Umbra Acque privata? Allarme da sinistra, ma la società smentisce

Dopo la nota del consigliere regionale Andrea Fora, il gruppo Pd ha presentato un ordine del giorno in consiglio comunale a Perugia. Carini (presidente Cda): «Tema non in discussione»

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Prima il neo consigliere regionale Andrea Fora, poi il gruppo Pd in consiglio comunale: da sinistra si lancia l’allarme sull’acqua di Perugia e sul rischio che nella società Umbra Acque, che gestisce il servizio idrico del capoluogo, possa inserirsi capitale privato, a discapito proprio della quota pubblica. Ma dai vertici della società arriva una smentita secca: a pronunciarla è Gianluca Carini.

L’ordine del giorno del Pd

L’ordine del giorno presentato dal gruppo del partito democratico parte proprio dalla presunta ‘privatizzazione’. Viene ricordato che le azioni della società sono per il 33% nelle mani del comune di Perugia e che negli ultimi tempi, «anziché avere un aumento di efficienza nel servizio, la dispersione di acqua in Umbria continua ad essere elevatissima a causa dello stato di usura della rete idrica, con un tasso di perdite che si aggira intorno al 50%». Sono stati poi ricordati i casi di distacchi per utenti morosi (che pagano una tariffa fra le più alte in Italia, secondo i dati dell’osservatorio prezzi e tariffe di cittadinanza).

Pd: «I comuni vendono?»

«Preoccupa enormemente dunque – scrivono i consiglieri comunali Dem – l’ipotesi di riassetto delle quote societarie di Umbra Acque, per cui i comuni potrebbero vendere le loro azioni al socio privato che otterrebbe così la maggioranza assoluta, sottraendosi peraltro agli strumenti di trasparenza e di controllo in un regime di monopolio di fatto. L’Acqua – chiosano i consiglieri – è un bene comune dell’umanità, appartenente a tutti gli esseri viventi perché indispensabile alla vita, e il suo accesso un diritto umano fondamentale, e non può dunque esser posto a privatizzazione».

Carini: «Ma quando mai»

A smentire nettamente tale ipotesi è Gianluca Carini, presidente del consiglio d’amministrazione della società. Contattato da umbriaOn, Carini è lapidario: «Il tema della cessione di quote pubbliche di Umbra Acque non è mai stato in discussione». Poi non vuole aggiungere altro, ma si riserva di andare più nel dettaglio e più in profondità nella replica «se questa notizia falsa, già venuta fuori nei giorni scorsi, dovesse essere rilanciata da altri soggetti».

L’allarme di Fora

A lanciare l’allarme era stato Andrea Fora nei giorni scorsi. Il consigliere regionale e candidato mancato del centrosinistra alle ultime consultazioni elettorali aveva parlato di tariffe, citando lo stesso studio cui fa riferimento il Pd nel suo ordine del giorno, e poi aveva parlato di «una presunta iniziativa volta a far ottenere al socio privato Acea (che ora ne detiene il 40%, rispetto al 60% pubblico; ndr) il controllo di Umbra Acque, la più grande società umbra erogatrice del servizio idrico». Una ipotesi a cui ovviamente nessuno vuole sottostare e che «non può che destare forte preoccupazione – aveva detto Fora – proprio per la funzione e natura dell’azienda». Da Carini però, intanto, è arrivata una prima rassicurazione.

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