Terni, servizi sociali: «La Uil dice bugie»

Il vicesindaco e assessore al welfare Francesca Malafoglia: «Dati inesistenti o fuorvianti. Ora rispondo io»

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di Francesca Malafoglia
Vicesindaco e assessore al welfare del Comune di Terni

Duole constatare che per piccole rivendicazioni di unica sigla sindacale che tra le assistenti sociali ha una rappresentanza che non arriva alle dita di una mano, non si esita a denigrare un sistema di welfare comunale che a Terni è ben presente, che ha saputo rinnovarsi per meglio rispondere alle esigenze dei cittadini, in un’ottica di superare il mero assistenzialismo ma di dare supporto, opportunità e sostegno a chi è in difficoltà.

Il welfare comunale a Terni da sempre è un punto di riferimento per tanti altri enti locali, ed oggi lo è anche per aver dimostrato capacità di rinnovarsi e di mettere a punto nuovi modelli, capaci di coniugare le mutate esigenze dei cittadini e la diminuzione delle risorse pubbliche.

Dati inesistenti o fuorvianti, considerazioni paradossali, richieste demagogiche, sono gli elementi di questo attacco che miscela critiche ai servizi, rivendicazioni personali, attacchi personali con grande disinvoltura e spregiudicatezza. Tralascio di rispondere alle questioni personali, agli attacchi scomposti di chi si fa paladino della conservazione, entro nel merito delle questioni. Per le prestazioni ‘temporaneamente sospese’ mi preme rispondere con le azioni intraprese.

Rispetto al contributo economico ordinario, assegnato in maniera discrezionale negli anni passati, il secondo Piano Sociale Regionale 2010-2012 ha dettato un nuovo modello di intervento che ha orientato un approccio di indirizzo politico nuovo che predilige un modello di welfare, non più di tipo assistenzialistico, ma proattivo, preventivo e promozionale. Le indicazioni regionali suggeriscono l’assunzione e l’immissione nei servizi di più personale al fine di potenziare l’empowerment individuale e comunitario delle persone e poter lavorare meglio alla loro inclusione sociale.

Il Comune di Terni ha quindi aderito alle nuove linee di azione regionali potenziando anche il personale dei servizi al welfare. Il contributo economico non è un diritto soggettivo, stante le previsioni della carta costituzionale, non vi è alcuna norma che obbliga i comuni all’erogazione di interventi economici. Tuttavia siamo in attesa dell’emanazione della misura nazionale finanziaria, sulla cui sigla si è ancora in dubbio sui termini Sia ‘Sistema di inclusione attiva’ o Ria ‘Reddito inclusione attiva’, che verranno finanziati dal Fondo Europeo Obiettivo 9 e che consentirà per la prima volta un intervento economico diretto.

Relativamente al contributo straordinario, questo è stato erogato da un’associazione che opera nella beneficenza, l’associazione San Martino, secondo un’attività discrezionale e sulla base di una convenzione con il Comune, in situazioni di elevata emergenza.

Sui presidi per la prima infanzia, il lavoro è stato quello di razionalizzare i vari interventi nazionali già presenti, come ad esempio l’assegno di maternità o quello per nucleo familiare numeroso, evitando la duplicazione delle erogazioni e facilitando al massimo l’accesso alle informazioni e la richiesta degli interventi.

In riferimento ai rimborsi sanitari, questi sono stati sospesi in quanto reintegrabili dallo Stato con la compilazione del modello 730.

In relazione alle integrazioni per le rette degli anziani autosufficienti nelle case di riposo, il Regolamento regionale n.16 del 2012 che regola l’offerta delle strutture per gli anziani autosufficienti o con limitata non autosufficienza stabilisce il principio secondo cui è accertata l’assenza di oneri da parte dei Comuni per l’integrazione della retta stessa. Principio ribadito in una recente sentenza della Corte di Conti del 25/5/2015 che, in risposta ad una istanza di un Comune del Friuli Venezia Giulia, ribadisce la non obbligatorietà di integrazione da parte dei Comuni. Diverso il discorso, invece, del ricovero nelle residenze protette per gli anziani non autosufficienti, per cui vige il principio della necessarietà, condizione sanitaria stabilita da una commissione valutativa che impone oneri di spettanza da parte dei Comuni, ma solo nella misura in cui l’ospite abbia utilizzato tutte le sue eventuali risorse. Ad oggi i servizi integrano, comunque, sette rette per anziani autosufficienti, nonostante le premesse di cui sopra e circa novanta nelle residenze protette.

Il contributo per il trasporto degli studenti è attualmente attivo, tanto che sono esenti dal pagamento del trasporto circa 150 studenti divisi tra scuole dell’infanzia e primarie.

Le attività estive per minori sono regolarmente svolte.

Le informazioni riportate sull’assistenza domiciliare sono inesatte. L’assistenza domiciliare non solo è in atto ma è anche frutto di un’attenta rimodulazione del servizio. Il fine della rivisitazione del servizio è quello di rivedere il rapporto a due in favore di un allargamento di un gruppo più ampio. Sull’affido familiare l’amministrazione sta lavorando nell’ottica di uno strumento giuridico atto a creare legami e erogazioni di soldi. Non esistono standardizzazioni di quote da distribuire ma aiuti sulla base di certificazioni Isee e in concorrenza con le risorse disponibili in bilancio. Attualmente il Comune di Terni eroga ‘quote’ a cinquantadue famiglie che hanno affidi sia etero che intra parentali, fattispecie, quest’ultima che dovrebbe, in linea di principio non pretendere, proprio per la sua natura, aiuto economico. Inoltre il dato sulla spesa per l’istituzionalizzazione dei minori non è coerente con i dati riportati nel bilancio comunale. Riportare scorrette informazioni riduce la complessità dei casi e la loro specificità.

Quanto alla sospensione del contributo per le persone disabili, la scelta operata da questa amministrazione è quella di agevolare la domiciliarità delle persona che può scegliere di essere supportata da personale direttamente assegnato o da quello scelto dalla persona e pagato con contributi economici assistenziali alternativi ai servizi domiciliari. La temporanea riduzione dei servizi domiciliari è dovuta, solo ed esclusivamente all’esercizio provvisorio del bilancio in corso, in attesa della sua definitiva approvazione, informazione di cui tutti gli assistiti sono a conoscenza. È di queste ore la notizia positiva dell’approvazione da parte del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali di una proposta regionale che vede Terni tra i tre Comuni che beneficeranno di un finanziamento per la continuità dei progetti per garantire l’indipendenza delle persone con disabilità.

Rispetto alle integrazioni per il pagamento degli affitti alle case popolari, si ricorda che è stata approvata la seconda annualità dell’istituto degli affitti solidali, una delle misure concrete di aiuto per l’emergenza abitativa.

Il modello offerto dai servizi del welfare è un modello che si basa sulla presa in carico e sull’integrazione della persona che offre risposte diversificate e concrete a criticità differenti e complesse. L’azione prima ancora della polemica. Proprio oggi riparte il servizio Gruppo di parola per i figli di genitori separati e il progetto Supporto alle Responsabilità Genitoriali che coinvolge famiglie e scuole secondarie di primo grado della città con l’obiettivo di creare spazi di condivisione delle responsabilità educative all’interno della ‘società complessa’, rivolto prioritariamente alle famiglie con figli di età compresa tra gli 11 e i 14 anni, alle scuole secondarie di primo grado e alla comunità territoriale.

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