Thyrus, palazzo Spada è la nuova ‘casa’

Terni, commissione unanime sul ‘trasloco’ del simbolo cittadino: «Sfondo ideale anche per le foto delle cerimonie»

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Il Thyrus che si trova a ridosso del Nera – nei giardini pubblici di via Campofregoso – troverà una nuova casa nell’atrio di palazzo Spada. Lunedì mattina la seconda commissione consiliare del Comune di Terni ha approvato all’unanimità la proposta di atto di indirizzo di Michele Rossi (Terni Civica). Per la statua che raffigura il drago-simbolo di Terni, si era parlato in passato di una collocazione in piazza Ridolfi: idea sopravanzata da quella che ha visto una larga convergenza fra forze politiche.

Due copie per la città

Secondo Rossi la nuova collocazione potrà «ridare la giusta centralità e la legittima dignità alla scultura». L’atto è stato emendato e votato all’unanimità. L’emendamento precisa il luogo dove verrà posizionata la statua e il coinvolgimento del liceo artistico ‘Metelli’ nella riproduzione delle copie. Il Thyrus verrà collocato all’interno del cortile di palazzo Spada e tutelato dalla videosorveglianza.

Convergenza

Una decisione sostenuta dal consigliere della Lega, Paolo Cicchini: «Sono convinto che si tratti del posto migliore per il drago sia essere collocato dentro il cortile di Palazzo Spada, luogo più adatto in termini di simboli e segni». Cicchini ha proposto anche la realizzazione di due copie della scultura da commissionare agli studenti del liceo artistico, da posizione neri giardini di via Campofregoso («sperando in una riqualificazione del sito») e in piazza Tre Monumenti. Concordi sulla proposta anche Federico Brizi (Gruppo misto), Marco Cozza (M5s) – «la statua potrebbe essere utilizzata – dice – anche come sfondo per le fotografie fatte durante le celebrazioni dei matrimoni civili» – Claudio Fiorelli (M5s) e il presidente della commissione Orlando Masselli (FdI).

La Fondazione Carit plaude

 
Plaude alla decisione anche palazzo Montani Leoni: «L’idea di tale collocazione era stata già proposta dalla Fondazione onde poter dare alla scultura, di elevata qualità e di alto significato simbolico, una sistemazione che potesse garantirne la sicurezza e la valorizzazione. L’opera è stata restaurata dalla Fondazione Carit nel 2016 sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria».
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