Terni, piastra logistica: cresce solo l’erba

L’infrastruttura al confine con il Comune di Narni e pronta per metà, ma rischia di restare vuota. Fino ad oggi spesi 23 milioni di soldi pubblici

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L’assessore regionale Giuseppe Chianella era stato categorico: la firma sulla convenzione tra Regione Umbria e Rete ferroviaria italiana (Rfi), aveva detto, arriverà «entro il mese di luglio», così da «stabilire tempi e modi con i quali avviare l’iter tecnico che deve portare al completamento della piastra logistica sulla Marattana, tra Terni e Narni e procedere con il suo collegamento con la rete ferroviaria (la linea è la Roma-Ancona; ndr)». 

IL CORSIVO DI WALTER PATALOCCO DEL 17 FEBBRAIO 

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I binari

Agosto Domenica 31 luglio – oggi – non risulta che la convenzione sia stata firmata e, quindi, la piastra logistica deve aspettare. Ovviamente se la cosa si farà, sarà dopo l’estate e non è il caso di farsi troppe illusioni, perché la faccenda è complicata un bel po’. A pesare, manco a dirlo è la questione economica: per completarla sul serio e renderla appetibile e competitiva, quella piastra, deve essere – per cominciare – collegata alla rete ferroviaria, ma, anche se la distanza tra la linea Roma-Ancona e i binari interni è (come si vede nella foto a sinistra) di pochi metri, il tutto non si risolverà tanto facilmente.

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Il cancello

Milioni Già, perché ammesso che i binari si colleghino, poi si deve fare in modo di consentire ai treni l’accesso alla rete interna e il loro ritorno sulla linea nazionale in piena sicurezza e tenendo conto del traffico ‘ordinario’. Per fare questo si deve dotare la piastra logistica di un sistema di gestione automatico del traffico e la cosa, pare, prevede un investimento di circa sette milioni di euro. E, siccome nella convenzione da stipulare, Regione e Rfi dovranno scrivere pure chi, come e quando dovrà metterli, quei quattrini, ecco che la faccenda diventa ancora più complicata.

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La situazione di oggi

Tutto fermo Nel frattempo, però, è bene ricordare che da agosto 2012, quando la ‘piastra’ venne annunciata – «oltre 20 ettari di estensione con aree destinate alle merci, costituite da capannoni, piazzali e magazzini, aree destinate all’uomo, costituite da uffici, sale riunioni, servizi vari» – di milioni ne sono stati spesi circa 23. E adesso è tutto chiuso. Immobile. A parte l’erba che cresce.

Il bando Vero è che la ‘piastra’ (i cui scopi sono due: favorire l’arrivo e la partenza di merci e limitare il traffico pesante in prossimità del centro) è stata per buona parte completata e, in teoria, potrebbe già entrare in funzione. Per decidere chi dovrà gestirla, però, deve essere infatti predisposto un bando, da parte della Regione, ma un punto di interscambio solo tra mezzi grandi – che dovrebbero scaricare le merci – e piccoli – che dovrebbero poi trasferirli in città – ma che viaggiano comunque ‘su gomma’ appare poco appetibile e, quindi, si tergiversa. Anche perché ci sarebbe più di un dubbio sulla capacità della Marattana di ‘tenere’ rispetto ai possibili flussi di camion che si verrebbero a determinare.

I magazzini

I magazzini

I magazzini Ma emerge anche un altra questione non da poco: la redditività vera che la piastra logistica incompiuta potrebbe avere e che rappresenterebbe il motivo vero della scarsa appetibilità dell’infrastruttura. Un paio di numeri possono forse aiutare: il centro intermodale di Orte (dalla cui compagine societaria i Comuni di Terni e Narni sono da poco usciti)  è dotato di magazzini di stoccaggio delle merci per circa 20 mila metri quadrati e sta pensando al raddoppio, in quanto quei locali risultano già strapieni (c’è la Ferrero che utilizza moltissimi degli spazi come punto di appoggio delle merci dirette al centro-sud), mentre la piastra logistica di Terni-Narni ha magazzini per circa 2.600 metri quadrati. Una superficie che, per un’attività come quella che dovrebbe svolgere, appare decisamente irrisoria.

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L’ipotesi

L’ipotesi Tanto che c’è chi ipotizza di allungare il binario interno e farlo arrivare fino all’edificio, distante poche centinaia di metri in direzione di Narni, che ospitava le Officine Bosco e che attualmente è utilizzato solo in parte, mentre ci sono migliaia di metri quadrati utilizzabili e, soprattutto, è già collegato alla linea ferroviaria. L’idea, insomma, è quella di inglobare quei capannoni (peraltro dotati di carriponte per la movimentazione delle merci) nella ‘piastra’. Certo, poi ci sarebbe sempre in ballo la questione dei soldi necessari a dispositivo di automazione che regoli il traffico.

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Tutto chiuso

Area di crisi Anche questa, peraltro, è una delle tante – forse troppe – idee progettuali che potrebbero essere inserite nel quadro degli interventi da realizzare con i fondi in arrivo grazie al riconoscimento dello stato di ‘area di crisi complessa’. Tra i soggetti interessati ci potrebbe essere anche la ThyssenKrupp Ast che, attualmente, deve far viaggiare i suoi prodotti sui camion almeno fino a Pomezia, per poi trasferirli sui treni. Mentre potrebbe utilizzare la piastra logistica – se fosse aperta – con notevoli risparmi economici.

 

 

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