«Umanità e qualità: questo abbiamo trovato all’ospedale di Spoleto»

Il ringraziamento della moglie di un paziente sottoposto all’asportazione della prostata

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La vicenda sanitaria, questa volta con un’mportante sottolineatura positiva, è quella riguardante un paziente di Amelia (Terni) – il 66enne Giorgio Reggi -, operato e ricoverato presso l’ospedale ‘San Matteo degli Infermi’ di Spoleto. Il ringraziamento, oltre che da lui, giunge dalla moglie Antonella che intende rimarcare l’efficienza e la qualità del nosocomio Usl 2 e del personale.

«Mio marito – racconta la signora – stava male da agosto ma in quel di Terni non riuscivamo a trovare un posto letto per procedere al necessario intervento chirurgico, ovvero l’asportazione della prostata. Ci siamo riusciti a Spoleto, al ‘San Matteo degli Infermi’, dove Girogio è stato operato il 31 gennaio dal dottor Luigi Mearini e dal suo staff, e quindi ricoverato nel reparto di chirurgia multidisciplinare. All’intervento ha fatto anche seguito una complicanza, una situazione affatto inusuale, relativa all’intestino ed è stato necessario intervenire nuovamente. Dopo le cure è stato dimesso ed ora, in convalescenza, sta recuperando le forze».

Fin qui gli aspetti sanitari. C’è poi tutto ciò che la signora Antonella intende sottolineare: «Devo rivolgere un grande ringraziamento all’ospedale di Spoleto, al dottor Mearini, alla caposala Simona Montioni, a tutte le infermiere e alle oss. Perché al ‘San Matteo degli Infermi’, oltre alla qualità delle cure che è stata assolutamente eccellente, e spero che tutto ciò venga mantenuto nel tempo e magari migliorato ancora, abbiamo trovato umanità, attenzione, disponibilità. Anche un supporto psicologico nei momenti più difficili, che non è affatto scontato. E questo da parte di un personale che non si risparmia mai, che corre tutto il giorno, ma che cura ogni dettaglio e tiene davvero ai pazienti. È doveroso riconoscere a tutti loro i meriti di un impegno professionale e personale che non è per nulla scontato, ed io di strutture sanitarie ed ospedali ne ho visti».

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