Terni: successo per ‘…e Napoli ritrovò Zazà’

Lo spettacolo si è tenuto domenica al ‘Secci’. La recensione di Roberto Rapaccini

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di Roberto Rapaccini

Chi si fosse trovato, per caso e ignaro di qualsiasi dettaglio sull’evento, domenica 19 novembre al teatro ‘Secci’ di Terni, ad assistere alla rappresentazione ‘…e Napoli ritrovò Zazà’, organizzata dall’associazione Magna Grecia Viva, avrebbe sicuramente realizzato che la compagnia che aveva allestito e interpretato lo spettacolo fosse costituita da artisti di provata professionalità. Al contrario, l’evento è stato pensato ed animato da raffinati e strutturati cultori dell’universo artistico napoletano, professionisti, è vero, ma di altri settori della società civile, dotati tuttavia di un solido talento artistico, esibito sempre con sobria e accattivante discrezione, mai pretenziosa. La rappresentazione teatrale racconta l’energia e la rinascita di Napoli dopo la seconda guerra mondiale, celebrando la volontà del popolo di ricominciare a vivere e di preservare i propri valori, aggiornandoli ai tempi moderni. La narrazione che ha costituito il ‘filo rosso’ che ha legato gli aneddoti e le performance artistiche, ha compiuto interessanti escursioni in luoghi della cultura partenopea, ad esempio nell’architettura esoterica della chiesa del Gesù, nel movimentato quartiere Sanità, nella cappella di San Gennaro. Le emozioni di quei tempi sono state fissate attraverso canzoni e testi di artisti come Carosone, Eduardo, Totò, Modugno, Pupella Maggio, Di Capri, Troisi, Pino Daniele e molti altri. In maniera mirata la musica si è fusa con la danza, con la prosa e con il racconto, creando un’animata piacevole atmosfera. Fatta questa premessa, l’artefice principale dello spettacolo è stato Ciro Salviuolo, regista con alle spalle importanti incarichi apicali di vertice in un noto istituto bancario nazionale. Ciro, oltre ad essere autore dei testi e regista, ha avuto il ruolo di narratore, raccontandoci con piacevole stile informale e cordiale la storia di Napoli del dopoguerra attraverso aneddoti e brani musicali, magistralmente interpretati con sanguigno e indomito – ma mai invasivo – temperamento da Antonella Casaloni, dotata di una talentuosa e potente voce, e dall’altrettanto brava Maria Salviuolo, di cui si apprezza soprattutto un colto approccio intimistico e una singolare ricchezza di cromatismi vocali: entrambe preziose interpreti. Per l’occasione hanno suonato eccellenti musicisti. Il poliedrico Paolo Macedonio, noto tenore e chitarrista classico, ha anche interpretato in maniera memorabile il brano di Pino Daniele ‘Je so’ pazzo’. Molto bravi anche Alessandro Ricci alla batteria e Matteo Fabrizi al contrabasso. L’attrice Marzia Keller ha recitato in maniera toccante alcune liriche, tra cui un brano di Pupella Maggio. Magnetica è stata l’interpretazione della nota poesia di Totò ‘A livella’ da parte del ‘dominus’ dell’evento Ciro Salviuolo. Le suggestioni della canzone Tammurriata Nera, pilastro della tradizione napoletana, sono state alimentate dalle coreografie di tre giovani promettenti ballerine allieve della professoressa Maria Luisa Bossone. Lo spettacolo ha avuto una nobile funzione, ovvero la raccolta di fondi a favore della locale sezione dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla), d’accordo con la responsabile Annita Rondoni. Da considerare anche l’ottimo lavoro dietro le quinte del tecnico del suono Marco Giamminonni e del supporto organizzativo di associati della Magna Grecia, come Leontina Crisostomi alla biglietteria e Giuseppe Greco in sala.

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