Terni, strisce da rifare: ‘alt’ alla manutenzione

Il Comune era pronto a spendere 16 mila euro fra la Valnerina e Piediluco. Ma la segreteria generale dell’ente ha stoppato tutto

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I soldi, circa 16 mila euro, c’erano. E il Comune era pronto a spenderli – era lo scorso giugno – nel rifacimento della segnaletica orizzontale, strisce pedonali soprattutto, fra Piediluco, Collestatte e Marmore. Un intervento atteso dai cittadini e che si sarebbe dovuto attuare con l’inizio della stagione turistica, visto lo stato degli attraversamenti – per buona parte ormai cancellati – e le esigenze reali di sicurezza. Ad oggi, e siamo a gennaio, di tutto ciò non s’è ancora fatto nulla. E il motivo andrebbe cercato nelle indicazioni, fatte proprie dal segretario generale del Comune e inoltrate a tutti i servizi municipali, in materia di appalti.

Un passo indietro Fino a un certo punto, gli uffici comunali – in particolare quelli competenti per le manutenzioni – affidavano direttamente gli interventi, a partire dalle emergenze, senza gare di appalto, attraverso il frazionamento degli stessi su periodi e importi limitati. Il tutto in linea con il Codice degli appalti, anche per cercare di rispondere ‘in tempo reale’ alle esigenze, ad esempio, sul fronti della manutenzione delle strade.

Lo stop Questa modalità, su base nazionale, è finita nel mirino dell’Autorità anti corruzione presieduta da Raffaele Cantone e quindi del segretario generale del Comune di Terni che, attraverso una circolare, ha invitato i servizi ad evitare il ‘frazionamento’, procedendo con gare di appalto pluriennali. L’effetto, nel caso delle strisce pedonali fra la Valnerina e Piediluco, è stato uno ‘stop’ all’intervento. Si dovrà procedere, in questo come in altri casi, con gare ad-hoc.

Dubbi Il provvedimento – che parte da una ‘indicazione’ governativa – mira a sottrarre una parte di spesa pubblica da ‘zone d’ombra’ in cui è rimasta per decenni. Ma c’è un ‘ma’, anzi più di uno. Primo: ottenere la copertura finanziaria per appalti pluriennali, in tempi di vacche magrissime per gli enti pubblici, non è così semplice. Secondo: attivare l’eventuale società nazionale che si aggiudica l’appalto a seguito di un’esigenza improvvisa – ad esempio per il ripristino di strisce pedonali cancellate a seguito di un incidente stradale – non appare così semplice. Ma questa è la direzione tracciata: «E un rigore del genere mal si concilia con l’assoluta precarietà delle finanze pubbliche», osserva un amministratore. Preludio al terzo e forse più importante ‘ma’: l’intervento che si sarebbe potuto effettuare, non è stato ancora fatto. Con buona pace dei cittadini.

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