Terni, pozzi inquinati: «Il Sii ha un’ipotesi»

«Tranquilli in relazione alle indagini avviate dalla Procura sul nuovo acquedotto» e sul tetracolroetilene promettono di dare informazioni utili alla Regione

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Il tema – previsto – era la presenza del tetracloroetiline in alcuni pozzi dai quali si estrae l’acqua che poi finisce nei rubinetti di casa. Ma l’incontro convocato dal Sii, ovviamente, è iniziato con un altro tema: l’indagine della Procura sulla procedura di appalto per la realizzazione del nuovo acquedotto Scheggino-Pentima. Tanto che il primo a parlare è stato il presidente, Stefano Puliti.

L’inchiesta «La procura ha aperto, a seguito di un esposto, un fascicolo contro ignoti per turbativa d’asta, non ci sono iscritti nei registro degli indagati. La Finanza – ha spiegato Puliti – ha prelevato documentazioni e sono stati ascoltati quattro soggetti, membri del Cda, come persone informate dei fatti. Noi abbiamo piena fiducia nella magistratura e siamo a completa disposizione per il miglior svolgimento dell’indagine che speriamo abbia tempi rapidi. Siamo sicuri della legittimità e della trasparenza del nostro operato».

STEFANO PULITI: «TURBATIVA D’ASTA, ECCO COME STANNO LE COSE» – VIDEO

i pozzi di Terria

L’ipotesi A riportare il discorso sul tema originariamente previsto – la presenza di tetracloroetilene in alcuni pozzi e zone della Conca – è stato il direttore generale del Sii, Paolo Rueca:«Il fenomeno esiste da molto tempo, ma ora si sta manifestando in maniera più consistente in alcune zone, soprattutto da Fontana di Polo a San Martino fino a Cerasola, interessando il narnese-amerino. Questo, anche per i dati cui siamo in possesso, ci ha portato a fare alcune valutazioni sul ‘gradiente’ relativo alle aree interessate (il Sii avrebbe maturato un’ipotesi relativa ai motivi dell’inquinamento; ndr) ma ci riserviamo di fornire i dati al tavolo tecnico di confronto, che abbiamo chiesto a Regione ed Arpa per affrontare la questione ed inserirla nel Piano regionale di tutela delle acque in via di aggiornamento».

«Acqua buona» Un argomento sul quale i vertici del Sii insistono, però, è quello della qualità dell’acqua che esce dai riubinetti: «Quella che bevono i cittadini è pulita e sicura, grazie agli interventi fatti e che faremo nel prossimo futuro installando nuovi filtri a Cerasola (lunedì prossimo i vertici di Aman si incontreranno con i sindaci dei Comuni del narnese-amerino; ndr). Tuttavia è importante, ormai, capire l’origine e la portata del fenomeno che è sicuramente antropico». Resta però il fatto che un paio dei pozzi che saranno utilizzati per il nuovo acquedotto in costruzione si trovano nell’area dell’ex discarica Rsu: «Non ci sono problemi di contaminazione – ha garantito il direttore generale del Sii – e comunque i monitoraggi sono e saranno anche in futuro puntuali e costanti». 

L’acquedotto L’impianto in fase di realizzazione, ha poi detto Rueca, «serve a portare nuova acqua più pulita e in quantità maggiori rispetto all’attuale situazione. L’acqua non sarà captata direttamente dal Nera, ma da altre falde e non inciderà sul fiume». Il problema, però, è che – soprattutto in conseguenza del terremoto le falde avrebbero subito delle modificazioni – i test di emungimento non avrebbero dato i risultati sperati sui quattro pozzi già realizzati (sono nove in totale quelli previsti), tanto che il Sii starebbe aspettando una risposta della Regione risguardo alla verifica di assoggettabilità richiesta per spostare i pozzi in posizioni migliori – «parliamo di metri e non di chilometri», ha detto Rueca – e tali da «permettere il raggiungimento della portata utile».

I dettagli Il costo complessivo dell’opera – pozzi, serbatoi, 23 chilometri di tubature e tutto l’ambardan necessario – è di 17 milioni e mezzo, di cui 14 e mezzo coperti dalla Regione Umbria, mentre il resto sarà a carico dei cittadini, «la cui bolletta, però, non aumenterà che di pochi centesimi per i prossimi cinque anni, periodo previsto per la copertura della spesa». I lavori, affidati a Umbriadue scarl (Seven Trent Italia, oggi del gruppo Acea), dono però stati subappaltati ad altre otto imprese, ma «la procedura è regolare, io sono il Rup e so di cosa parlo», ha detto ancora Rueca che non ha gradito per niente la successiva battuta relativa al fatto che, così, tutti sanno già a chi arriverebbe un eventuale avviso di garanzia. 

L’attacco Secondo alcuni di coloro che si oppongono all’acquedotto, infatti, le procedure non sarebbero proprio esenti da problematicità – «nessuno, però – ha insistito Rueca – ci ha mai contrapposto studi, dati e perizie tecniche firmate che indichino di cosa si parla» – e Rifondazione Comunista dice che «i lavori devono essere fermati subito. Occorre bloccare questa opera inutile e dannosa, il piano di perforazioni realizzate sopra una discarica, come attestano le delibere del Comune di Ferentillo, gli appalti fatti in casa senza gara, l’affidamento diretto a società, quali la Umbriadue Scarl, già socio privato e detentore del 25% delle quote del Sii. Una commistione pubblico privata prodotta alla faccia del referendum vinto per la pubblicizzazione dell’acqua bene comune, che non risolve i gravi problemi esistenti di una rete idrica obsoleta con il 41% di perdite, con rincari salati per tutta l’utenza. Tra l’altro se l’acqua dei pozzi di Terni è inquinata, e non da oggi, quali provvedimenti ha preso il Sii per disinquinarla? Non è tollerabile che un bene come l’acqua, sempre più prezioso e sempre meno disponibile, a causa dei cambiamenti climatici, sia utilizzato per operazioni speculative asservite ad agglomerati economici privati».

 

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