Terni, spari al bar: «Morirai per prima»

Nuovi e terribili dettagli sulla sparatoria di lunedì sera in via Romagna. Il 46enne Prele Ulaj patteggia e torna libero

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di F.T.

Con il passare delle ore, e l’accaduto che finisce all’attenzione del tribunale di Terni, emergono nuovi dettagli sulla sparatoria accaduta lunedì sera intorno alle 21 nei pressi del bar Miriam di via Romagna, a Terni, nel quartiere di borgo Bovio. Particolari che fanno capire come si sia arrivati ad un passo dalla tragedia, dall’irreparabile.

La ricostruzione Lunedì sera Prele Ulaj, tuttofare albanese 46enne senza precedenti penali, si trovava al bar quando ha iniziato a discutere animatamente con tre giovanissimi, due dei quali minorenni, intenti a giocare a biliardino e che l’uomo conosceva già. Dalle parole, una tira l’altra, si è presto passati ai fatti e dopo che l’albanese ha spintonato uno dei tre, gli altri due gli si sarebbero avventati contro, trasformando l’alterco in una rissa.

La ‘vendetta’ Dopo un po’ la situazione sembrava essersi placata, ma non per il 46enne, evidentemente. Quest’ultimo è andato a cercare i ‘rivali’ nelle pertinenze del locale dove la lite è di nuovo degenerata fra spinte, calci e pugni. Una seconda zuffa che ha visto Prele Ulaj soccombere. Così, dolorante e forse anche umiliato, nella sua testa è maturata l’idea della ‘vendetta’.

«Sarai la prima a morire» A quel punto è andato a casa, non distante dal locale di via Romagna, ed è tornato cinque minuti dopo con in mano una pistola a tamburo calibro 10.4. Con quella, prima di entrare di nuovo nel bar a ‘caccia’ dei tre, ha fatto fuoco in aria per due volte all’esterno. Poi, nel locale e completamente fuori di sé, l’ha puntata alla testa di una ragazza – («Tu sei la prima che faccio fuori», le ha detto) – che stava lì solo per svolgere il suo lavoro di animatrice. I ‘rivali’ intanto, vista la situazione, si erano già dileguati e di loro non c’erano più tracce. Quando lo ha capito, il 46enne ha gettato l’arma in una siepe e si è seduto, come se già sapesse che da lì a qualche istante sarebbe arrivata la polizia.

L’avvocato Francesco Mattiangeli

Torna libero E così è stato, con l’uomo arrestato dalla squadra Volante di Terni, coordinata dal dirigente Enrico Aragona, su disposizione del pm Elisabetta Massini per rissa e detenzione illegale di arma da fuoco. Una pistola, la sua, totalmente ‘abusiva’, mai iscritta in alcun registro delle armi e non collegata ad alcun precedente reato compiuto in Italia. Martedì mattina è stato condotto in tribunale per l’udienza che ha portato alla convalida dell’arresto e alla conferma dei domiciliari. Successivamente Prele Ulaj, assistito dall’avvocato Francesco Mattiangeli, ha patteggiato una pena – sospesa – pari ad un anno e due mesi di reclusione ed a seguito di ciò, anche per il suo status di incensurato e la presenza stabile in Italia da diversi anni, è stato rimesso in libertà.

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