Umbria, il Covid accentua il declino demografico

Popolazione a quota 865 mila unità, 5 mila in meno del 2019. Flessione accentuata nel Ternano

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di Luca Calzola, ricercatore Istat

Alla luce di dati ancora provvisori, ma molto consolidati, rilasciati dall’Istat sul bilancio demografico mensile del 2020, al 31 dicembre, la popolazione residente in Umbria ammonta a 865 mila unità, 5 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno (-5,9 per mille). Nel corso del 2020 il declino demografico regionale è stato accentuato dagli effetti dell’epidemia Covid-19 ma prosegue senza interruzione dal 2014 quando fu raggiunta la cifra massima di 893 mila abitanti. Esso colpisce per il secondo anno consecutivo anche la popolazione straniera, che diminuisce del 3,4 per mille. Il decremento demografico regionale è in linea con quello medio nazionale e interessa entrambe le province, con una maggiore accentuazione nel territorio ternano.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Le conseguenze del Coronavirus sulla dinamica demografica sono state sia dirette, come la crescita dei decessi, sia indirette, come la riduzione delle nascite generata dalle incertezze economiche per la interruzione delle attività economiche o la riduzione dei movimenti migratori prodotta dalle misure di limitazione agli spostamenti. Tali fattori si sono inseriti in un quadro demografico già di per sé debole amplificandone il trend negativo.

Le nascite risultano di poco superiori a 5 mila mentre i decessi superano il livello di 11 mila (+8,5% rispetto al 2019). Ne consegue una perdita di abitanti dovuta alla dinamica naturale (nascite-decessi) negativa di 6 mila unità. Il tasso di crescita naturale, pari a -6,8 per mille (-5,8 per mille a livello nazionale), varia dal -6,1 per mille di Perugia al -8,7 per mille della provincia di Terni.

Sul versante del movimento migratorio, le iscrizioni in anagrafe per trasferimento di residenza si sono ridotte dell’11,8% rispetto al 2019 (da 24 mila a 21 mila), le cancellazioni dell’11,5% (da 23 mila a 20mila) e il saldo positivo è stato inferiore a mille unità. Ne deriva un tasso di incremento migratorio pari a 0,8 per mille, il valore più basso degli anni Duemila e in grado di compensare solo in minima parte l’effetto negativo del pesante bilancio della dinamica naturale.

Per effetto dell’aumento del rischio di mortalità dovuto alla pandemia, si riscontra in Umbria un abbassamento dei livelli di sopravvivenza anche se con esiti meno critici rispetto alla situazione media nazionale. Nel 2020, la speranza di vita alla nascita scende a 81,1 anni per gli uomini e a 85,6 anni per le donne, rispettivamente 0,9 e 0,6 anni sotto il livello del 2019 e si riposiziona sui livelli del 2015. Al 65° compleanno, la speranza di vita scende a 19,4 anni per gli uomini, e a 22,8 anni per le donne, rispettivamente 0,7 e 0,5 anni in meno rispetto al 2019. Rispetto al 2019, entrambe le province subiscono una perdita dei livelli di sopravvivenza che risulta maggiore per gli uomini nella provincia di Perugia e per le donne in quella di Terni.

Nel 2020 il numero medio di figli per donna è sceso a 1,15 da 1,2 del 2019. Rispetto al 2008, quando nell’apice di una breve ripresa, iniziata a fine anni Novanta, aveva raggiunto il valore di 1,41, la riduzione risulta del 18,4%, quasi il doppio se confrontata con quella media italiana. La diminuzione della fecondità interessa entrambe le province umbre, ma si manifesta con maggiore intensità in quella di Perugia.

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