Terni, il funerale c’è. Ma non la salma

Un fatto curioso e al tempo stesso increscioso quello accaduto mercoledì. All’origine un problema burocratico

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Il funerale – o meglio la messa – c’è stata, ma senza la salma. Il fatto, curioso e al tempo stesso increscioso, è accaduto mercoledì pomeriggio a Terni. A causa di un problema burocratico, il feretro di una donna non ha potuto lasciare l’obitorio del Santa Maria. ‘Stoppato’ di fatto dai vigili urbani. Così, loro malgrado, i familiari sono stati costretti ad annullare in tutta fretta la cerimonia prevista nella chiesa di Cospea e a trasferire la messa nella piccola cappella dell’obitorio. Senza la possibilità di portare lì la salma della signora, rimasta a pochi metri di distanza, nella camera ardente.

Il fatto In seguito al trasporto di un’altra salma, mercoledì mattina a Todi, per la quale sarebbero emerse carenze nella documentazione di trasporto da parte dell’impresa funebre incaricata, gli agenti della polizia municipale di Terni hanno svolto alcuni accertamenti che hanno evidenziato le stesse mancanze anche nel caso della signora, 73enne di Terni deceduta lo scorso 6 dicembre. Di fronte all’assenza delle ‘carte’, i vigili urbani si sono visti costretti a bloccare il funerale della donna, previsto per mercoledì pomeriggio nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore. Dalle verifiche, in particolare, sarebbe emersa l’assenza dell’autorizzazione al trasporto salme da parte della ditta incaricata: una situazione analoga ad almeno altre due imprese funebri cittadine. Da qui il mancato rilascio dei documenti successivi da parte del Comune.

Messa ‘particolare’ In tanti, familiari, amici e conoscenti della signora, mercoledì hanno raggiunto la chiesa di Cospea, in attesa del feretro. Che non è mai arrivato. Lì sono stati avvertiti da un parente che la messa non si sarebbe potuta celebrare e che forse si sarebbe potuta fare nella cappella dell’obitorio. Così il corteo, incluso il parroco con tanto di paramenti sacri, ostie e cassetta per le offerte, è partito alla volta dell’ospedale. Lì la gente, un po’ sbigottita, ha iniziato ad assiepare i banchi della chiesetta quando è arrivato l’ennesimo colpo di scena: la cerimonia si sarebbe svolta ma senza la salma della donna, rimasta nella bara – ancora aperta – all’interno delle camere ardenti dell’obitorio.

Compostezza Alla fine la messa ‘arrangiata’ ma forse anche per questo ancor più sentita – poi seguita dalla benedizione nella camera ardente – si è potuta celebrare grazie alla disponibilità del parroco e dei familiari, esemplari nella loro compostezza pur di fronte a una situazione mai vista. Per la successiva tumulazione si dovranno invece attendere i ‘famosi’ documenti, a patto che il Comune li conceda.

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