Timori a Borgogiglione: «Stabilità a rischio»

Le preoccupazioni dell’Osservatorio dopo le analisi di tre istituti di ricerca: «Unica priorità è bonifica urgente»

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Continuano ad essere preoccupati i cittadini che abitano intorno alla discarica di Borgogiglione, discarica su cui, nei mesi scorsi, tre diversi istituti universitari hanno concentrato i propri studi e le proprie indagini circa la stabilità e la sicurezza del sito.

Gli esperti

A portare avanti analisi e approfondite e dettagliate sono stati il dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia, in collaborazione con il servizio geologico della Regione, l’università Politecnica delle Marche e il Politecnico di Torino. Tre enti che, tra il 2017 e il 2018, avrebbero dovuto fornire risposte chiare e certe ai timori circa le enormi quantità di percolato accumulato a causa delle celle bioreattore dove erano stati scaricati rifiuti organici umidi e, più in generale, su quella gestione della discarica negli ultimi anni, finita anche al centro dell’inchiesta della procura distrettuale Antimafia di Perugia.

Stabilità sismica

A conferma dei timori già espressi dopo la relazione dell’università di Perugia, nuove inquietanti ipotesi emergono ora. «Dai risultati delle analisi di stabilità svolte – scrive in una relazione il professor Pasqualini dell’università di Ancona – risulta che per i rifiuti già abbancati nella discarica di Borgiglione non esistono, in condizioni sismiche, i requisiti minimi di stabilità previsti dalla normativa vigente, i coefficienti di sicurezza, in condizioni sismiche, risultano inferiori al valore 1.10 richiesto». Servirebbero, secondo l’esperto, interventi di «rinforzo e consolidamento che possano garantire condizioni di stabilità in caso di eventi sismici», come già proposti in una relazione tecnica allegata e che, prima di qualsiasi progetto di stabilizzazione, «l’intervento dovrà essere preceduto da uno specifico approfondimento di indagine sull’argine e sul corpo rifiuti oggetto di interventi».

La Regione

«Anche la Regione – ricorda Lucio Pala, dell’osservatorio Borgogiglione – attraverso il suo Servizio autorizzazioni ambientali, ha per ben due volte comunicato al gestore l’urgenza di provvedere senza indugio alla progettazione degli interventi di rafforzamento dell’argine da eseguire, ma poi è sembrata intiepidita dalle risultanze del successivo studio commissionato dal gestore al Politecnico di Torino». Secondo l’università in questione, infatti, «Per garantire il soddisfacimento delle condizioni di sicurezza dal punto di vista della stabilità geotecnica dell’opera, dovranno essere raggiunti i livelli di percolato definiti come target per le due configurazioni analizzate prima di procedere con l’abbancamento dei rifiuti».

Il Politecnico di Torino

Vero è che anche questa relazione non è definitiva: «Il sistema di monitoraggio combinato topografico/inclinometrico evidenzia al momento (2 mesi di monitoraggio) l’assenza di deformazioni significative in relazione alla stabilità globale dell’opera. Le letture topografiche/inclinometriche ad oggi disponibili non consentono però di valutare in modo sufficientemente rappresentativo l’evoluzione deformativa dei manufatti. Si ritiene pertanto necessaria la prosecuzione dell’attività di monitoraggio su un arco temporale sufficientemente esteso prima di poter formulare considerazioni di maggiore dettaglio in merito». L’Osservatorio Borgogiglione esprime preoccupazione per questa situazione di incertezza e di stallo, che va a sommarsi ai gravi rischi di inquinamento ambientale dell’area già documentati, e chiede un confronto pubblico sulle perizie geologiche e sui lavori per mettere in sicurezza la discarica: «Sulla sicurezza non si scherza, occorre fare presto la bonifica – prosegue Lucio Pala – ma il gestore si dimostra infastidito dalla presenza vigile dei cittadini e restio anche a consegnare i documenti. I sindaci premono invece per la riapertura comunque di Borgogiglione, perché non sanno e non vogliono trovare soluzioni alternative per lo smaltimento dei rifiuti (a ridurli proprio non ci pensano!) ma già troppo alto è il costo finora pagato dai cittadini per questa malagestione dei rifiuti. È ora di chiedere il conto! L’Osservatorio attende con fiducia l’apertura a dicembre del processo Spazzatura d’oro».

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