Terremoto: «A Terni falde e pozzi integri»

A dirlo è uno studio svolto dal Cnr. Il direttore del Sii: «Nessun problema per il nuovo acquedotto Scheggino-Pentima»

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«Gli eventi sismici non hanno comportato modifiche strutturali alle falde o conseguenze ai pozzi costruiti. Non ci sono ragioni per ritenere che questo tipo di problemi possa verificarsi nel prossimo futuro». A dirlo è il direttore generale del Servizio Idrico Integrato, Paolo Rueca, in relazione alle preoccupazioni emerse in seguito ai terremoti che hanno colpito nei mesi scorsi il centro Italia.

Paolo Rueca

Paolo Rueca

Il nuovo acquedotto Il riferimento del dirigente è anche e soprattutto alla costruzione del nuovo acquedotto Scheggino-Pentima, contestata da associazioni ambientaliste e movimenti politici: «Il problema dei possibili effetti di un terremoto su situazioni come quella di Terni – afferma Rueca – era in noi ben presente fin dall’inizio, tanto che ci siamo mossi già due anni fa. Sin dalla primavera 2015 la Sii ha infatti avviato insieme al Cnr uno studio specifico con l’istallazione di strumentazioni per il monitoraggio in continuo del livello della falda, della pressione, della temperatura e della conducibilità elettrica all’interno del primo pozzo di prova realizzato a Terria».

Lo studio «La strumentazione – osserva il direttore del Sii – ha permesso di acquisire dati di grande importanza, specie in occasione degli eventi sismici recentemente accaduti, ed ha consentito di sviluppare modellazioni matematiche utili per la comprensione del funzionamento dell’acquifero. Dai dati rilevati in tutto questo corposo arco di tempo, compresi quelli relativi alle recenti scosse sismiche, possiamo sostenere che il nuovo acquedotto, e in particolare i pozzi di produzione realizzati o da realizzare, non corrono il rischio di rimanere senz’acqua. Nessuna evidenza scientifica fa temere che questo possa accadere».

Monitoraggio no-stop Insomma, per il Sii non c’è da preoccuparsi: «Quello avviato a Terni – aggiunge Rueca – rientra in una serie di studi dello stesso genere già svolti in molte parti d’Italia e che coinvolge esperti di livello nazionale e tecnologie all’avanguardia. Il monitoraggio sui pozzi continuerà ancora senza alcuna interruzione, proprio per tenere costantemente sotto controllo ogni eventuale variazione”.

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