Terni, salma bloccata: ora riposa in pace

Il funerale non si era potuto celebrare e anche la sepoltura è rimasta in bilico fino all’ultimo. Il figlio: «Situazione vergognosa»

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Il funerale, mercoledì, non si è potuto celebrare: al suo posto una messa nella piccola cappella dell’obitorio, ma senza la salma, rimasta nella camera ardente. E anche per la degna sepoltura, giovedì, tutto è rimasto in bilico fino all’ultimo. Colpa degli stessi problemi burocratici – l’assenza di autorizzazioni da parte dell’impresa funebre incaricata – che avevano costretto i familiari della deceduta, una 73enne di Terni, a vivere una situazione grottesca, loro malgrado.

In pace Alla fine, grazie alla buona volontà del Comune e alla pervicacia dei familiari che si sono rivolti ad un’altra impresa, tutto si è risolto: la salma della donna, nel pomeriggio di giovedì, è stata trasferita al cimitero e lì, dopo la benedizione, tumulata. Ora, a distanza di quattro giorni dal decesso, riposa finalmente in pace.

«Situazione vergognosa» A parlare, con un po’ di amarezza per la situazione vissuta, è il figlio della donna: «Tutto quello che è accaduto l’ho vissuto con una tristezza profonda – dice – forse ancora più grande di quella che sto vivendo per la scomparsa di mia madre. Le parole di don Sergio Rossini durante la messa all’obitorio descrivono il mio pensiero meglio di ogni altra cosa: ‘La settima opera di misericordia per un cristiano è seppellire i morti’. È vergognoso che nel 2015 ci si debba trovare ancora di fronte a problemi di questo tipo».

Un po’ di serenità Da lui giungono, però, anche parole di sincero ringraziamento: «In primis per tutto il personale del reparto di terapia intensiva del Santa Maria, a partire dal primario Fabrizio Ferilli, perché quello che hanno fatto per mia madre è stato straordinario e non potrò mai dimenticarlo. Hanno dimostrato professionalità, disponibilità ed un’umanità uniche». L’altro pensiero è per chi, giovedì mattina, lo ha aiutato a superare intoppi burocratici apparentemente insormontabili: «Il dottor Paolo Neri, del Comune di Terni, ha capito la situazione e si è speso per farci acquisire in tempi celeri la documentazione mancante. Così mia madre ha potuto trovare un po’ di pace. E anche noi tutti».

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