Umbria, caro-rifiuti: oltre il 50% in discarica

Il report di Cittadinanzattiva: «Umbria sopra la media, a Perugia la Tari costa in media 359 euro, mentre a Terni è di 263 euro»

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L.P.

Non c’è pace per i rifiuti. Nel corso del 2015, secondo le rilevazioni fatte dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, la tassa sui rifiuti è aumentata del 2% rispetto all’anno precedente, venendo a costare, per una famiglia media italiana, all’incirca 298 euro.

Tari In Umbria la spesa è persino al di sopra della media nazionale, con circa 311 euro per nucleo familiare. A Perugia, nel 2015, la Tari si attesta sui 359 euro, un euro in più rispetto al 2014, mentre a Terni è di 263 euro, nove in più rispetto all’anno precedente. Un aumento, rispettivamente, dello 0,3 e del 3,3 per cento.

Raccolta differenziata Secondo Cittadinanzattiva, le cose migliorano per quanto riguarda la differenziata che nell’intera regione raggiunge il 48,9% rispetto al 45,2% della media nazionale. Oltre la metà dei rifiuti, però, viene smaltito ancora in discarica, il 56 per cento circa rispetto a una media italiana del 31%. Secondo i dati di Cittadinanzattiva e il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente, a Perugia la differenziata ha raggiunto quota 60% mentre a Terni si attesta al 42,9 per cento. Cifre che, però, non convincono tutti: da tempo il coordinamento regionale Umbria rifiuti zero afferma che almeno il 20 per cento della differenziata torna in discarica.

Lo studio Sono questi i punti principali della rilevazione dell’Osservatorio che, per l’ottavo anno consecutivo, ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltimento dei rifiuti prendendo come riferimento una famiglia composta da 3 persone e con un reddito lordo complessivo di 44.200 euro e una casa di proprietà di 100 metri quadri.

Produzione annua Secondo il rapporto rifiuti urbani dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel 2014 in Italia sono stati prodotti 29,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 46% dei quali è prodotto nelle regioni del Nord, il 32% nelle regioni del Sud ed il restante 22% in quelle centrali, con una media di 488 kg procapite, in aumento dello 0,2 per cento rispetto al 2013. In Umbria ogni cittadino produce in media 532 kg di rifiuti l’anno, in particolare 527 a Perugia e 562 a Terni, valori in lieve diminuzione.

In Italia Sempre secondo il rapporto, «la produzione media pro capite più elevata è quella del Centro (547 kg), segue il Nord (496 kg) ed infine il Sud (443 kg). In media nel 2014, in Italia la raccolta differenziata ha raggiunto il 45,2% circa (+2,9% rispetto al periodo precedente) della produzione totale di rifiuti urbani, mentre il 31% di essi va a finire in discarica. Il panorama italiano della gestione dei rifiuti è fortemente diversificato a seconda delle diverse realtà regionali e provinciali, passando da sistemi di gestione fortemente integrati e con basso fabbisogno di discarica, a sistemi di gestione semplici in cui permane la raccolta indifferenziata e la principale forma di gestione è lo smaltimento in discarica».

Il dopo-Gesenu E intanto si continua a cercare nuove soluzioni perché non si verifichi più un ‘caso Gesenu’. E da Bastia Umbra arriva la mozione per chiedere la risoluzione del contratto. «Rimaniamo attoniti dalle cronache quotidiane dalle quali apprendiamo le vicende giudiziarie delle società che in tutta l’Umbria, come a Bastia, si occupano delle raccolta di rifiuti. – si legge in una nota firmata dal M5S di Bastia – Senza voler entrare nel merito delle accuse, lasciando alla magistratura il compito di accertare le eventuali responsabilità, ci poniamo in attesa di vedere come queste saranno attribuite in quello che già si profila come una corsa ad indicare la pagliuzza nell’occhio dell’altro, senza la benché minima assunzione di responsabilità politica».

La mozione Il M5S di Bastia ha infatti protocollato, già dal 3 di dicembre una mozione per il prossimo Consiglio Comunale dove chiede alla giunta di «promuovere ogni possibile azione politica e legale per valutare la sussistenza dei presupposti per la risoluzione del contratto con R.T.I. Gest S.p.A e rivalutare il Piano Regionale ‘Rifiuti Zero’. Porta a conoscenza dell’Amministrazione anche gli esempi virtuosi di Consorzi intercomunali che in vari comuni italiani sono già oggi un esempio di efficienza, qualità ed economicità per i cittadini».

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