Umbria e sicurezza: «Basta passerelle»

Stefano Spagnoli (Consap) analizza i dati emersi durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario. E sferra un attacco alla politica

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Un aumento «allarmante» dei reati sul territorio regionale e in relazione a una popolazione quantitativamente modesta qual è quella umbra: questo il dato emerso nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario della Corte di appello, celebrata sabato mattina a Perugia. Sul punto interviene la Confederazione sindacale autonomia di polizia (Consap) che punta il dito contro «i continui tagli al comparto della sicurezza».

di Stefano Spagnoli
Segretario nazionale Consap

Fa molto male vedere che anche realtà territoriali di provincia, che una volte venivano definite isole felici, stanno scalando prepotentemente la classifica dell’insicurezza nazionale che pone l’accento sui dati degli ‘ermellini’. Impunità diffusa, mancanza della certezza della pena, difficoltà nel controllo del territorio da parte delle forze di polizia che hanno subito tagli per quasi 50 mila unità in tutto il territorio nazionale: sono le reali emergenze di una popolazione che chiede sicurezza, a fronte delle dichiarazioni dei politici locali che sono, ancora una volta, clamorosamente smentite dai fatti.

La relazione che il presidente reggente della Corte di appello di Perugia Giancarlo Massei ha fatto sabato mattina in occasione della celebrazione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, chiarisce come il vuoto di controllo delle forze dell’ordine possa essere alla base di una crescita esponenziale del traffico di stupefacenti, fenomeno definito ‘in forte aumento rispetto all’anno precedente’ e gestito sempre più spesso da immigrati clandestini che forti di una legislazione incompiuta, permangono come fantasmi sul territorio nazionale ingrossando le file della criminalità.

L’impossibilità di garantire una presenza degli uomini in divisa con organici ormai ridotto all’osso ha favorito la recrudescenza di furti, reati contro il patrimonio, contro la persona e le libertà individuali. L’allarme è stato lanciato ed il pranzo è stato servito. Ora bisogna correre al più presto ai ripari per evitare che le l’inefficienza della macchina della giustizia diventi la maschera di un’amnistia occulta.

Il tempo della politica della sicurezza propagandista e chiacchierata e delle passerelle di cui, ogni giorno, si sono resi e si rendono protagonisti alcuni esponenti umbri, deve lasciare il passo ad un investimento concreto ed importante per restituire efficienza all’azione di contrasto e, questa volta, a chiederlo non è soltanto un sindacato di polizia maggiormente rappresentativo, ma i magistrati.

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