Terni: «Via dal tavolo», aria tesa al Pmal

Il sindacato Uilpa, invitato a lasciare la trattativa nell’incontro fissato per giovedì – e poi saltato – attacca il direttore del Polo

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Uilpa Uil sul piede di guerra per quel che riguarda il Polo mantenimento armi leggere di viale Brin, a Terni. E l’offensiva del sindacato – a firma del segretario territoriale Uilpa Renzo Formica e di quello generale Guglielmo Bizzarri – è tutta rivolta al direttore del Pmal: «Non può sfuggire al confronto con le organizzazioni sindacali e non permetteremo che questo ente venga diretto come una caserma».

L’incontro «Giovedì – spiegano i due sindacalisti – si sarebbe dovuta svolgere una riunione della massima importanza per il futuro dello stabilimento. In particolare avremmo dovuto parlare della modifica della pianta organica da presentare alle autorità preposte. In questi ultimi tempi – proseguono – la Uilpa e la Cgil Fp hanno interrotto le trattative con l’amministrazione a livello nazionale, con tanto di conseguenze sui territori. Fino ad oggi, nel rispetto di questa decisione, non avevamo mai partecipato alle riunioni. Ma giovedì, visto l’argomento in oggetto e alcune decisioni che necessitano di un confronto, come la cancellazione della pianta organica dei consegnatari e la creazione di sezioni, abbiamo deciso di dare un nostro contributo alla discussione».

‘Niet’ Il direttore del Pmal si sarebbe però opposto: «Ci ha detto semplicemente di ‘no’, chiedendoci di allontanarci dal tavolo della contrattazione. Come Uilpa, proprio per l’importanza dell’incontro, abbiamo deciso di abbandonare il tavolo lasciando le sole Rsu alla trattativa. Ma a questo punto il ‘capo’, nel perfetto stile del ‘qui comando io’, ha deciso in interrompere la riunione rinviandola a data da destinarsi».

L’attacco «Non può essere il direttore – affermano Formica e Bizzarri – a scegliersi gli interlocutori ed i tempi per le contrattazioni. Ricordiamo che è già la seconda volta che, sempre per rappresentare le istanze dei lavoratori, veniamo allontanati dalle stanze ‘dirigenziali’. Tutto questo decisionismo solerte sarebbe stato opportuno che il direttore l’avesse avuto, per esempio, quando abbiamo chiesto alle massime autorità militari le assunzioni in deroga. Se alle prossime riunioni indette dalla direzione non verremo ufficialmente invitati, denunceremo alle autorità competenti tale comportamento come antisindacale».

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