«Terni scivola verso un meridione senza speranza. Ma c’è ancora uno spazio per agire: facciamolo»

L’appello di Luca Diotallevi, presidente dell’Azione Cattolica, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono di giornalisti e scrittori

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«In Italia ci sono comunità, specie del meridione, che non hanno più futuro. Terni sta scivolando verso questo destino: non so quanto tempo abbiamo a disposizione, so solo che bisogna agire in fretta, fare sistema, unirsi e immaginare una matrice di futuro. E per agire non intendo nei ‘salotti’, ma in strada, dove c’è la polvere, fra la gente». È per l’Azione Cattolica diocesana di Terni e le riflessioni del suo presidente Luca Diotallevi, giunto al termine del secondo mandato con l’assemblea elettiva che si terrà domenica, la scena in occasione dell’incontro di mercoledì mattina con la stampa al vescovado, per la ricorrenza del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales. Un incontro voluto e presieduto dal vescovo di Terni, Narni e Amelia, Francesco Antonio Soddu.

«Solo la provincia di Rieti registra una competitività inferiore alla nostra e in Italia, in termini di crescita del Pil, negli ultimi due anni la provincia di Terni si colloca al quart’ultimo posto – ha detto il professor Diotallevi -. Credo bastino questi dati per dirci che la situazione economica è molto difficile. Poi ce ne sono altri, non meno preoccupanti: l’età mediana, soglia oltre la quale c’è il 50% della popolazione, cresce in maniera forte; c’è una crisi educativa seria che, nonostante la qualità delle nostre scuole secondarie, affligge giovani ed educatori e presenta chiari indizi come il livello dei disturbi alimentari; c’è una crisi climatica che agli occhi di chi ha qualche anno in più, solo guardando le montagne appena fuori dalla Conca, appare evidente. Tutto ciò diventa crisi sociale, perché la nostra è una società che si ‘sfarina’ e questo quadro si riflette anche nella politica: vedete quanto è mobile la situazione locale, dove si cambiano posizioni e partiti con estrema facilità. Una dinamica, questa, tipica delle comunità meridionali che oggi però riguarda anche noi».

«La realtà – ha detto il presidente dell’Azione Cattolica diocesana – è che le persone che restano sul territorio ternano sono sempre meno giovani, sempre più stanche perché costrette a lottare per l’essenziale, per i bisogni primari così come per una sanità migliore. Dall’Azione Cattolica giunge non solo una carità materiale, ma anche un’opera di carità intellettuale. Abbiamo fatto cinquanta incontri molto partecipati, ciascuno dedicato ad un tema diverso, affrontati con spirito critico e partecipazione. E anche le cene che organizziamo, ed oggi i momenti di incontro legati ai pasti di ogni giorno sono in crisi, quasi spariti ovunque, sono la semplice quanto importante celebrazione dell’amicizia. A Terni c’è ancora un piccolo spazio di persone disposte a costruire ‘beni pubblici’ e posso dire che il rinnovamento è sempre più difficile, ma è ancora possibile».

Luca Diotallevi

In definiva, per Luca Diotallevi le chance di riscatto sono affidate alla necessità che Terni – come altre comunità – «faccia sistema con i centri medi dell’Italia centrale. La nostra città, con la sua esperienza manifatturiera, ha possibilità enormi. Ma si deve immaginare un futuro comune, individuare qualcosa attorno a cui raccogliere queste idee. Per le ‘periferie competitive’ c’è ancora un’occasione ma va immaginata una matrice di futuro e bisogna attivarsi subito. Se aspettiamo ancora, vista anche l’età mediana, senza nati e senza giovani, con gente sempre più stanca, poi la prospettiva si esaurisce».

Come accennato, domenica si terrà l’assemblea elettiva diocesana dell’Azione Cattolica e in quella sede verrà votato, in ogni sua parte, il documento elaborato da Luca Diotallevi e intitolato ‘Testimoni delle sue meraviglie’. L’assistente ecclesiastico don Matteo Antonelli ha ricordato come «nell’Azione Cattolica i laici vivono la loro esperienza di uomini e donne nella Chiesa. E questa associazione è per la Chiesa italiana una scuola di corresponsabilità».

Parole condivise anche dal vescovo Soddu che ha ricordato «l’importanza della comunicazione attuale, dell’intelligenza artificiale ed anche degli algoritmi che, però, devono essere utilizzati con la ‘sapienza del cuore’ nell’ottica di Dio. Tutti insieme dobbiamo uscire dalla solitudine ed essere sempre promotori di comunione e comunità». Poi, in merito al lavoro giornalistico, «nella ricerca della notizia – ha aggiunto – è doveroso porsi l’obiettivo di veicolare sempre la verità. Cosa che i social non sempre agevolano».

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