di F.T.
Un agguato a colpi di fucile in pieno centro storico, quello consumato in via Castello nella notte fra il 6 e 7 luglio 2014, quando due fratelli di nazionalità albanese – Roland (27 anni) e Blertmir Ftoni (25) – fecero fuoco sul connazionale Nicolaj Alban (37). Quest’ultimo, ferito gravemente, riuscì a salvarsi per miracolo. Per quella vicenda i due fratelli, entrambi costretti ai domiciliari e accusati di tentato omicidio aggravato, sono stati condannati ad otto anni di reclusione ciascuno dal gip Simona Tordelli.
La sentenza, con le modalità del rito abbreviato, è arrivata martedì pomeriggio al termine di un’udienza ‘blindata’, con forze dell’ordine schierate all’interno e fuori dal palazzo di giustizia per ragioni di sicurezza. L’impianto accusatorio sostenuto dal pm Camilla Coraggio, che aveva chiesto condanne pari a 9 (per Blertmir Ftoni) e 8 anni di reclusione (per il fratello Roland) è stato confermato in toto dal gip che ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione.
La vicenda Grazie ad un’indagine-lampo congiunta, condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri e dalla squadra Mobile della questura, i due erano stati assicurati alla giustizia a poche ore dal fatto. Una sparatoria, quella di via Castello, legata ad un altro agguato a colpi di pistola, avvenuto il 23 ottobre del 2013 in via Proietti Divi, quando lo stesso Nicolaj Alban e il connazionale Kola Alban tentarono di uccidere un operaio albanese di 37 anni, Iliev Cacaj, ferendolo di striscio ad una gamba. Il cerchio sulla faida, nata probabilmente in Albania e legata ad attriti fra famiglie rivali, si era poi chiuso lo scorso ottobre con l’arresto di quest’ultimo, individuato dagli inquirenti come il mandante del tentato omicidio, in sostanza una vendetta, di via Castello.
«Innocenti» Sia Roland che Blertmir Ftoni, assistiti dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Luca Gentili, si sono sempre professati innocenti e completamente estranei alle contestazioni mosse dall’autorità giudiziaria. All’udienza ha preso parte anche l’avvocato Daniela Paccoi che difende la vittima della sparatoria, costituitosi parte civile.