Trasporto disabili, associazioni divise

Terni: dopo la bagarre in consiglio comunale, lunedì l’audizione in commissione per parlare delle criticità

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Aladino, Angsa Umbria, Sos opere sociali, Aice, Unasam, Afad, Insieme per te, Unmil, Agorà, Agire con responsabilità, Fish Umbria e rappresentandi dei sindacati. Sono stati i protagonisti dell’audizione di lunedì mattina a palazzo Spada in occasione della II° commissione consiliare: focus sulla delibera di giunta numero 64 legata al trasporto dei disabili, sul quale nell’ultimo consiglio comunale si era scatenata la bagarre in aula. Ad ascoltare richieste, lamentele e suggerimenti delle varie associazioni – non tutte sullo stessa onda nell’affrontare la problematica – l’assessore al ramo Marco Cecconi.

LA BAGARRE IN CONSIGLIO COMUNALE

Le criticità: «Grave non coinvolgimento, aumenta costo. Ritirare delibera»

Confronto lungo per cercare di trovare una soluzione alle criticità esposte – non da oggi – dalle associazioni. La prima a parlare è stata Morena Fiorani di Aladino (85 associati, 15 dei quali interessanti): «La nostra associazione è venuta a conoscenza della delibera dopo la pubblicazione e non l’abbiamo condivisa. La riunione si è tenuta dopo, lì è emersa la necessità del ritiro della stessa: è stato grave il non coinvolgimento che non tiene conto delle necessità della presenza di un accompagnatore. Il valore dei voucher varia da un minimo di 75 a 100 euro a seconda dell’Isee. Attualmente il servizio costa 270 euro e non sono stati calcolati il costo del conducente e il trasportatore. Aumenterà il costo per le famiglie. Il trasporto sarà svolto da gestori privati che possono decidere chi far salire e le famiglie saranno lasciate da sole a trattare con il privato. La modalità di gestione non garantisce la tranquilità delle famiglie, la percorrenza, il numero delle persone. Non è stata inserita una commissione nella delibera. Chi effettua il trasporto deve farlo per tutti in forma singola o associata. L’ente pubblico deve pretendere un fac simile che contenga gli standard che tutelino tutti gli utenti: chiediamo il ritiro della delibera e un incontro con tutte le associazioni in modo da trovare insieme delle soluzioni». D’accordo in toto Maria Briziani dell’Angsa: «Non so se vi rendete conto cosa vuol dire avere a che fare con persone con gravi disabilità».

TRASPORTO DISABILI: «RITIRATE LA DELIBERA»

L’accompagnatore e la prenotazione

Annalisa Marrone dell’Unasam – tutela delle persone con problemi di salute mentale, gli associati sono 40 ma non ci sono persone direttamente coinvolte – ha sottolineato di essere in «dovere di partecipare a questa espressione di diritti perché necessaria una rete di interventi. I problemi sono quelli emersi: tutti i servizi che hanno disabilità sono servizi che devono essere gestiti nel miglior modo. Il trasporto che può sembrare una cosa da poco. Benissimo l’accompagnatore, ma questo deve conoscere esattamente cosa si va ad affrontare. Ci vogliono competenze, non può essere un semplice volontario e va formato in tutto e per tutto: i servizi devono essere condivisi con chi vive tutti i giorno le difficoltà della gestione della persona anche dell’aspetto emotivo. Vorrei essere qui in una posizione costruttiva. Come prenoto il servizio? A chiamata? Dobbiamo considerare tutti gli aspetti della vicenda». A seguire Angelo Bianco di Insieme per te (90 iscritti e nessuna persona coinvolta): «Nell’incontro con l’assessore avevamo stabilito alcune cose, l’utilizzo del personale specializzato non è mai avvenuto. Per il trasporto siamo gestiti da più gestorie il contributo deve tener conto del modello Isee».

La differenziazione e la libertà di scelta

Per l’Afad ha parlato Delfina Dati (200 famiglie, 25 usufruiscono del trasporto): «Da tempo – ha puntualizzato – stiamo conducendo una battaglia per farsi carico nei confronti della Asl e della Regione per garantire la piena libertà di scelta dei servizi. Dopo il percorso scolastico i ragazzi devono per forza andare al centro diurno oppure non c’è niente altro: vogliamo la libertà di scelta e per l’accreditamento aprire a più soggetti gestori facilità le scelte dei familiari. L’assessore si è reso disponibile a rivedere alcune cose, l’accompagnatore non è sempre necessario. Interventi personalizzati. Si tende a standardizzare. Noi vogliamo progetti differenti a difficoltà differenti e la conferma della commissione garanzia e controllo che deve controllare. Ci mettiamo alla finestra per capire cosa succederà: chiediamo all’amministrazione di farsi portavoce nei confronti della Asl e ricondurre dentro la gara dei servizi che sta facendo immettere determinati servizi e risposte alle nostre istanze. Sono servizi socio sanitari. Ad oggi le persone non hanno trovato risposte ai servizi». Quindi Gianfranco Colasanti dell’Unmil:«Importante lavoro a non cedere su alcuni punti. Abbiamo fatto delle aggiunte. Condivido l’intervento della Dati, vogliamo una commissione di verifica per il controllo del servizio. Abbiamo chiesto la presenza di una seconda persona: il servizio deve avere un assistente qualificato e dobbiamo sentirci garantiti dalla professionalità. L’assessore ha recepito le nostre istanze. C’è un tesoretto che deve assolutamente rimanere per i trasporti. Sicuramente è stata fatta dopo l’incontro una gran confusione: mi auguro che gli scontri finiscano qui e chiedo che la commissione entrerà in merito. Non calate più delibere dall’alto. Anche le associazioni dovrebbero smettere di farsi la guerra. Dovremmo tutelare gli stessi interessi».

«Nulla da modificare»

Franca Cecconi – familiare di un ragazz con disabilità – di Agorà ha detto di «voler parlare con quei signori che decidono senza sapere cosa vuol dire non avere sostegni. Ci sono persone che hanno bisogno di molto aiuto. Anche adesso questo impegno di dover affrontare da soli, vaucher, impegni e cose del genere: chi parla dovrebbe sapere cosa intendiamo. Gli aiuti che abbiamo li dobbiamo saper sfruttare. Questi ragazzi sono penalizzati e non dobbiamo tornare indietro ma andare avanti». Poi Yari Lupattelli di Agire con responsabilità: «Per la prima volta vediamo che c’è una libertà di scelta che viene data all’utente. Prima era il Comune, ora c’è libertà di scelta ed è fondamentale. Quello che è stato fatto nella delibera, di dire che io ‘amministrazione posso corrispondere una certa cifra e di lasciare alle famiglie di scegliere la gestione di alcuni servizi’ mi sembra una cosa buona. Il Comune ha scelto di portare avanti un servizio a norma della 328 della legge vigente che prevede la corresponsione del voucher che il Comune può corrispondere. Esiste poi la compartecipazione da parte dell’utente che fa sì che sia parte di quel famoso progetto di vita e di autonomia: inutile parlarne se poi non si sa declinarla. Non trovo nulla da dovere modificare per me. Se proprio dobbiamo cercare il pelo nell’uovo per le disabilità gravissime si potrà avvalersi della pubblica assistenza». A chiudere Fish Umbria (federazione che coinvolge circa dieci associazioni) con Carla Paladino: «C’è preciso impegno per chiara strategia in ambito socio sanitario degli interventi. Macro questioni su cose già presentate al sindaco prima delle elezioni per politiche non settoriali. Partecipazione attiva dei soggetti coinvolti a partire da quelli in ambito sociale. Inadeguate modalità di applicazione di progetti di intervento non condivisi e alutazione multidimensionale delle necessità del soggetto. Si richiede che vengano riviste le modalità di applicazione dei servizi della delibera».

L’opposizione: «Tutelare tutti»

Paolo Angeletti (Terni Immagina) ha specificato che «non tutti sono concordi, ma i problemi sono tanti. Per alcuni il voucher non è la soluzione ideale. C’è il problema dell’entità di questo che è esigua. C’è il problema dell’assistenza a bordo, c’è il problema dei centri diurni: possiamo solo aiutare indirettamente. Vorrei entrare nel metodo e non nel merito. Lasciamo una porta aperta un filo diretto. Su questi problemi non abbiamo certo bisogno di dissidi o contrasti». Luca Simonetti (M5S): «quando si parla di libertà di scelta diciamo che il voucher è una delle possibilità. In virtù dell’art. 14 della 328 quanti dei vostri iscritti ricevano prestazioni in base ai progetti individuali da parte di Asl o Comune? Quale è la proposta dell’associazione, c’è una delibera e siamo a scadenza del servizio. Chiedete il ritiro? Chiedo all’assessore le associazioni che parteciperanno al bando faranno parte della commissione di controllo? O ne faranno parte associazioni che non hanno persone con portatori di interessi?». Per Francesco Filipponi del Pd «sarebbe importante ascoltare il punto di vista degli operatori e portatori di interesse. Vorrei capire dai numeri quelle persone che non sono rappresentate cosa pensano della cosa, vorrei uscire da questa commissione con una soluzione. Ci deve essere la possibilità e nei prossimi giorni di addivenire ad una soluzione. Non siamo contrari né ai voucher, né alla libertà di scelta, né al progetto individuale ma vogliamo capire come dare riscontro a tutte le persone». Infine Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Dovevamo fare prima questo incontro. L’importante è averlo fatto. Sottolineo la libertà di scelta che non viene messa in discussione ma il Comune non può nascondersi e non fare ciò che dobbiamo. Le famiglie vogliono che sia gestito ancora del Comune perché vogliono una mano. Alcune famiglie sono più pronte di altre. Alcune vogliono un ruolo più presente. Se mi indigno è perché qualcuno strumentalizza queste situazioni e qualche associazione viene spintonata da una parte e dall’altra. Nel merito la delibera prevede un sistema che le famiglie dovranno gestire da sole. Afad dice che ce la può fare, Aladino no. Noi dobbiamo tutelare tutti. Perché se 25 ce la fanno e 15 no, bisogna pensare a quelle 15 che non ce la fanno. Non cadiamo nell’inganno che qui si stanno facendo interessi di alcune cooperative. Non è così. Qui si stanno tutelando gli interessi di tutti».

La maggioranza

Doriana Musacchi della Lega ha fatto presente «che il Comune a volte deve rimanere freddo per cercare di fare il bene e di andare oltre. Non credo che nessuno può strumentalizzare da parte di nessun colore politico. In merito all’accompagnatore vorrei capirne l’importanza della figura e darci delle indicazioni maggiori: da parte nostra cè la massima disponibilità. Voi avete paura di essere lasciati soli. Voi avete bisogno di sostegno e credo che questa amministrazione vi starà vicino, magari facendo degli errori ma non vi lasceremo soli». Sergio Armillei, sempre della Lega, ha parlato del fatto che «le persone con disabilità non devono chiedere diritti che hanno ma solo la loro giusta collocazione. Devono avere strumenti personalizzati nei limiti del possibile e con il coinvolgimento della persona stesa o della famiglia. Trasporto sono servizi erogati per la scelta precida di questa amministrazione, potremmo quindi coinvolgere i centri diurni nella gestione di questi servizi. Siamo per la libertà di scelta per poter disporre di alternative valide. Siamo convinti dell’appropriatezza delle scelte fatte a monte». C’è poi Monia Santini (Lega): «Quello ci ha colpito è la poliedricità di questo contesto. Ci sono situazioni differenti tra loro allo steso tempo importanti. Bisogna sentire tutti i punti di vista. Ci sono anche dei dissapori tra voi: per avere una voce più forte occorre che parliate una stessa lingua. C’è una dissonanza ma siamo disponibili all’ascolto e c’è l’intenzione di trovare una soluzione vera. Salta all’occhio che la disabilità è diversa, storie molteplici e differenti, tutti devono essere tutelati. Vorrei capire come potrebbe essere migliorato il servizio, per quelle persone che hanno detto non fosse adeguato, sono tante le voci espresse». Michele Rossi (Terni Civica) ha ribadito che «quando ci si interroga su questi temi dobbiamo agire con maggiore responsabilità in un servizio che riguarda persone più deboli. Questo è un servizio che facciamo convintamente nonostante la situazione di dissesto: avremmo potuto tagliare il servizio ma è una volontà che noi non vogliamo esercitare. Avremmo dovuto sentire precedentemente le famiglie ma possiamo intervenire adesso sulle necessità espresse. Noi dobbiamo rassicurarvi. Vorrei capire che nel valore del voucher ci siano dentro una serie di cose. Specializzazione e competenza dell’accompagnatore, oltre il costo del carburante. Questo deve essere personalizzato non può avere per tutti lo stesso valore. Deve considerare il tragitto, la necessità dell’accompagnatore o meno. Sarà il soggetto a scegliere sulla base di una lista di gestori accreditati. Il servizio dovrà restare invariato e dovremmo accompagnare le persone in questo cambiamento». Maurizio Cecconelli di FdI ha sottolineato che «occorre trovare una sintesi. Quello che è il concetto base della delibera è quella della libertà di scelta: si parte dal concetto che sia garantita questa libertà. Questa libertà avrebbe dovuto migliorare la possibilità del servizio, se così non è stato evidentemente non ha funzionato qualcosa a livello comunicativo. Siamo disponibili a rivedere anche le cifre. Per la qualità del servizio anche qui c’è disponibilità a garantire la formazione. Dovremmo capire se quindi il paradigma concettuale da cui partiamo è condivisibile perché sulle fase operativa ci si può lavorare. Tutto è perfettibile e ci sono margini di miglioramento». Lucia Dominici (FI): «Nella delibera ho visto citato la 104 e la 328. Credo che questo servizio debba garantire una prestazione appropriata per le diverse disabilità e la garanzia di dare il servizio che sia il migliore per ogni disabile. Non avremmo dovuto chiedere direttamente al disabile? Non possiamo scaricare tutto sulle famiglie, è tutto molto complicato. Ma il servizio deve essere personalizzato. La scelta deve essere calata non solo nel momento in cui ognuno svolga il proprio ruolo. Il voucher va declinato nelle diverse forme che vanno ricercate direttamente con il soggetto disabile interessato». Chiudono Paolo Cicchini (Lega) e Orlando Masselli (FdI): «Avverto che ci sono molti contrasti tra le associazione. La questione va affrontata in maniera diversa: qui dobbiamo – ha detto il primo – ragionare in maniera unanime. Ho visto il coinvolgimento dell’assessore e siamo tutti in buona fede e disposti a cercare la soluzione migliore. Siamo per camminare la metodologia viene dopo. L’argomento non può ammettere divisioni», mentre il presidente della II° commissione ha riassunto le criticità esposte prima di dare la parola a Cecconi.

Le spiegazioni dell’assessore, i diritti e il messaggio di serenità

«Lo sforzo di questa giunta – le parole di Cecconi – tutta è quello di allargare la base dei diritti. Questo è un dato che da solo dovrebbe confortare tutti. Ognuno di noi si porta dietro le proprie vicende personali: fu fatto nella precedente commissione un lavoro che mettesse al centro selle attività di questa amministrazioni progetti di vita indipendente. Noi abbiamo costruito un documento il Dup che è noto a tutti, alle associazioni e ai portatori di diritti e alla città, che il 18 settembre 2018 questa amministrazione ha scritto la propria volontà. Ci siamo visti con alcune associazioni ad ottobre, ognuno è portatore di un sentire ma abbiamo parlato proprio di questi temi nell’incedere degli eventi che si sono poi susseguiti. Allora noi abbiamo coerentemente inteso essere conseguenti al mandato che ci hanno dato 27 mila cittadini. Qui ci sono delle regole di comportamenti, codificate e non ho voluto partecipare alla conferenza dei presidenti perché volevo ci fosse la massima libertà di espressione specie nel mondo dell’associazionismo dove le posizioni sono tantissime. Io voglio ricordare che il Comune di Terni è fallito e questo è un dato che numericamente sta scritto nero su bianco: noi abbiamo il dovere di generare un meccanismo perché il domani sia migliore di oggi. La città è passata per una inefficienza nella quantità e nella qualità di progetti e risorse. Sono stati usati termini di coraggio, ceffoni, sfiducia. Questo modesto assessore e questo presidente sono la dimostrazione che la città ha chiesto una cambio di passo. Vorrei che fissaste in mente alcuni numeri che non sono oggetto di discussione. Due milioni di euro che questa città avrebbe perduto in forma irreversibile: soldi legati a progetti a bandi non realizzabili, perché non semplici che hanno avuto adesioni zero. Abbiamo dovuto restituire i soldi. Il desiderio di questa amministrazione è allargare la base dei diritti e nessuno deve permettersi di dire il contrario. A marzo abbiamo incontrato di nuovo le associazioni. Abbiamo redatto un verbale. Resta sempre traccia e rimando al mittente per intero il fatto che non ci sia stato incontro. Non è vero. La delibera parla di personalizzazione di progetti. Abbiamo valutato ogni virgola, l’abbiamo guardata mille e mille volte. Ci sono degli allegati che riguardano singoli cittadini e fornitori di servizio. Parliamo dei fornitori di servizio. Nell’allegato vengono descritte diverse tipologie di trasporto perché si è tenuto conto nella stesura. L’impianto è stato fatto con mille attenzioni. Singolo o multiplo e compresenza di più persone con presenza di accompagnatore. Personalizzazione di orari. Tiene conto della concorrenza che è un elemento imprescindibile nella libertà di scelta delle società occidentali. I portatori di diritto vengono al primo posto: gli uffici li chiameranno uno per uno e illustreremo come fare in ogni passaggio. C’è un reale passo in avanti che è un primissimo passo. So che in ogni cambiamento c’è un inversione ad u, è normale. Noi dobbiamo rispondere ai cittadini e non ai gruppi di interesse: gli unici sono quelli che hanno il diritto di vedersi garantito il servizio. Sarà nostro compito capire se questo servizio farà capo al comune o ad altri. Per quanto riguarda la commissione di garanzia e controllo questa amministrazione ha scelto di lasciare decidere le associazioni stesse. Io so che alcuni di noi rimbalzano come una mosca nel bicchiere. Vogliamo una cosa, ma non la volgiamo. Noi abbiamo lasciato fare. Per parte mia massima disponibilità. La commissione di garanzia l’ho richiesta perché nessuno di noi ha la convinzione di centrare al primo colpo il tiro del servizio. Le soluzioni messe in campo sono soggette a verifiche su aspetti qualitativi e su quelli quantitativi. Ci sono norme per macroaree alle quali tutti sono sottostanti ed è evidente che nel momento in cui si produce una delibera di questo genere queste vanno messe a controllo. Le somme dei voucher sono un aspetto delicato e abbiamo aperto un approfondimento, vorrei che fosse chiaro che i conteggi fatti sono oggetto di approfondimento e lasciati alle competenze di altri. Questa amministrazione ha a cuore di ricalibrare anche il costo se fosse necessario solo perché quando si attua un cambio di direzione se si è responsabili si può fare qualche passo indietro. Vorrei trasmettere un messaggio di serenità anche in un momento di cambiamento di direzione. Per quanto riguarda chi farà il servizio lo faranno i soggetti che possono richiedere l’iscrizione all’albo. Chiunque abbia le caratteristiche necessarie richieste nella delibera. Per la gestione che viene svolta, voglio brevemente dirvi che noi abbiamo chiaro chi svolge il servizio e a chi è diretto. Abbiamo inteso notiziare a tutti l’iter che volevamo intraprendere. Da parte nostra – ha concluso – c’è stato un atteggiamento serio, molte delle persone che possano non ritrovarsi in alcune categorie le abbiamo rese informate della possibilità di riposizionarsi».

Il concetto di libertà e la richiesta finale

In chiusura nuovo intervento della Paladino e della Fiorani (Fish e Aladino): «Vorrei chiarire il concetto di libertà di scelta. C’è solo se la possibilità di scelta è tra due opzioni: se al voucher non c’è altra possibilità non vedo quale altra scelta dovrebbe fare il soggetto. Chi si propone come gestore del servizio deve garantire in toto il servizio stesso. Il costo non è fisso ed è arbitrario e secondo me andrebbe fissato. Riguardo alla commissione garanzia e controllo andrebbe allargato ad ogni centro e ad ogni associazione. Esiste un servizio a chiamata, questo è solo quello da e verso i centri. Prima veniva fatto con l’Isee». Termina la Fiorani: «Prima di tutto noi abbiamo fatto grandi battaglie per la vita indipendente anche con le passate amministrazioni: il problema più grande è che i nostri figli sono lasciati da soli se non in carico ad assistenti sociali di distretto. Siamo per chiedere proroga dell’appalto e ritiro della delibera, con 6 mesi di sospensiva».

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