Umbria, imprese: trend positivo

Indagine Unioncamere sul periodo estivo. Mencaroni: «È l’export a trainare. Ma ripresa rallentata e valori negativi per l’occupazione»

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La produzione italiana, secondo dati Istat, negli ultimi 9 mesi dell’anno è aumentata di quasi un punto percentuale rispetto ai dati dello scorso anno. In questo contesto si inseriscono i risultato dell’indagine congiunturale relativa al ‘trimestre estivo’ che a livello nazionale vedono alimentare, meccanica ed elettronica trainare gli altri settori, con le imprese medio grandi ‘protagoniste principali’ dei valori positivi ed un commercio estero maggior responsabile dei segni ‘più’. L’Umbria, nel suo piccolo, conferma.

L’export Il presidente di Unioncamere Umbria, Giorgio Mencaroni, fa notare, però, che «gli imprenditori intervistati mostrano ancora, nei loro giudizi, segnali di cautela, con dubbi e incertezze. Ancora una volta è l’export a trainare, come nel resto d’Italia, i valori positivi della nostra regione, come sono migliori le performance delle imprese più grandi e strutturate, anche se molto lavoro c’è ancora da fare per far sì che aumentino anche i dati relativi all’occupazione che purtroppo registra valori negativi in tutte le classi dimensionali esaminate».

Valori positivi «E infatti l’indagine che comprende il periodo da luglio a settembre, su 340 imprese operanti negli 8 comparti produttivi più significativi per la nostra regione, segna quasi tutti valori positivi anche se la ripresa tanto sottolineata nel trimestre precedente sembra rallentare, anche in ragione del fatto che proprio il trimestre precedente si confrontava con periodi antecedenti caratterizzati da una congiuntura particolarmente sfavorevole».

Settore manifatturiero Per quanto riguarda questo settore i valori di produzione, fatturato e ordinativi sono tutti positivi, sia a livello congiunturale che tendenziale. L’occupazione è in calo in tutte e tre le classi dimensionali, anche se con valori più ‘pesanti’ in quelle da 0 a 9 addetti (-5,9%). I settori in difficoltà sono le altre industrie (con il segno positivo solo per gli ordinativi esteri), e soprattutto le industrie tessili e dell’abbigliamento che registrano tutti valori negativi. Buoni i valori dei settori di chimica, elettronica, meccanica e dei metalli.

Settore commercio Inversione di tendenza, invece, per il settore del commercio con un rallentamento delle performance positive che si erano registrate nel trimestre precedente. Calano le vendite, in totale, sia a livello tendenziale che congiunturale (rispettivamente -2,1% e -4,7%). Le vendite con valori positivi sono state registrate solo per le imprese con 50 e più addetti. Cala l’occupazione e tra gli imprenditori intervistati il commercio vede previsioni di sostanziale stabilità (fatturato, prezzi di vendita, ordini ai fornitori, occupazione) seguite però da quelle di aumento.

Il cruscotto statistico Il numero delle iscrizioni (968), continua a superare quello delle cessazioni (893). Il settore del commercio risulta il più vitale, mentre i settori più toccati dal calo delle iscrizioni (rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno) sono trasporti, costruzioni e turismo. Tra le nuove iscritte diminuiscono le imprese individuali a favore delle società di capitale.

L’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, del commercio e dei servizi, viene condotta trimestralmente da Unioncamere Umbria su un campione di circa 400 imprese, utilizzando le tecniche Cati (Computer‐Assisted Telephone Interviewing). Con l’indagine si intendono misurare trimestralmente le variazioni tendenziali e congiunturali, nonché l’andamento dei tre mesi successivi alla rilevazione dei principali indicatori economici per classe dimensionale d’impresa, per ripartizioni geografiche e per settori di attività.

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