Terni, una targa in ricordo dell’antica Piazza Giudea

Via libera dalla giunta: sarà posizionata all’intersezione tra Corso Vecchio-Via Corona e Via di Porta San Giovanni

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Una targa commemorativa da posizionare all’intersezione tra Corso Vecchio-via Corona e via di Porta San Giovanni a Terni in ricordo dell’antica piazza Giudea. Il via libera è arrivato mercoledì mattina in giunta dopo il ‘suggerimento’ del consigliere Paolo Cicchini.

Memoria locale

L’obiettivo è ricordare l’antica preesistenza della piazza Giudea, dove era presenta una numerosa comunità ebraica: «Attraverso questo segno – le parole dell’assessore all’urbanistica Leonardo Bordoni – ci riconnettiamo alla memoria locale e onoriamo il ricordo e la presenza di una fiorente comunità ebraica che, secondo quanto riferito dallo storico ternano Francesco Angeloni nella sua Historia di Terni del 1646, risultava interessata dall’antica piazza Giudea. Importante anche sottolineare la scelta di portare questo atto nella giornata di oggi poiché, come verrà inciso nella targa commemorativa citando Sant’Agostino, il presente del passato è la memoria». Sempre mercoledì mattina c’è stata la commemorazione della Shoah nel ‘Giorno della Memoria’: «Mai più persecuzioni, discriminazioni razziali o a causa della fede. Il dovere della memoria si impone per scongiurare il ripetersi di quella e altre barbarie, eccidi di massa, motivati da odio etnico, ideologico, o da perverse motivazioni religiose», il messaggio del sindaco Leonardo Latini. Depositato un mazzo di fuori presso la lapide che ricorda il luogo dell’antico cimitero ebraico cittadino, sotto le mura della Passeggiata nel parco Ciaurro.

L’insediamento e la storia

Sul tema interviene anche il consigliere di Terni Civica Michele Rossi: «Anche Terni è stata sede di una piccola comunità ebraica con personaggi e luoghi di un insediamento lungo sette secoli di storia. L’esistenza di una piazza denominata Giudea, raffigurata in tutte le vedute seicentesche della città e coincidente con l’odierna piazza Corona, talvolta ha fatto ritenere che anche a Terni prima del XVII° secolo sia esistito un ghetto o comunque un quartiere dove si concentrassero le abitazioni e le botteghe degli ebrei. Le origini del toponimo non sono note, ma è certo che gli ebrei ternani, fino alla loro espulsione, furono liberi di dimorare in tutti i sei rioni in cui era suddiviso il territorio urbano. Nel 1569 si arrivò alla cacciata dallo Stato pontificio di tutti gli ebrei, esclusi quelli di Roma e di Ancona, con la conseguente scomparsa di molte comunità tra cui quella di Terni. Fu solo con l’annessione dell’Umbria al Regno d’Italia che in città si riformò un nucleo stabile che al principio del Novecento contava una sessantina di persone. A tale rinascita concorsero ebrei emigrati da Roma (i Genazzano, i Di Segni, i Rouf, gli Sciunnach, i Coen, i Fornari, i Mieli, i Corcos, gli Spizzichino) e poi anche da Urbino (i Beer, I Coen, i Bemporad), da Ancona (gli Algranati, i Fuà, i Donati) e da altri comuni dell’Italia centro-settentrionale (i Del Sole, i Foà, i Padovani, gli Jenna, i Rietti). Nel settembre del 1938, a Terni vivevano una quarantina di ebrei. Con le leggi razziali furono espulsi; insegnanti e studenti vennero cacciati dalle scuole; dipendenti della Pubblica amministrazione e di aziende a partecipazione statale come la Società Terni furono licenziati. Tra i ternani non ebrei non mancò chi solidarizzò con questi nostri concittadini ; chi invece appoggiò le persecuzioni; chi volse lo sguardo altrove. Con l’occupazione tedesca, dopo l’8 settembre 1943 gli ebrei residenti in città ormai erano meno di venti, fra i quali Adolfo Sciunnach e suo figlio Sergio, sopravvissuti alla deportazione – conclude – in un campo di lavoro presso Monaco di Baviera. Invece non tornò Jone Coen, vissuta a Terni dal 1937 al 1941, arrestata a Firenze e morta ad Auschwitz».

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