Attribuzione fittizia di villa con piscina: scatta il sequestro

Bastia Umbra – Operazione della guardia di finanza nei confronti di un pluripregiudicato: nei guai per trasferimento fraudolento di valori

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Un sequestro preventivo scattato per il reato di trasferimento fraudolento di valori, legato all’attribuzione fittizia a terzi di una proprietà immobiliare – villa con piscina da oltre mezzo milione – per eludere la normativa in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’operazione è della guardia di finanza di Perugia e coinvolge un pluripregiudicato di etnia roma residente a Bastia Umbra. È il risultato delle indagini condotte dal gruppo investigazione criminalità organizzata del nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo umbro con l’obiettivo di ‘aggredire’ le ricchezze accumulate in forma illecita e contrastare le infiltrazioni criminali.

L’inizio della storia

L’indagato – spiega in una nota il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone – era già stato condannato per una serie di reati ed era destinatario della misura della sorveglianza di pubblica sicurezza. Ad inizio anni 2000 aveva acquistato il fabbricato intestandolo al figlio, poi fu ristrutturato e adibito a dimora abituale. «Sulla base della puntuale ricostruzione delle fonti reddituali e dei flussi finanziari, ricondotta la genesi delle accumulazioni patrimoniali all’epoca di permanenza della condizione di pericolosità sociale in capo al soggetto, nel mese di agosto del 2017, il tribunale di Perugia, su richiesta del pubblico ministero, emetteva apposito decreto applicativo della misura del sequestro con contestuale confisca del compendio immobiliare, ai sensi degli articoli 20 e 24 del decreto legislativo n. 159 del 2011, il codice antimafia».

Il vizio formale e il sequestro

Un anno dopo tuttavia fu il cespite fu dissequestrato a causa di un annullamento del provvedimento ablativo determinato da un vizio formale. Lo scorso giugno la villa è stata di nuovo sequestrata e quindi confiscata: è emerso «che la villa, pur continuando ad essere nella disponibilità del soggetto proposto per l’applicazione della citata misura, era stata fittiziamente ceduta ad altri membri del suo nucleo familiare. Tale condotta, in assenza di prove dell’esborso monetario dichiarato in sede di rogito nonché di adeguate fonti reddituali da parte degli acquirenti e di valide ragioni economiche sottostanti alla vendita posta in essere tra conviventi, è stata ritenuta idonea a configurare l’ipotesi delittuosa di trasferimento fraudolento di valori prevista e punita dall’articolo 512-bis c.p». Il Gip ha evidenziato infatti che l’intestazione fittizia è successiva all’applicazione della misura di prevenzione nei confronti dell’indagato, il quale «era a conoscenza della pendenza del procedimento a suo carico e, pertanto, consapevole che poteva essere applicato anche un provvedimento di carattere patrimoniale. Tale consapevolezza – sottolinea il Gip – avevano gli altri concorrenti nel reato contestato, precisamente moglie e figli (…) che hanno agito al fine esclusivo di venire incontro alle necessità del marito/padre per non farlo risultare formalmente intestatario del complesso immobiliare, come di fatto non è, così aiutandolo ad eludere l’applicazione di eventuali (se non certe) misure patrimoniali». A chiudere il cerchio il sequestro preventivo.

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