Tornano i voucher, Sgalla (Cgil): «Truffa»

Il segretario regionale dell’Umbria della Cgil: «Ora il governo li chiama diversamente, ma lo strumento è esattamente lo stesso»

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Vincenzo Sgalla

di Vincenzo Sgalla
Segretario regionale della Cgil

Ad appena un mese dalla loro cancellazione sembra che i voucher stiano per essere “riesumati”. Con un emendamento approvato sabato 27 maggio in Commissione Bilancio alla Camera si introducono il “Libretto famiglia” (per piccoli lavori domestici, baby sitter, assistenza a bambini e anziani, ammalati e persone disabili, nidi pubblici e privati) e il “Contratto di prestazione occasionale”, istituto contrattuale destinato alle imprese. 

Il governo ci ha impedito di votare lo scorso 28 maggio sui voucher e sulla responsabilità solidale negli appalti. Con un decreto ha cancellato le norme oggetto dei referendum, non consentendo ai cittadini di esprimersi attraverso il voto su queste materie. Ora però fa rientrare dalla finestra quello che con tre milioni di firme avevamo fatto uscire dalla porta.

Ora il governo li chiama diversamente, ma lo strumento è esattamente lo stesso. Potremo avere di nuovo – per citare un caso che abbiamo incontrato proprio qui in Umbria – due dottori laureati in farmacia, uno con un normale contratto di lavoro e l’altro al suo fianco pagato con i voucher. Uno con dei diritti e l’altro senza.

La storia recente dei voucher ha dimostrato che non c’è stata una sostituzione, ma un affiancamento al lavoro nero. Si è solo dato uno strumento in più a chi non vuole rispettare le regole e le persone.

Nella nostra proposta della Carta dei diritti universali del Lavoro, che si può facilmente leggere in rete, ci sono due articoli che disciplinano esattamente queste tipologie di lavoro, garantendo diritti, ma al tempo stesso fornendo uno strumento agile e moderno per le famiglie che hanno queste esigenze.

Stiamo di nuovo raccogliendo le firme nei luoghi di lavoro e nelle piazze, oltre che attraverso il web (www.schiaffoallademocrazia.it). Ce lo chiedono le Rsu, ce lo chiedono migliaia di cittadine e cittadini che si sentono presi in giro dal governo. Il prossimo 17 giugno saremo in piazza San Giovanni a Roma. Una grande manifestazione per dare voce a tutte queste persone e rivendicare che lavoro, diritti e dignità tornino ad essere la base della nostra vita democratica.

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