Terni: «Vuole il Santo? Venga a prenderselo»

Il Centro culturale Valentiniano replica al Vescovo e ribadisce il ‘via libera’ al trasferimento di San Valentino in Duomo, ma c’è il timore di nuove tensioni

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«Io il Santo lo aspetto in cattedrale», ha detto il vescovo Giuseppe Piemontese. «Noi non ci opporremo al trasferimento, ma non siamo in grado organizzarlo», ha risposto il parroco, padre Bose. Un impasse – quello legato alle reliquie di San Valentino – che si pensava potesse essere superato, a un anno di distanza dalla clamorosa ‘difesa ad oltranza’ (FOTO) di alcuni fedeli, esplosa la sera del 12 febbraio dello scorso anno in basilica, quando tutto era stato organizzato per condurre le spoglie del patrono di Terni e degli innamorati (sic) al duomo.

SAN VALENTINO: «ASPETTO IN DUOMO» – VIDEO

La protesta del 2016

Pessimismo istituzionale E invece quest’anno si è – praticamente – punto e daccapo. Venerdì mattina, accolto dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica organizzato in prefettura, monsignor Piemontese si è mostrato piuttosto pessimista – a poco più di una settimana dalle celebrazioni – sulla possibilità che il Santo Patrono varchi finalmente il portale del duomo, per essere degnamente celebrato – queste le intenzioni della Curia – come patrono dell’intera città.

Padre Bose

Rammarico In quella sede il vescovo si sarebbe mostrato rammaricato, non solo del fatto che il trasferimento possa sfumare ancora una volta («E in tal caso il solenne pontificale lo celebreremo come lo scorso anno», ha detto ai presenti in prefettura) ma anche di come la stampa avrebbe rappresentato la questione. Più che come un ‘match’ fra favorevoli e contrari al trasferimento pur temporaneo delle reliquie, padre Giuseppe Piemontese avrebbe preferito che la questione venisse affrontata come un’opportunità per rendere degnamente omaggio al patrono di Terni, in quella che è la ‘casa religiosa’ della città e della diocesi, la cattedrale.

Il vescovo Giuseppe Piemontese

Ostilità? Il vescovo avrebbe spiegato di non essere tuttavia rimasto con le mani in mano, nel corso dell’anno ormai trascorso, ma di aver operato per rendere possibile il trasferimento del Santo. Percependo, però, una rinnovata ostilità da parte di alcuni parrocchiani. ‘Colpa’ di alcuni problemi di comunicazione interni alla stessa parrocchia: «E io non me la sento di creare di nuovo quelle tensioni così spiacevoli per tutti – ha detto -. Così se la processione si farà, sarò il primo ad esserne felice. Ma non sarò io ad andare a prendere San Valentino in basilica».

Tira e molla Una posizione che – chissà – potrebbe anche essere rivista alla luce di quella espressa, non diversamente dallo scorso anno, dal Centro culturale Valentiniano. A parlare è la presidente Romilda Mastracchio Crocelli che, al pari di padre Bose, afferma: «Siamo solidali al progetto del vescovo, ma non siamo in grado di organizzare il trasferimento». Messa così, la strada perché monsignor Piemontese possa cambiare idea e attivarsi direttamente per dare seguito all’intenzione mai accantonata, sembra ancora aperta. «In tal caso la comunità parrocchiale, intesa come le persone che domenicalmente vanno a messa, i movimenti e i gruppi parrocchiali, non ostacolerà le sue richieste – prosegue la presidente del Centro culturale Valentiniano -. Lo stesso parroco, nel corso dell’anno, ha esortato tutti alla calma, facendo il possibile. Se il trasferimento potrà avvenire? Sinceramente non lo so e non sono in grado di dirlo». Non il massimo dell’entusiamo, ma neppure una chiusura a riccio. Basterà per superare l’impasse?

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