in nottata per essere operativa nella giornata di domenica in cui si confida di concludere la discesa a terra del 75%, in termini di lunghezza, del manufatto per poi procedere al taglio previsto ed al deposito delle tre parti complessive all’interno dell’ex stabilimento di Papigno, due parti, pari al 50%, all’interno del piazzale dell’ex magazzino della calciocianamide e la terza, per il restante 50%, all’esterno dei magazzini dove sono ancora depositate le scenografie del film Pinocchio di Benigni».

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