Terremoto in Umbria: «Facciamo in fretta»

La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha fatto il punto con gli imprenditori e i sindacati sulle strategie per la ripresa

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di S.F.

Rossetti, Marini e Morelli

Rossetti, Marini e Moretti

«I turisti stanno scappando dall’intera Regione. C’è necessità che il sistema economico della Valnerina si rimetta subito in moto: far ripartire la vita sociale e comunitaria del territorio colpito dal sisma è fondamentale per evitare lo spopolamento, altrimenti non si incoraggiano nemmeno i cittadini. Intanto c’è la certezza finanziaria per la gestione dell’emergenza, anche riguardanti i privati, e ciò consente di velocizzare il processo». Questo il messaggio che la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha lanciato mercoledì mattina a Foligno – centro regionale di protezione civile – nell’incontro con i rappresentanti delle imprese, i sindaci dell’area Valnerina e le organizzazioni sindacali.

GUARDA L’INTERVISTA A CATIUSCIA MARINI

Luigi Rossetti e Catiuscia Marini

Luigi Rossetti e Catiuscia Marini

Norme e priorità Tutto si poggia sul nuovo decreto del Governo che dà ‘respiro’ alle imprese nella speranza di una ripartenza: «Rimettere in moto il sistema economico della Valnerina il più presto possibile – ha esordito la Marini – e le norme contenute dai decreti varati dal Governo, e le prime misure adottate dalla Regione Umbria, consentono questa opportunità che deve rappresentare per tutti una priorità. Far ripartire l’economia significa far ripartire la vita sociale e comunitaria di questo territorio per evitare, in ogni modo, il suo spopolamento. E per questo è anche indispensabile intervenire sulla rete viaria, anch’essa compromessa duramente dal terremoto: il tratto tra Triponzo, Preci e Visso è chiuso e non potrà essere riaperto in tempi brevi». La presidente della Regione ha poi messo in evidenza la questione legata alla delocalizzazione (dal centro di Norcia all’esterno): «C’è un canale autonomo per aiutare le imprese in tal senso».

Catiuscia Marini e Alfiero Moretti

Catiuscia Marini e Alfiero Moretti

Cambio passo La scossa di magnitudo 6.5 del 30 ottobre ha cambiato le carte in tavola: «Il sisma del 24 agosto in Umbria ed in Valnerina soprattutto – ha proseguito la Marini – pur avendo causato danni, non aveva interessato il sistema economico che, invece, con i terremoti di fine ottobre ha subito gravi danneggiamenti diretti ed indiretti in tutti i suoi settori, dall’agricoltura alla zootecnia, dall’industria della trasformazione, al comparto turistico ricettivo, al commercio. Insomma, così come per le abitazioni private, per il patrimonio artistico e religioso, il sisma del 30 ottobre ha radicalmente modificato lo scenario ed il livello dei danneggiamenti che sono andati anche oltre la Valnerina, ed ha interessato molti altri territori della regione. Chiaro che molte cose dovranno essere gestite in sede di commissario (Errani), c’è una catena di comando ben definita». La Marini ha sottolineato che, in seguito alla scossa di agosto e prima del 30 ottobre, le persone da assistere erano ‘solo’ 500 in totale, con «una-due» case da monitorare a Norcia. Lo scenario è quindi mutato radicalmente.

terremoto-foligno1-copyPercorsi e aiuti La Marini, coadiuvata dal direttore regionale allo sviluppo economico Luigi Rossetti e dal capo della protezione civile regionale Alfiero Moretti, ha fatto il punto della situazione concentrandosi in particolar modo sul mondo delle imprese: «Abbiamo illustrato il percorso veloce e semplificato che il decreto mette in campo: permette alle imprese danneggiate – edifici – che devono svolgere attività produttiva di entrare subito in condizione di operare, grazie ad interventi urgenti per la messa in sicurezza delle strutture. Poi c’è un ragionamento sull’iter di ricostruzione: sono coinvolti lavoratori, professionisti e imprese colpite nell’indotto provocato dal sisma, come ad esempio il settore turistico. Dobbiamo immaginare due percorsi paralleli, il primo che faccia ripartire il turismo nel resto della Regione visto che i turisti stanno scappando dall’Umbria; mentre il secondo in riferimento alle strutture ricettive della Valnerina, Norcia e Cascia su tutti, dove occorre un’intensità differente negli aiuti e un rilancio specifico. Questa distinzione vogliamo rappresentarla al Parlamento e al Governo, dando una mano agli imprenditori della Valnerina che credono nella propria terra. Noi ci crediamo».

terremoto-protezione-civile2-copyLe ‘zone rosse’ e la conservazione Un altro obiettivo che la Marini ha ribadito ai presenti fa riferimento – in particolar modo – al centro di Norcia: «Il terremoto del 30 ha ‘prodotto‘ molte zone rosse e vorremmo evitare di mantenerle in questo modo, così estese, fino al termine della ricostruzione. Non vogliamo un modello Nocera Umbra per intenderci». Sui beni culturali ha invece specificato che «non basta più una semplice conservazione, occorre una ‘difesa’ più robusta a questo punto».

Il salto La Marini ha ripercorso gli sforzi della Regione nel post sisma del 1997, ricordando che a Norcia molte strutture nella zona rossa sono comunque in buono stato: «Il sisma di ottobre ci deve far fare un altro salto di qualità sotto l’aspetto dell’innovazione delle tecniche ricostruttive e delle idee da mettere in campo».

Donatella Tesei

Donatella Tesei

Recuperare turisti Turismo, lavoro e imprese. Per Norcia e Cascia difficile ipotizzare quando si potrà tornare – settore turistico – alla normalità: «Complicato fare stime di questo tipo. Chiaro – ha aggiunto la Marini – che dobbiamo attivarci subito: prima riconduciamo a normalità, a livello turistico, le città non interessate dal sisma e più aiutiamo l’intera Regione Su Norcia e Cascia invece servono azioni interconnesse: sono incoraggiata dalle modalità con le quali gli imprenditori ci chiedono priorità. Intanto dobbiamo aiutarli con procedure semplificate con il contributo finanziariario, parallelamente però c’è da studiare un progetto di rilancio turistico: una sfida che accettiamo».

Sportelli e riprogrammazione La Regione chiede uno sforzo al Governo e alla Commisione europea: «La Regione istituirà uno specifico ‘sportello’ per le imprese e ogni altro soggetto economico nella stessa città di Norcia, per essere ancor più vicina alla comunità ed assistere al meglio tutti i soggetti interessati. Abbiamo inoltre già avanzato al Governo ed alla Commissione europea la proposta di riprogrammare le risorse comunitarie dell’attuale programmazione al fine di reperire ulteriori risorse da indirizzare verso le aree colpite dal terremoto».

Vincenzo Bianconi

Vincenzo Bianconi

Decreto e ‘white list’ A elencare – e spiegare – articolo per articolo il contenuto del decreto ci ha pensato Rossetti. Il dirigente della Regione ha analizzato tutti i passaggi ai rappresentanti delle imprese: dai 30 milioni del fondo Inail per la messa in sicurezza delle aziende agli interventi di promozione turistica, passando per il fondo di garanzia nazionale, i 5 mila euro destinati alle attività produttive bloccate a causa del sisma e la ‘White list speciale’ – un plus rispetto alla classica lista delle prefetture -, l’elenco nel quale le imprese dovranno rientrare per accedere ai finanziamenti. «A controllare il tutto – è intervenuta la Marini – sarà un nucleo dell’Anac, ci sarà una centrale di committenza unica».

Assistiti, sopralluoghi e scuole A snocciolare dati e numeri relativi all’assistenza è stato Moretti: «Circa 5 mila gli assistiti, 8oo dei quali ricoverati in strutture provvisorie. Abbiamo ritenuto di mandare le persone – 1200, ha sottolineato il capo della protezione civile regionale – negli alberghi fuori dalla zona più colpita per sicurezza, poi molti hanno deciso di rimanere vicino ai loro beni. Dal 24 agosto abbiamo ricevuto 10 mila domande di accertamento e il 40% eravamo riusciti ad evaderle, ma ora i numeri sono in aumento costante: ci stiamo organizzando per svolgere dei rapidi sopralluoghi e stabilire se gli edifici sono agibili o non utilizzabili. Prima del 30 ottobre il 70% delle strutture nell’area più colpita erano agibili, ora saremmo ‘contenti’ se le percentuali si rovesciassero. Oltre 50 case di allevatori sono danneggiate, a tutti daremo una soluzione abitativa con una stalla integrata». Sul tema scuole invece Moretti ha aggiunto che «sono 3 quelle inagibili in Umbria, oltre 10 le parzialmente inagibili e 40 quelle con danneggiamenti». In chiusura di riunione la Marini è tornata per pochi minuti sulla sistemazione degli sfollati: «Tende e container rappresentano la risposta alle esigenze della comunità e non della protezione civile. I moduli abitativi saranno la soluzione per non consentire lo spopolamento dell’area».

terremoto-foligno-5-copy riunioneSistemazione danni Damocle Magrelli gestisce quattro alberghi a Cascia, oltre ad essere un consigliere rappresentante Federalberghi per la Valnerina. A Foligno c’era anche lui: «Poche novità rispetto al primo decreto. La cosa più interessante – sottolinea – per le imprese che potranno utilizzarlo è la chance di scegliersi il professionista per fare il progetto e sistemare i danni, garantiti con questo meccanismo dallo Stato attraverso la convenzione Abi (Associazione bancaria italiana), la banca corrisponderà il denaro all’impresa. Ci sono però problemi pregressi: i mutui in essere, le scadenze e i dipendenti che, al di là della cassa integrazione che non riceveranno subito, non hanno prospettive di lavoro. Per arrivare a Cascia c’è un’unica viabilità ed è complicato venire, per questo non ci attendiamo a breve una ripresa turistica».

GUARDA L’INTERVISTA A DAMOCLE MAGRELLI

‘No tax area’ Ed ecco la proposta lanciata durante la riunione a Foligno: «Proprio per questo occorre un emendamento – puntualizza – per una sorta di ‘no tax area’ per le zone del cratere, nell’angoscia dobbiamo cercare di vivere in serenità: sarebbe un elemento fondamentale per concentrarci sulla ricostruzione e pensare al futuro. Speriamo che, a Cascia, in qualche modo possa essere brevemente – conclude – riaperta la basilica per attirare le persone». Sì, perché Magrelli è stato chiaro su una problematica di difficile risoluzione: «Dal 30 siamo chiusi, come si sopravvive in questo periodo? Ci sono solo uscite, nessuna entrata». A dargli appoggio il presidente Federalberghi per la provincia di Perugia, Vincenzo Bianconi: «Purtroppo ritengo che un 30% dei residenti di Norcia sarà ‘perso’ al giugno 2017. Qua nessuno vuol lavorare, c’è paura, bisogna insistere sulla socialità altrimenti è durissima. Vorrei un tavoli di menti illuminate per cercare di rilanciare la situazione».

cariuscia-marini3-copy‘Effetto indotto’ Propositivo, invece, l’approccio del sindaco di Montefalco, Donatella Tesei, che ha spiegato come il suo piccolo Comune non ha nessuna intenzione di starsene con le mani in mano e vuole subito prendere iniziative che gli permettano di rimettersi in cammino: «Nessun Comune è ‘estraneo’ al fenomeno e ci sono dei danni, tuttora da verificare. Le nostre strutture ricettive e luoghi d’attrazione sono fruibili, tuttavia il problema è l’effetto indotto: il sisma ha riguardato altri posti, ma ormai si sta diffodendo in tutta la Regione».

PARLA IL SINDACO DI MONTEFALCO: «IN UMBRIA E’ ANCORA POSSIBILE GODERSI LE ECCELLENZE» – IL VIDEO

Venire in Umbria Una paura che ha fermato l’arrivo di turisti in Umbria: «Dobbiamo fare attenzione a comunicare bene e a promuovere l’Umbria valorizzando quei luoghi ancora agibili, il flusso turistico non va perso e in questo momento è bloccato. Martedì siamo andati ai Musei Vaticani e abbiamo – conclude la Tesei – già lanciato la mostra per il nostro museo: vogliamo dire che in Umbria è ancora possibile godersi le eccellenze del territorio, culturali, enogastromiche ed artistiche».

PARLA IL VESCOVO DI TERNI – IL VIDEO

Vincenzo Sgalla

Vincenzo Sgalla

La critica Di fronte alla Marini c’era Vincenzo Sgalla, segretario regionale della Cgil. Che, senza troppi giri di parole, ha detto la sua: «Ok le iniziative, ma per quel che mi riguarda c’è scarso coordinamento e scarsa informazione alle persone nell’opera di assistenza, è un problema».

Terni Decisamente preoccupata, poi, la voce che si leva da Terni: il vescovo Giuseppe Piemontese è andato giù piatto, affermando che «soldi per mettere a posto le chiese danneggiate noi ne abbiamo» e, quindi, ci si rimette alle decisioni del governo. I quattrini, insomma, devono venire dallo Stato.

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