Terni, Pronto Soccorso: il dibattito prosegue

Un’altra storia personale si va ad aggiungere alle varie prese di posizione che hanno fatto seguito alla protesta di una paziente

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Il Pronto Soccorso

di Giacomo Luzzi
Un paziente del Pronto Soccorso

Continuo a leggere dei ‘botta e risposta’ di persone interne al Pronto Soccorso di Terni e dei pazienti che vi capitano. Io sono stato ricoverato più volte all’ospedale di Terni, di Perugia e di Firenze, sono passato dal Pronto Soccorso di Terni più volte, devo a loro l’uso delle gambe. E li ringrazio ogni giorno. 

Non voglio provare a giustificare l’atteggiamento dei medici, ma dopo esser stato al Pronto Soccorso di Terni tre volte nell’arco di un anno mi sento di poter commentare alcune cose. Parto da un’informazione che la scrittrice inserisce nella sua lettera, il personale è poco e tra l’altro la signora è andata di notte quando è ancora meno. Per quanto il personale possa essere rapido, ci sono esami che portano via tempo e la notte non ho mai visto più di due infermiere e un medico.

Altra cosa, rimanendo in buona fede, pensando che ogni persona che si trova in quella stanza sia lì perché realmente malata, i pazienti non sono solo quelli della sala d’attesa, ma arrivano continuamente anche con le ambulanze. Più o meno gravi, veniamo classificati secondo la gravità dei sintomi che presentiamo. Dopo aver vissuto la malattia, sono stato ben felice di far passare chi vedevo star peggio di me.

A volte colti dal panico di un dolore fuori dalla norma ci agitiamo e non siamo più capaci di capire quanto questo sia grave o meno. La paura è normale, ma posso assicurare che a volte per un po’ di paura siamo capaci di mettere su dei drammi che peggiorano solamente il servizio che poi ci viene offerto.

Ma avete mai pensato all’atteggiamento dei pazienti di pronto soccorso? Ho visto scene patetiche, gente che urla, gente che aggredisce il personale verbalmente per passare avanti ad altra gente, gente che va lì e dopo due secondi vuole riandarsene, comportamenti a volte da veri animali…e sono sicuro di non averle viste tutte! Sì, perché quando stiamo male non ci rendiamo conto di cosa facciamo.

La pazienza di quei poveretti che lavorano in Pronto Soccorso è messa a dura prova ogni volta che entrano a lavoro, che per quanto essere infermieri o medici il più delle volte sia una passione, a volte anche quella non basta più. Il commesso che entra a lavoro sa che durante il giorno venderà i suoi prodotti, l’infermiere no! Vedendo mia sorella, Francesca, quando il personale sanitario entra a lavoro non sa cosa avverrà da quel momento al fine turno. È un terno al lotto, potrà andare tutto liscio, come potrà arrivare il codice rosso che porta via tutto il turno.

Con questo non voglio dire che l’atteggiamento di quei due medici sia stato corretto, ma per dire che sono professioni difficili, che per me sono eroi anche per il solo fatto che sono lì e ci aiutano ogni santo giorno. Esperienza personale? Sono grato al personale del Pronto Soccorso e dell’Ospedale Santa Maria di Terni, con me e con chi era accanto a me (parlo di altri pazienti) ho potuto vedere quanto sia difficile lavorare con le persone in difficoltà e con la salute di queste. Sono grato ai loro sorrisi nei momenti più neri, alla loro forza di volontà, alla loro voglia di dare il meglio. Hanno fatto tanto per me, tantissimo. E per quanto le cose non siano filate lisce neanche per me, ho potuto vedere l’impegno che ogni singolo ha messo per farmi uscire nel migliore dei modi.

Sono grato ai miei genitori, Paola e Stefano, che mi hanno trasferito tutta la forza di cui avevo bisogno, che hanno avuto con me la pazienza di aspettare, perché abbiamo capito che lì dentro nessuno si dimentica di nessuno, che le cose da fare sono mille e che tutti lavorano per far sì che le cose funzionino al meglio.

Ho visto fare esami con macchinari non sempre funzionali, ma nonostante ciò ho visto sempre esami conclusi. Ho visto a giro infermieri lavorare da soli a reparti interi, li ho visti salvare vite. Lo fanno ogni giorno, tante volte al giorno, è il loro lavoro. Se non è già di per sé un miracolo questo…

P.s. Ringrazio con tutto ciò la migliore infermiera di tutte…la mia sorellina Chiara. E’ grazie a lei se la mia esperienza ospedaliera è andata bene, mi ha dato il miglior primo soccorso che potevo ricevere. Ho lottato per lei, affinché la paura che ho visto nei suoi occhi sia la forza per affrontare la sua vita a testa alta…è bello non essere soli ed è bello avere persone come lei al proprio fianco nelle battaglie più dure.

 

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