Umbria, ex Merloni: «Ripresa possibile»

Il vice presidente della giunta regionale, Fabio Paparelli: «Complessivamente è previsto un impegno di circa 20 milioni di euro per la valorizzazione degli asset produttivi»

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«Il programma di rilancio dell’area ex Merloni e gli incentivi per lo sviluppo del territorio rappresentano una opportunità importante che pensiamo possa rappresentare al meglio la tensione verso l’obiettivo di un processo di reindustrializzazione e di sviluppo coerente con una moderna politica industriale».

Gli strumenti finanziari E’ quanto ha affermato il vicepresidente con delega allo sviluppo economico della Regione Umbria, Fabio Paparelli, intervenuto mercoledì a Foligno all’incontro organizzato dalla Regione con il supporto operativo di Sviluppumbria, dedicato al programma di interventi dell’area ex Merloni, gestito da Invitalia S.p.A. All’iniziativa hanno partecipato anche il direttore regionale Luigi Rossetti, Marco Calabrò della direzione generale per la politica industriale, la Competitività e le Pmi del Ministero dello sviluppo economico e i rappresentanti di Invitalia. E proprio in questa occasione Invitalia, analogamente a quanto già avvenuto per la Regione Marche, ha presentato gli strumenti finanziari a sostegno del programma di sviluppo per l’area, mentre Sviluppumbria ha illustrato l’avviso pubblico in uscita nell’ambito degli interventi previsti dall’azione 3.1.1 del POR-FESR 2014-2020 relativo alle aree di crisi.

Investimenti produttivi «Si apre una prospettiva importante per l’area e per l’intera Umbria – ha affermato il vicepresidente Paparelli – con un quadro delle politiche e degli strumenti che un moderno progetto di reindustrializzazione dell’area può mettere in campo. Innanzitutto le nuove modalità di attivazione della legge 181 che dal 1 al 30 giugno consentirà la presentazione di programmi di investimento alle imprese dei 17 comuni dell’area Umbra potendo contare su una dotazione finanziaria molto importante pari 13 milioni di euro. Modalità rinnovate che consentono la combinazione di più strumenti a sostegno degli investimenti produttivi, degli investimenti a finalità ambientale e per l’efficienza energetica, dell’innovazione organizzativa nei processi e nei servizi. Con una forte attenzione agli impatti dimensionali ed occupazionali dei programmi su cui si misurerà la valutazione degli interventi che saranno finanziati».

Reindustrializzazione Al tempo stesso, ha proseguito Paparelli, «è bene ricordare come la dotazione di 35 milioni di euro ci ha consentito di riservare anche una quota di 9 milioni di euro destinata alla valorizzazione degli asset produttivi del perimetro umbro-marchigiano della Antonio Merloni. Una scelta importante che guarda non solo alla reindustrializzazione dell’intera area ma anche alla creazione delle migliori condizioni per supportare i programmi di sviluppo, con un impegno complessivo pari a circa 20 milioni di euro. Per quanto riguarda la parte relativa alle attività da realizzare in Umbria la giunta regionale come noto ha già da tempo deliberato la copertura della propria quota di cofinanziamento per circa 1.100.000 euro che sommata all’analogo impegno della Regione Marche fa sì che si raggiunga un importo complessivo pari ad oltre 2.600.000 che si aggiungono a risorse ministeriali per oltre 12 milioni di euro».

I lavoratori Il piano degli interventi diretti, ha detto il vice presidente, «peraltro si integra molto bene con il sistema degli strumenti regionali. Il primo dei quali è inteso a supportare i programmi di investimento delle Pmi nei 17 comuni umbri dell’area. Nel mese di maggio infatti sarà pubblicato un avviso a sportello per il finanziamento di investimenti delle imprese con una soglia di accesso pari a 150 mila euro che abbiamo previsto in fase di programmazione e che concentrerà i suoi interventi nell’area di crisi della Antonio Merloni e nell’area Terni-Narni. L’avviso regionale avrà una dotazione iniziale pari a 3 milioni di euro. Un altro intervento importante, che può testimoniare l’attenzione della giunta regionale al lavoro – ha sottolineato Paparelli – è rappresentato dall’attenzione verso il bacino occupazionale dei lavoratori usciti dalla procedura di amministrazione straordinaria attraverso una specifica misura di incentivo all’assunzione per un massimo di 10 mila euro ad addetto, molto utile, unitamente agli strumenti esistenti a livello nazionale con il Jobs Act, alla ricollocazione dei disoccupati».

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